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ZED1 – “Fishing” Second Skin Video-Art Project

A distanza di tempo torniamo ad approfondire il lavoro di ZED1 e del suo Second Skin Project, il grande artista Italiano ci mostra il risultato del suo ultimo lavoro, un intervento che prende vita all’interno degli spazi del Bonobolabo di Ravenna.

E’ passato parecchio tempo dall’ultima volta che abbiamo dato un occhiata al particolare progetto portato avanti dall’interprete italiano. Le basi del progetto vedono ZED1 interagire con gli spazi attraverso differenti modalità. Anzitutto la pittura con la quale l’autore da vita al corpo dei suoi iconici personaggi, sopra gli stessi lo stesso provvede poi ad imbastire un trama differente che di fatto ne cela il reale aspetto. Quest’ultima verrà successiva erosa dal tempo che di volta in volta ci lascerà scoprire la vera fisionomia dell’opera.

Il progetto quindi rappresenta l’idea incarnazione delle sfumature che il percorso artistico dell’interprete puntualmente vuole sottolineare, la verità celata di fronte ad un immagine diviene la perfetta analogia dell’essere umano, delle sue bugie e del suo rapportarsi con le altre persone. Inevitabilmente le opere quindi si prestano ad una analisi capace di attecchire temi e spunti differenti, offrendo l’opportunità all’autore di continuare la sua indagine sociale, ed allo spettatore di interagire con l’operato dello stesso attraverso un piglio del tutto nuovo. L’artista insiste quindi nel portare avanti riflessioni personali sulla condizione umana andando a toccarne tutti i differenti e sfaccettati aspetti e servendosi dei suoi iconici characters come ideale volano di raffigurazioni degli stessi. L’impatto quindi prettamente tematico viene rafforzato dalla doppia identità dei corpi raffigurati, al contempo l’artista si diverte ad offrirci le differenti chiavi di lettura delle sue opere sotto forma di elementi tangibili e sopratutto per mezzo di un opera che lentamente si mostra per la sua vera natura. Inevitabile in questo senso il paragone con l’uomo stesso, come se conoscendo una persona, dopo il giusto tempo, avessimo l’opportunità di carpirne la sua vera natura.

Dal titolo “Fishing” quest’ultimo intervento, realizzato al Bonobolabo di Ravenna in occasione del SUBSIDENZE Street Art Festival, appare quindi in prima battuta come un gigantesco e sezionato pesce appeso ad un amo, al suo interno si cela però una trama ben differente. Scoprendo gli strati che ne coprono il vero aspetto, veniamo quindi a contatto con una nuova immagine, ZED1 ci mostra all’interno del pesce il corpo di un uomo, un prigioniero della televisione, all’interno della quale non possiamo non notare un pallone da calcio.

L’impressione è quella che l’artista abbia voluto rimarcare il potere dello schermo televisivo imbastendo una nuova analogia in cui da una parte ci troviamo a riflettere sulla condizione di prigionia che i programmai televisivi hanno sull’uomo, dall’altra la prigionia stessa permette ai potenti il pieno controllo su di noi, proprio come un pesce impigliato ad un amo.

Null’altro da aggiungere, vi lasciamo piuttosto ad al consueto video ed ad una bella serie di scatti con tutti i dettagli dell’intervento con tanto di prima e dopo, è tutto dopo il salto, dateci un occhiata. Presto nuovi aggiornamenti sul lavoro dell’artista, restate sintonizzati sui su Gorgo.

Thanks to The Artist for The Pics

ZED1 – “Fishing” Second Skin Video-Art Project

A distanza di tempo torniamo ad approfondire il lavoro di ZED1 e del suo Second Skin Project, il grande artista Italiano ci mostra il risultato del suo ultimo lavoro, un intervento che prende vita all’interno degli spazi del Bonobolabo di Ravenna.

E’ passato parecchio tempo dall’ultima volta che abbiamo dato un occhiata al particolare progetto portato avanti dall’interprete italiano. Le basi del progetto vedono ZED1 interagire con gli spazi attraverso differenti modalità. Anzitutto la pittura con la quale l’autore da vita al corpo dei suoi iconici personaggi, sopra gli stessi lo stesso provvede poi ad imbastire un trama differente che di fatto ne cela il reale aspetto. Quest’ultima verrà successiva erosa dal tempo che di volta in volta ci lascerà scoprire la vera fisionomia dell’opera.

Il progetto quindi rappresenta l’idea incarnazione delle sfumature che il percorso artistico dell’interprete puntualmente vuole sottolineare, la verità celata di fronte ad un immagine diviene la perfetta analogia dell’essere umano, delle sue bugie e del suo rapportarsi con le altre persone. Inevitabilmente le opere quindi si prestano ad una analisi capace di attecchire temi e spunti differenti, offrendo l’opportunità all’autore di continuare la sua indagine sociale, ed allo spettatore di interagire con l’operato dello stesso attraverso un piglio del tutto nuovo. L’artista insiste quindi nel portare avanti riflessioni personali sulla condizione umana andando a toccarne tutti i differenti e sfaccettati aspetti e servendosi dei suoi iconici characters come ideale volano di raffigurazioni degli stessi. L’impatto quindi prettamente tematico viene rafforzato dalla doppia identità dei corpi raffigurati, al contempo l’artista si diverte ad offrirci le differenti chiavi di lettura delle sue opere sotto forma di elementi tangibili e sopratutto per mezzo di un opera che lentamente si mostra per la sua vera natura. Inevitabile in questo senso il paragone con l’uomo stesso, come se conoscendo una persona, dopo il giusto tempo, avessimo l’opportunità di carpirne la sua vera natura.

Dal titolo “Fishing” quest’ultimo intervento, realizzato al Bonobolabo di Ravenna in occasione del SUBSIDENZE Street Art Festival, appare quindi in prima battuta come un gigantesco e sezionato pesce appeso ad un amo, al suo interno si cela però una trama ben differente. Scoprendo gli strati che ne coprono il vero aspetto, veniamo quindi a contatto con una nuova immagine, ZED1 ci mostra all’interno del pesce il corpo di un uomo, un prigioniero della televisione, all’interno della quale non possiamo non notare un pallone da calcio.

L’impressione è quella che l’artista abbia voluto rimarcare il potere dello schermo televisivo imbastendo una nuova analogia in cui da una parte ci troviamo a riflettere sulla condizione di prigionia che i programmai televisivi hanno sull’uomo, dall’altra la prigionia stessa permette ai potenti il pieno controllo su di noi, proprio come un pesce impigliato ad un amo.

Null’altro da aggiungere, vi lasciamo piuttosto ad al consueto video ed ad una bella serie di scatti con tutti i dettagli dell’intervento con tanto di prima e dopo, è tutto dopo il salto, dateci un occhiata. Presto nuovi aggiornamenti sul lavoro dell’artista, restate sintonizzati sui su Gorgo.

Thanks to The Artist for The Pics