Garu Garu – Exploring Abandoned Places in Morocco
Ci siamo affidati alle lente di Garu Garu per riuscire a cogliere la particolare alchimia che sempre più artisti colgono nei luoghi abbandonati (qui), in quelle strutture lontane dai festival e dagli occhi indiscreti, solo calce, marmo e mattoni, tra muri stuprati e la muffa che mano a mano ne mangia le superfici, sono questi i luoghi della ricerca, sono fabbriche, ospedali, parcheggi, vecchie stazioni ferroviarie, capannoni industriali oramai in disuso, rovine storiche di una società perennemente sospesa tra baratro e rinnovi, sono le nuove culle dell’arte urbana, lo sono sempre state in verità, raccogliendo gli umori e le emozioni degli artisti, le loro sperimentazioni, i loro viaggi con gli amici in cerca dell’alchimia giusta. Siamo partiti da tutto ciò certi di calarci all’interno di polvere, rovine, e calcinacci e ci siamo invece ritrovati all’interno di una visione completamente differente, sospesi tra luci ed ombre, colore e buio, in un incessante gioco di inseguimenti visivi, abbiamo sentito ed esplorato il filtro tematico di Garu Garu lasciandoci guidare da lui in totale estasi sensoriale. Ora torniamo ad approfondire il lavoro dell’artista con una nuova serie di fotografie, l’interprete ci mostra gli sviluppi dell’esplorazione compiuta in Marocco, tra zone desertiche e villaggi di fango in cui l’assenza dell’uomo si fa sentire, in bene.
Peculiarità del lavoro dell’artista è quella di offrirci, senza modificare attraverso la manipolazione digitale, la vera essenza degli ambienti attraverso una propria e personale visione degli stessi, l’interprete lascia aperto l’otturatore della sua macchina fotografica, sfrutta la luce attraverso un lunga esposizione della stessa all’interno di ambienti altrimenti privi, per una interpretazione dal forte accento emotiva.
Sviluppato durante la scorsa primavera questa nuova fase esplorativa di Garu Garu è segnata dalla scelta dell’artista di una immersione nuova, all’interno delle bellezze di questa terra, concentrando il proprio sguardo nuovamente suoi luoghi ai margini della società, in un ipotetico parallelo tra gli stabilimenti, gli edifici ed il cemento delle città europee, con l’enfasi architettonica, i vicoli e gli spettacolari scorci che solo paesaggi immersi nel deserto del Marocco possono offrire, in una visione nuova completamente differente di scorci lontani, spesso solo immaginati che prendono qui forma figli di un parto orgiastico e sospinti da luci, ombre, stelle ed attimo di pura emozione.
Ancora una volta il consiglio è quello di prendersi cinque minuti per affrontare un nuovo piccolo viaggio, vi ritroverete a camminare sotto il sole cocente, con i piedi immersi nella sabbia, il naso all’insù seguendo le linee di queste costruzioni abbandonate, vi scoprirete svoltare nei vicoli in cerca di ombra per una pausa, tra silenzi disarmanti ed il rumore del vento ad accarezzarvi i capelli, la pelle secca e gli occhi meravigliati.
Thanks to The Artist for The Pics