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Ozmo – “Minotauro” New Mural in Chivasso

Proseguono i lavoro per l’Urban Art Field Project di Chivasso, seconda pittura per il grande Ozmo che nei giorni scorsi ha terminato di realizzare questa nuova e potente pittura direttamente sulla facciata esterna della Biblioteca MOME, portando in dote un nuova ed intensa riflessione.

A distanza di qualche giorno da “Visione di Tondalo”, il campione italiano torna al lavoro proponendo una nuova ed iconica pittura, “Minotauro”, analogia potente e quanto mai attuale del particolare momento sociale che stiamo vivendo.

L’opera continua il progetto Urban Art Field Project promosso dalla Associazione Culturale Alternative Karming con la collaborazione del Comune di Chivasso, Libera associazione nomi e numeri contro le mafie ed infine il centro Artistico Culturale Samo Torino. L’idea è quella di una valorizzazione del territorio attraverso una riflessione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica su temi legati all’attualità.

E’ bene sottolineare come, le produzioni firmate da Ozmo siano il risultato di una intensa ricerca che vede l’autore confrontarsi e raccogliere dalle tradizioni, dalla cultura e dai simboli del luogo di lavoro, al fine di imbastire una rielaborazione visiva che, attraverso codici estetici ben noti, sia in grado di impattare profondamente chi osserva. Mai banali gli interventi dell’artista si affidano ad una chiave di lettura che passa per una contestualizzazione di tematiche ed argomenti differenti, spesso legati all’attualità del luogo. Le immagini pongono lo spettatore in un ruolo attivo, laddove, la personale analisi e riflessione su ciò che osserva, è figlia di una precisa e personalissima presa di posizione.

Questa sua ultima pittura raccoglie l’eredità il mito classico del Minotauro, riproposto e arrangiato in base a temi, stimoli e spunti legati all’attualità.

Osserva la pittura Ozmo pone al centro, in una sorta di palcoscenico, il grande mostro faccia a faccia con una collettività, una serie di persone strette tra loro, immobili per la paura e l’angoscia. Approfondendo l’impressione è quella di una scena ancora una volta sfaccettata. Per come è composta l’immagine suggerisce un atteggiamento aggressivo, così come la grande fisicità e ‘presenza’ del mostro, una figura che, nel suo minaccioso e tangibile aspetto, incute timore in ciascuna delle vittime sacrificali rappresentate dall’artista. Queste ultime rappresentano una sorta di tributo e vengono rappresentate immobili, tra lo sbigottito e l’omertoso, stringendosi tra di loro in cerca di protezione reciproca.

Sono ancora una volta i dettagli a calamitare la nostra attenzione, osservando bene, l’interprete sceglie di raffigurare il mostra attraverso le fattezze di un giovane cabaro della Guinea Bissau – con la presenza della maschera dugn’be per la sua iniziazione – scintilla questa che trasforma il senso stesso della pittura. Il mostro diviene creatura isolata e non accolta, vittima della paura, dell’incomprensione, della mancata empatia scatenata dalla folla. Tutto chiaro.

Ad incentivare questa particolare lettura, troviamo la bilancia, accennata sullo sfondo accanto ad un sole fluorescente, elemento di unificazione, di uguaglianza ed equilibrio tra culture differenti. Al tempo stesso questa forma richiama nuove riflessioni e spunti, la lotta al crimine per esempio, l’uguaglianza e la parità. Ozmo sedimenta l’esigenza di un cambiamento, stimola un giudizio finalmente equo e lucido, la conoscenza, unica arma per abbattere e respingere la bestialità accogliendo ed accettando la diversità.

Ad accompagnare il nostro testo una bella e ricca serie di scatti, ed il bel video del making of, con tutti i dettagli di questa pittura, dateci un occhiata e restate sintonizzati qui sul Gorgo per nuovi e succosi aggiornamenti sul progetto e sul lavoro del grande artista Italiano.

