Guido Bisagni 108
Guido Bisagni meglio noto come 108 è un artista Italiano che vive e lavora ad Alessandria.
La sua ricerca è caratterizzata da una commistione di studi, interessi differenti ed esperienze personali che ne hanno forgiato la particolare estetica. Ha iniziato il suo percorso artistico nei graffiti e sul finire degli anni ’90 ha evoluto formalmente e concettualmente la sua pratica diventando uno dei primi artisti post-graffiti europei ad interessarsi e lavorare con le forme astratte.
L’interesse e lo studio della forma sono il risultato dell’avvicendamento con le correnti di inizio ‘900. È il confronto con le opere ed i concetti espressi da Arp, Malevich e Kandinskij in particolare a portare 108 a cancellare (quasi) un secolo di arte ripartendo dagli spunti legati alle avanguardie e sviluppando in questo modo una personale direzione artistica. L’autore scopre così la sua passione per la forma pura, eliminando le lettere e la figurazione e trasformando se stesso in una cifra impersonale, dapprima attraverso adesivi di colore giallo per poi successivamente approdare allo sviluppo delle iconiche forme nere.
Legato alla natura, agli spazi abbandonati e con una viscerale attrazione per il nero, 108 nella sua pratica scansa qualsiasi preconcetto estetico. Egli lavora attraverso un processo spontaneo e legato all’inconscio dove l’utilizzo del colore, oltre a rispondere a sensazioni e stati d’animo personali, costituisce un momento di confronto con la parte razionale quanto con quella irrazionale. La volontà di lavorare attraverso un equilibrio formale tra questi due aspetti rappresenta il propellente per lo sviluppo della sua ricerca d’artista.
Guido Bisagni 108
Guido Bisagni meglio noto come 108 è un artista Italiano che vive e lavora ad Alessandria.
La sua ricerca è caratterizzata da una commistione di studi, interessi differenti ed esperienze personali che ne hanno forgiato la particolare estetica. Ha iniziato il suo percorso artistico nei graffiti e sul finire degli anni ’90 ha evoluto formalmente e concettualmente la sua pratica diventando uno dei primi artisti post-graffiti europei ad interessarsi e lavorare con le forme astratte.
L’interesse e lo studio della forma sono il risultato dell’avvicendamento con le correnti di inizio ‘900. È il confronto con le opere ed i concetti espressi da Arp, Malevich e Kandinskij in particolare a portare 108 a cancellare (quasi) un secolo di arte ripartendo dagli spunti legati alle avanguardie e sviluppando in questo modo una personale direzione artistica. L’autore scopre così la sua passione per la forma pura, eliminando le lettere e la figurazione e trasformando se stesso in una cifra impersonale, dapprima attraverso adesivi di colore giallo per poi successivamente approdare allo sviluppo delle iconiche forme nere.
Legato alla natura, agli spazi abbandonati e con una viscerale attrazione per il nero, 108 nella sua pratica scansa qualsiasi preconcetto estetico. Egli lavora attraverso un processo spontaneo e legato all’inconscio dove l’utilizzo del colore, oltre a rispondere a sensazioni e stati d’animo personali, costituisce un momento di confronto con la parte razionale quanto con quella irrazionale. La volontà di lavorare attraverso un equilibrio formale tra questi due aspetti rappresenta il propellente per lo sviluppo della sua ricerca d’artista.