Thomas Canto for OUTDOOR Urban Art Festival 2014

Con quest’ultima fatica di Thomas Canto, proseguiamo il nostro viaggio all’interno delle meraviglie dell’ultima edizione dell’OUTDOOR Street Art Festival di Roma con una nuova splendida e catartica installazione.

Dopo aver dato un occhiata approfondita a Transparent Landscapes ultima fatica dell’artista all’interno degli spazi dell’Atelier des Bains di Ginevra in Svizzera, torniamo quindi ad osservarne il lavoro ‘in strada’ con un intervento che raccoglie tutta l’eredità spirituale e tematica del percorso dell’autore all’interno della particolare location scelta per la rassegna. Come già anticipatovi, l’edizione di quest’anno di OUTDOOR prende vita all’interno degli spazi dell’ex dogana di San Lorenzo nel quartiere Pigneto a Roma. A differenza delle scorse edizioni gli organizzatori hanno quindi scelto di sviluppare un dialogo più ermetico offrendo agli artisti le grandi stanze della struttura ed allo spettatore l’opportunità di ‘vivere’ l’arte urbana all’interno di un contesto effimero e canalizzato attraverso l’esigenza di una travalicazione delle dinamiche attuali del movimento che così tanto stanno portando la street art fuori dal suo ‘habitat’ più naturale. Andare avanti quindi, da qui lo slogan del festival, riportando però al centro l’essenza e la fruizioni attraverso opere maggiormente tangibili e catartiche.

Thomas Canto attraverso il proprio iconico stile, per la rassegna porta avanti la particolare influenza percettiva del proprio percorso proponendo un nuova installazione come sempre in bianco e nero e coadiuvata qui da un bel effetto di luce.

L’opera da una parte avvolge parte dello spazio a disposizione, dall’altra ne esalta e soprattutto intensifica l’aspetto prospettico lasciando lo spettatore alle prese con le sue differenti dinamiche e prospettive. Ancora una volta nell’operato dell’autore ci troviamo di fronte a vere e proprie illusioni ottiche e veicolate dalla personale riflessione dello stesso circa la città e lo spazio urbano. In questo senso il lavoro, come i precedenti interventi, si pongono come una vera e propria apertura all’interno di spazi limitati, un opportunità per muoversi verso direzioni differenti ed infinite. Al tempo stesso c’è una sorta di tensione emotiva e catartica in grado di veicolare sensazioni ed impulsi nuovi, il tutto costantemente alimentato dall’opportunità di osservare e percepire il risultato finale attraverso differenti angolazioni che ne cambiano l’aspetto e di conseguenza la direzione prospettica.

In calce al nostro testo potete trovare alcuni scatti dell’intervento realizzato, il consiglio è quello di darci un occhiata, ma restate sintonizzati, nei prossimi giorni infatti proseguiremo il nostro racconto delle meraviglie realizzate per il festival capitolino.

Pics via Street Art News