Thanks to The Artist for The Pics
Pics and video by un-Dogma#2015

Ozmo – “Minotauro” New Mural in Chivasso

Proseguono i lavoro per l’Urban Art Field Project di Chivasso, seconda pittura per il grande Ozmo che nei giorni scorsi ha terminato di realizzare questa nuova e potente pittura direttamente sulla facciata esterna della Biblioteca MOME, portando in dote un nuova ed intensa riflessione.

A distanza di qualche giorno da “Visione di Tondalo”, il campione italiano torna al lavoro proponendo una nuova ed iconica pittura, “Minotauro”, analogia potente e quanto mai attuale del particolare momento sociale che stiamo vivendo.

L’opera continua il progetto Urban Art Field Project promosso dalla Associazione Culturale Alternative Karming con la collaborazione del Comune di Chivasso, Libera associazione nomi e numeri contro le mafie ed infine il centro Artistico Culturale Samo Torino. L’idea è quella di una valorizzazione del territorio attraverso una riflessione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica su temi legati all’attualità.

E’ bene sottolineare come, le produzioni firmate da Ozmo siano il risultato di una intensa ricerca che vede l’autore confrontarsi e raccogliere dalle tradizioni, dalla cultura e dai simboli del luogo di lavoro, al fine di imbastire una rielaborazione visiva che, attraverso codici estetici ben noti, sia in grado di impattare profondamente chi osserva. Mai banali gli interventi dell’artista si affidano ad una chiave di lettura che passa per una contestualizzazione di tematiche ed argomenti differenti, spesso legati all’attualità del luogo. Le immagini pongono lo spettatore in un ruolo attivo, laddove, la personale analisi e riflessione su ciò che osserva, è figlia di una precisa e personalissima presa di posizione.

Questa sua ultima pittura raccoglie l’eredità il mito classico del Minotauro, riproposto e arrangiato in base a temi, stimoli e spunti legati all’attualità.

Osserva la pittura Ozmo pone al centro, in una sorta di palcoscenico, il grande mostro faccia a faccia con una collettività, una serie di persone strette tra loro, immobili per la paura e l’angoscia. Approfondendo l’impressione è quella di una scena ancora una volta sfaccettata. Per come è composta l’immagine suggerisce un atteggiamento aggressivo, così come la grande fisicità e ‘presenza’ del mostro, una figura che, nel suo minaccioso e tangibile aspetto, incute timore in ciascuna delle vittime sacrificali rappresentate dall’artista. Queste ultime rappresentano una sorta di tributo e vengono rappresentate immobili, tra lo sbigottito e l’omertoso, stringendosi tra di loro in cerca di protezione reciproca.

Sono ancora una volta i dettagli a calamitare la nostra attenzione, osservando bene, l’interprete sceglie di raffigurare il mostra attraverso le fattezze di un giovane cabaro della Guinea Bissau – con la presenza della maschera dugn’be per la sua iniziazione – scintilla questa che trasforma il senso stesso della pittura. Il mostro diviene creatura isolata e non accolta, vittima della paura, dell’incomprensione, della mancata empatia scatenata dalla folla. Tutto chiaro.

Ad incentivare questa particolare lettura, troviamo la bilancia, accennata sullo sfondo accanto ad un sole fluorescente, elemento di unificazione, di uguaglianza ed equilibrio tra culture differenti. Al tempo stesso questa forma richiama nuove riflessioni e spunti, la lotta al crimine per esempio, l’uguaglianza e la parità. Ozmo sedimenta l’esigenza di un cambiamento, stimola un giudizio finalmente equo e lucido, la conoscenza, unica arma per abbattere e respingere la bestialità accogliendo ed accettando la diversità.

Ad accompagnare il nostro testo una bella e ricca serie di scatti, ed il bel video del making of, con tutti i dettagli di questa pittura, dateci un occhiata e restate sintonizzati qui sul Gorgo per nuovi e succosi aggiornamenti sul progetto e sul lavoro del grande artista Italiano.

Thanks to The Artist for The Pics
Pics and video by un-Dogma#2015