Thomas Canto – “Transparent Landscapes” at Atelier des Bains (Recap)
Aperta lo scorso mese andiamo con piacere a dare uno sguardo a “Transparent Landscapes” ultima fatica di Thomas Canto all’interno degli spazi dell’Atelier des Bains di Ginevra in Svizzera.
Abbiamo fatto la nostro conoscenza con l’autore quando lo stesso ha avuto modo di prendere parte al bel progetto di Robin Soulier e del suo studio (Covered), ora a distanza di tempo andiamo ad approfondire le dinamiche del suo percorso attraverso un esibizione che rappresenta una sorta di manifesto del particolare alfabeto visivo proposto dall’interprete.
Proseguendo nel portare avanti la particolare influenza nell’architettura e soprattutto nelle prospettive, Thomas Canto propone per questo show un allestimento capace ancora una volta di porsi a metà strada tra pittura e scultura per una immersione da parte dello spettatore nuova e sensibile. È infatti fondamentale osservando le produzioni dell’artista sottolineare come le stesse prendano vita da una precisa astrazione capace di generare illusioni ottiche e strettamente legata alle riflessione dell’interprete sulla città e sugli spazi, si aprono paesaggi immaginari all’interno di uno spazio limitato che attraverso la proposta visiva diviene illimitato ed esposta ad infinite direzioni. La tensione emotiva che deriva dalle opere è qui alimentata dall’utilizzo di materiali differenti e miscelati tra loro, plexiglass così come veri e propri cavi, capaci di produrre nuove illusione che variano a secondo del punto di osservazione, chi osserva si ritrova quindi di fronte prospettive e dinamiche differenti capaci di variare il proprio percorso in funzione del consueto utilizzo del bianco e del nero come (quasi) unici vettori cromatici.
L’intelligenza di Thomas Canto è quella di creare veri e propri livelli sovrapposti, angoli di visione che si sovrappongono ed intersecano all’interno di un’unica trama generata attraverso medium differenti, dalla pittura passando per gli inserti in plexiglass, concludendo infine con i cavi, le opere si fanno multi sfaccettate, confondo ed alimentano sontuosi effetti tridimensionali arrivando infine a giocare con la luce. In questo senso sono proprio le ombre proiettate dei cavi a generare nuove geometriche che si inseriscono perfettamente all’interno delle opere, dimostrando una sensibilità inedita capace di stuzzicare le percezioni e le sensibilità di chi osserva.
Il risultato finale è un allestimento corposo, quasi vivo ed in costante mutazione, una sensazione di movimento capace di raccogliere gli stimoli tipici del lavoro dell’artista combinati con nuove soluzioni che abbiamo particolarmente apprezzato
Null’altro da aggiungere, in calce al nostro testo potete piuttosto trovare una ricca serie di scatti con i dettagli dell’allestimento proposto dall’artista, il consiglio è quello di darci un occhiata e se vi trovate in zona lo show rimarrà aperto fino al prossimo 15 di Novembre.
Atelier des Bains
Rue des Bains 22
1205 Genève
Pics via Arrested Motion