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GORGO

ZED1- New Mural in L’ Aquila for Re_Acto Festival

Ci spostiamo a L’Aquila, in occasione dei lavori per il Re_Acto Festival, Zed1 ha da poco terminato un nuovo dipinto raccogliendo quella che è la pesante eredità del luogo e realizzando uno dei più forti ed impattanti interventi del suo percorso artistico.

Il nome della rassegna non è affatto casuale, si tratta di una distorsione del verbo reagire ed è proprio questo il senso stesso del progetto, infondere la città di uno slancio nuovo attraverso il mezzo espressivo ed impattante dell’arte pubblica, qui quanto mai capace di essere volano efficace e diretto per una riflessione sulla condizione della città abruzzese e dei suoi abitanti.

Osservando le produzioni di Zed1 abbiamo compreso come l’autore Italiano sviluppi il proprio percorso tematico e visivo intorno alle personali riflessioni sull’uomo, alla sua particolare condizione andando in questo senso a porsi in uno scambio riflessivo con chi osserva le sue opere. L’intervento realizzato nel bella città prosegue quindi la tradizione ed il percorso dell’interprete ma al tempo stesso raccoglie come detto l’eredità di un luogo, martoriato e massacrato dal terremoto del 2009, un evento questo che ha profondamente segnato la città, dal punto di vista visivo con i palazzi, le strade e le abitazioni distrutti o semi distrutti, ma anche la sua gente, in una escalation di eventi, situazioni e dinamiche, decisamente pesanti.

In questo senso l’opera realizzata dal grande artista raccoglie gli spunti propri dell’attuale situazione del posto andando a tratteggiare un ritratto toccante, veritiero e dannatamente profondo, al tempo stesso sà di denuncia forte e chiara, capace di puntare finalmente il dito su dinamiche sporche e poco chiare che continuano, nonostante le reali difficoltà, ad essere perpetrate.

L’opera si fà quindi carico di una voce, dei pensieri del luogo, si fa carico di raccontare una storia che poi è la realtà attraverso immagini, ma sopratutto analogie capaci di comprendere e lasciar comprendere appieno la reale situazioni della città.

L’intervento prende vita su una serie di architetture ormai distrutte, andando ad coprire più porzioni e più palazzi quasi ad offrire una visione a 360 gradi. La città viene rappresentata da un Aquila ferita – non poteva essere altrimenti – attorniata da cocci e rovine, china sulla sua schiena in cerca di rialzarsi, il suo manto viene raffigurato fatto di mattoni alcuni con crepe, altri letteralmente staccati e sparsi nello spazio circostante. Ai suoi piedi vediamo dei piccoli uomini che tentano di ricostruirne l’aspetto, questo è il primo input, è lo slancio dei cittadini che tengono alla città e cercano di far tornare il posto al suo vecchio splendore. Contemporaneamente però vediamo una serie di altri ‘soggetti’, gli sciacalli, i ladri che depredano e rubano, coloro che acquistano in cerca di denaro e che senza scrupoli sfruttano la situazione per i loro interessi, senza alcun pudore. Zed1 qui affonda il colpo e lo fa innescando una nuova similitudine visiva, vediamo un avvoltoio con una valigetta in mano, un altro appostato e vestito in giacca e cravatta che osserva silente in attesa di compiere il suo furto.

Il risultato finale è un opera al vetriolo, una riflessione velenosa ed intensa, un opera a tutto tondo che tocca gli aspetti più controversi, un racconto vero capace di cogliere il candore ed al tempo stesso l’ipocrisia, bellissimo.

Null’altro da aggiungere, vi lasciamo piuttosto ad una bella ed intensa serie di scatti con tutti i dettagli di quest’ultima fatica, dateci un occhiata, siamo certi infatti che anche voi come noi non mancherete di apprezzare.

Thanks to The Artist for The Pics

ZED1- New Mural in L’ Aquila for Re_Acto Festival

Ci spostiamo a L’Aquila, in occasione dei lavori per il Re_Acto Festival, Zed1 ha da poco terminato un nuovo dipinto raccogliendo quella che è la pesante eredità del luogo e realizzando uno dei più forti ed impattanti interventi del suo percorso artistico.

Il nome della rassegna non è affatto casuale, si tratta di una distorsione del verbo reagire ed è proprio questo il senso stesso del progetto, infondere la città di uno slancio nuovo attraverso il mezzo espressivo ed impattante dell’arte pubblica, qui quanto mai capace di essere volano efficace e diretto per una riflessione sulla condizione della città abruzzese e dei suoi abitanti.

Osservando le produzioni di Zed1 abbiamo compreso come l’autore Italiano sviluppi il proprio percorso tematico e visivo intorno alle personali riflessioni sull’uomo, alla sua particolare condizione andando in questo senso a porsi in uno scambio riflessivo con chi osserva le sue opere. L’intervento realizzato nel bella città prosegue quindi la tradizione ed il percorso dell’interprete ma al tempo stesso raccoglie come detto l’eredità di un luogo, martoriato e massacrato dal terremoto del 2009, un evento questo che ha profondamente segnato la città, dal punto di vista visivo con i palazzi, le strade e le abitazioni distrutti o semi distrutti, ma anche la sua gente, in una escalation di eventi, situazioni e dinamiche, decisamente pesanti.

In questo senso l’opera realizzata dal grande artista raccoglie gli spunti propri dell’attuale situazione del posto andando a tratteggiare un ritratto toccante, veritiero e dannatamente profondo, al tempo stesso sà di denuncia forte e chiara, capace di puntare finalmente il dito su dinamiche sporche e poco chiare che continuano, nonostante le reali difficoltà, ad essere perpetrate.

L’opera si fà quindi carico di una voce, dei pensieri del luogo, si fa carico di raccontare una storia che poi è la realtà attraverso immagini, ma sopratutto analogie capaci di comprendere e lasciar comprendere appieno la reale situazioni della città.

L’intervento prende vita su una serie di architetture ormai distrutte, andando ad coprire più porzioni e più palazzi quasi ad offrire una visione a 360 gradi. La città viene rappresentata da un Aquila ferita – non poteva essere altrimenti – attorniata da cocci e rovine, china sulla sua schiena in cerca di rialzarsi, il suo manto viene raffigurato fatto di mattoni alcuni con crepe, altri letteralmente staccati e sparsi nello spazio circostante. Ai suoi piedi vediamo dei piccoli uomini che tentano di ricostruirne l’aspetto, questo è il primo input, è lo slancio dei cittadini che tengono alla città e cercano di far tornare il posto al suo vecchio splendore. Contemporaneamente però vediamo una serie di altri ‘soggetti’, gli sciacalli, i ladri che depredano e rubano, coloro che acquistano in cerca di denaro e che senza scrupoli sfruttano la situazione per i loro interessi, senza alcun pudore. Zed1 qui affonda il colpo e lo fa innescando una nuova similitudine visiva, vediamo un avvoltoio con una valigetta in mano, un altro appostato e vestito in giacca e cravatta che osserva silente in attesa di compiere il suo furto.

Il risultato finale è un opera al vetriolo, una riflessione velenosa ed intensa, un opera a tutto tondo che tocca gli aspetti più controversi, un racconto vero capace di cogliere il candore ed al tempo stesso l’ipocrisia, bellissimo.

Null’altro da aggiungere, vi lasciamo piuttosto ad una bella ed intensa serie di scatti con tutti i dettagli di quest’ultima fatica, dateci un occhiata, siamo certi infatti che anche voi come noi non mancherete di apprezzare.

Thanks to The Artist for The Pics