THE BOOST – Solomostry

THE BOOST nasce dalla voglia di raccontarvi quella che è la grande scena artistica italiana, in questa rubrica cercheremo di proporvi artisti dotati ma poco conosciuti al grande pubblico. Uno spazio che vogliamo dedicare a coloro che ci hanno colpito per capacità e stile personale, andando poi seguirne l’evoluzione nel corso del tempo.

E’ finalmente arrivato il momento di parlarvi di Solomostry

L’immaginazione di un bambino candida e pura con il passare degli anni, dell’accorgersi della vita nelle sue varie sfumature, diventa man mano sempre più intricata, le fate, gli unicorni e gli orsi fanno spazio a creature più complesse, profonde, personaggi che vanno a scavare nella natura umana impattando nell’innocenza e scontrandosi prepotentemente con angosce, delusioni e brutture, nascono i mostri, violenti e interconnessi con il proprio io interiore.

Una contrapposizione che Solomostry ha fatto sua, i mostri della vita disegnati con il tratto rigido e forte, lo sguardo arricciato si scontrano con colori accessi e fluo, tonalità sognanti in corpi intricati e resi rigidi dalle linee forti con le quali vengono disegnate, corpo e mente di un uomo.

L’approccio di Solomostry parte dai graffiti, il suo è un legame particolare con la scena, importante e viscerale per la sua crescita è l’inizio di un sistematico bombardamento con il proprio tag, in un evoluzione con un studio persistente della linea e delle lettere.

A differenza di molti, l’artista affonda le sua radici nella cultura techno, piuttosto che identificarsi completamente in quella hip hop, questo particolarità ne amplia profondamente l’immaginario visivo. Una ricezione di codici visuali diversi e nuovi che lo stimolano profondamente e spingono il lavoro dell’artista alla crescita consentendogli di riconoscersi ed iniziare ad esprimersi in un mondo di sperimentazioni e di colorazioni fuoriuscenti ed accese, spigolosità da unire al proprio background di strada.

Da queste influenze nascono i primi lavori interconnessi con eventi ai quali prestare la propria mano, un mondo ed un ambiente completamente diverso dalla strada nel quale rendere vivi i primi mostri attraverso luci, neon, colori fluo e lo spessore delle linee ed i volti duri.

I volti delle bestie osservano dall’alto, scrutano, intimoriscono chi le osserva, ma non basta Solomostry vuole portare in strada le sue creature, vuole trasmettere queste emozioni anche al comune passante, inizia l’ossessione.

L’evoluzione intrapresa però viene completata da un’altro fondamentale arricchimento quello degli studi come Graphic Design ed Art Direction trasformando il modo di dipingere estremamente più essenziale e pulito.

La linea è l’ elemento dominante che costruisce la struttura del character, il disegno si basa sugli spessori delle linee tracciate, ne troppi particolari ne troppo pochi, tutto per l’artista deve risultare equilibrato, pulito e marcato. Gli out-line sezionano lo spazio interno della figura cercando di creare un illusione di piani prospettici, ma allo stesso tempo rimanendo piatto.

Partendo quindi dai primi volti Solomostry inizia a costruire man mano i corpi delle sue creature, gli out-line sono sempre più marcati, puliti e visibili, come con la lettera, la linea non si ferma, non disegna, ma si compone in nuove forme geometriche.

Le linee esterne tramite gli spessori ben calcoli assumono un valore impattante, da queste si compongono entità. A metà tra animali e figure oniriche, al loro interno una serie di giochi ottici dove il bianco crea e distrugge sezionando lo spazio, i colori non presentano sfumature, la linea ancora una volta al centro di tutto, vera e propria protagonista. Il colore è puro, evitanto chiaro scuri e sfumature, portanto così la linea a essere protagonista assoluta della composizione.
Gli sfondi sono composti da figure geometriche chiuse disposte a livelli spesso di colori contrastanti tra loro che portano così il soggetto del disegno ad uscire ancora di più in primo piano.

Solomostry porta avanti il suo personalissimo approccio anche attraverso altri medium, l’approdo alla scultura è la naturale evoluzione dei suoi personaggi.
L’idea parte dalla mente, viene costruita in tre dimensioni per poi essere studiata ed osservata in modo tale da venir riproposta in due dimensioni nel migliore dei modi.
La struttura viene creata attraverso la balsa attaccata con la colla a mano, in un lavoro certosino nel quale è possibile distinguere anche qui il profondo legame con le linee proposte attraverso l’utilizzo di minuscole sezioni lineeformi del materiale.
Solomostry affascina per la capacità dirompente di colpire lo spettatore, i suoi mostri si impongono alla vista per la loro essenzialità e loro caratura cromatica, le linee essenziali, il colori vivi catturano l’interesse di chi li osserva, forti della loro forza visiva si contrappongo al grigiore delle periferie, dello smog e dei palazzi andando ad estrapolare un immaginario di fantasia, sono rintocchi di rimembrarsi fanciullesche che vengono catapultate sulla parete prendendo forma e sembianze.

solomostry.com