Thomas Jackson – “Emergent Behavior” Installations Series
Ogni tanto capita di imbattersi in progetti dal fortissimo carattere visivo che catturano il nostro interesse e con i quali approfondiamo tematiche nuove che ci scombussolano la mente offrendoci l’opportunità di osservare le cose attraverso un differente punto di vista, è il caso di Thomas Jackson ed la sua serie “Emergent Behavior”.
Il progetto in questione vede il fotografo Thomas Jackson esplorare ambienti naturali incontaminati all’interno dei quali sviluppare le proprie surreali installazione, il concetto che l’artista si propone di portare avanti è quello di una fascinazione verso l’auto-organizzazione si sistemi naturali, dei veri e propri sciami che si muovono all’unisono e che invece di essere composti da uccelli, pesci o qualsivoglia animale, vengono riproposti attraverso oggetti semplici ed appartenente alla vita di tutti i giorni.
Diciamolo subito l’interprete nelle sue fotografie in post-produzione si limita ad una regolarizzazione del contrasto e del colore, i particolari effetti che vedete sono figli invece dei suoi stessi lavori ed in particolare dell’interazione dei componenti atmosferici come il vento per esempio, ed questa forse l’aspetto maggiormente evocativo dei suoi interventi, una miscela tra reale ed irreale. Tra post-it, rami, palline, bicchieri e piatti di plastica colorati, si passa ai filamenti ed oggetti al neon, rigorosamente disposti da Thomas Jackson attraverso materiali quasi totalmente impercettibili alla vista. Il senso stesso del progetto è quello di catturare l’istante giusto attraverso l’insolito dei medium utilizzati, un misto tra paura e disagio tra la natura e la mano dell’uomo che ci ha fortemente colpito.
Non aggiungiamo altro e vi lasciamo con l’ampia selezione di scatti degli ultimi interventi dell’artista, dateci un occhiata siamo certi che apprezzerete.
Pics by The Artist
The hovering installations featured in this ongoing series of photographs are inspired by self-organizing, “emergent” systems in nature such as termite mounds, swarming locusts, schooling fish and flocking birds. The images attempt to tap the mixture of fear and fascination that those phenomena tend to evoke, while creating an uneasy interplay between the natural and the manufactured and the real and the imaginary. At the same time, each image is an experiment in juxtaposition. By constructing the installations from unexpected materials and placing them where they seem least to belong, I aim to tweak the margins of our visual vocabulary, and to invite fresh interpretations of everyday things.