THE BOOST – frenopersciacalli
THE BOOST nasce dalla voglia di raccontarvi quella che è la grande scena artistica italiana, in questa rubrica cercheremo di proporvi artisti dotati ma poco conosciuti al grande pubblico. Uno spazio che vogliamo dedicare a coloro che ci hanno colpito per capacità e stile personale, andando poi seguirne l’evoluzione nel corso del tempo.
Torniamo in grande stile presentandovi i lavori di frenopersciacalli
Si firma frenopersciacalli, tutto attaccato, tutto minuscolo o tutto maiuscolo, in verità un anagramma mi dice, ed io prendo appunti ed eseguo, si perché l’ho cercato, prima incuriosito dal nome e, dopo averne visto i lavori, sono completamente rimasto stordito all’interno del suo particolarissimo stile, letteralmente perso tra le pennellate continue, mi sono ritrovato a vagare tra le increspature della pelle circondato dall’accento emotivo dei suoi cerchi, semi-cerchi e delle linee morbide, i tocchi stessi dell’artista che nell’insieme disegnano volti e facce dai dettagli mai banali, dalle piccole fessure di occhi che tutto vedono e tutto ignorano, mi sono innamorato della mostruosità e della grandezza di questi sguardi, del nero che letteralmente avvolge e stritola, della rabbia intrinseca, infine mi sono fatto cullare dagli acquarelli, dai toni più pacati e dai sorrisi celati dei suoi personaggi.
La proposizione del viso umano è ricorrente nel lavoro di molti artisti, c’è chi si ostina a perseguire la strada della iper-realisticità, chi attraverso il proprio tratto ne ripercorre la fisionomia, poi, e non capita spesso, c’è qualcuno che inietta nei volti il proprio istinto, fa emergere i propri sentimenti spinti dal sangue arrivano alla mano che inizia a posarsi sulla superficie designata, è uno sviscerare il proprio io interiore, le proprie paure, i propri desideri, la propria rabbia ed anche la propria felicità. frenopersciacalli compie questo passo si muove agile tra carta e supporti diversi fino ad arrivare alla parete, appoggia la mano è comincia ad imprimere il proprio stile, prendono vita volti e visi nessuno di questi è un ritratto e tutti lo sono, avanza con un altro foglio disegnando figure intrise nel nero, giocano con il colore, sono corpi che emergono e si nascondono dallo stesso ponendo lo spettatore difronte ad interessanti giochi di prospettive e livelli.
frenopersciacalli muove il suo operato tra il tratteggio maniacale con china calamaio e pennino, all’acquarello, prima tecnica per amore e corrispondenza, arrivando al wallpainting, scoperto recentemente. L’artista non ha gli studi ad innestargli preconcetti, ha studiato si ma quello che sa, quello che trasmette parte da dentro, è il frutto dei confronti degli scambi e delle condivisioni con le persone, del guardare e capire e rubare con gli occhi, della strada e dei muri che gli stanno svelando l’energia dell’eseguito, la forza dell’istinto della rabbia, l’interprete parla senza filtri, sbattendo in faccia quello che prova e che sente suo.
Interessante poi all’interno dell’operato dell’artista è una operazione di ABBANDONO, frenopersciacalli esce di notte porta con se colori, pennelli, disegni e colla, vive la strada alla ricerca di supporti da dipingere, cose lasciate lì, buttate, di qualsiasi natura, una volta trovate le dipinge direttamente sul posto per poi abbandonarle di nuovo nelle immediate vicinanze, dove averle opportunamente fotografate. Quello che può sembrare un gioco in realtà nasconde il vero lascito dell’artista che rielabora completamente gli scarti degli altri, gli dona nuova vita cambiandone l’aspetto ed istillando sopra il proprio stile, poi immagina, non aspetta mai, che qualcuno incuriosito dalla nuova forma, dal nuovo aspetto decida di farla sua, di portarla con se, magari la stessa persona che in precedenza se ne è disfatto, che così dopo un ripensamento, coscio ora del vero valore dell’oggetto, torna a riprenderlo in un gesto quasi di scuse.
Il lavoro di frenopersciacalli pone al centro il lato emotivo, non assistiamo ad una mera riproduzione, le opere risultano fortemente influenzate dalle esperienza e dai vissuti dello stesso, non solo, si mescolano con gli stati d’animo e con l’istinto del momento, ci si può trovare rabbia, paura, disagio tutto lo spettro emozionale con le sue cadute ed i suoi alti, è senza filtri come un fiume in piena investe e disegna, sbatte in faccia il proprio mettendolo a disposizione di chi vuole vederlo, di chi in quel momento si sente come lui, creando un collegamento ipotetico con lo spettatore.
Il particolare stile è molto personale, i visi proposti con profili o frontali, quasi mai a 3/4, portano avanti uno studio del volto umano, lo specchio stesso delle emozioni appunto, l’interprete lo fa donandogli forme non comuni, ci accompagna in un mondo dove i turbamenti hanno preso il sopravvento rimodellando la fisionomia umana, gli occhi si assottigliano come a celarsi, la testa viene attraversata da grandi cerchi, del naso non rimane altro che una grande protuberanza, l’espressività con forza emerge schiacciando chi tenta di non farla uscire.
Si firma frenopersciacalli, tutto attaccato, tutto minuscolo o tutto maiuscolo, in verità un anagramma dice, e prendi appunti.