THE BOOST – DissensoCognitivo
THE BOOST nasce dalla voglia di raccontarvi quella che è la grande scena artistica italiana, in questa rubrica cercheremo di proporvi artisti dotati ma poco conosciuti al grande pubblico. Uno spazio che vogliamo dedicare a coloro che ci hanno colpito per capacità e stile personale, andando poi seguirne l’evoluzione nel corso del tempo.
In questo nuovo appuntamento fari puntati sul duo DissensoCognitivo
Stavo cercando una scossa, un approccio diverso dal solito proporre personaggi ed immaginari canonici, avevo voglia di perdermi in un mondo diverso, un mondo che potesse trasmettermi emozioni e stati d’animo inusuali, avevo voglia di figure bieche e grigie, di personaggi che non fossero i soliti stereotipi visti e rivisti, ma piuttosto delle forme avviluppate su stesse striscianti e danzanti sulle pareti che contaminassero la mia percezione visiva. Quando mi sono imbattuto nel Dissenso Cognitivo mi si è aperto un mondo.
Il duo si differenzia da parecchi esponenti, piuttosto che partire da un background fatto di graffiti e bombing, Mirko e Martin provengono dal mondo della pittura su tela, un ambito diverso che fà da base per lo slancio successivo con l’approdo ad un forma d’arte decisamente più urbana.
La non contaminazione con elementi soliti alla cultura street fà si che i due crescano con un stile totalmente diverso, un influenza più poetica, più ricercata fatta di ricche contaminazioni illustrative.
Il primo approccio è meno diretto, i due si concedono alcuni medium come manifesti e mattonelle di ceramica andando ad utilizzare frasi sovversive, ispirate a Nick Holtzer, slogan, poesie farneticanti e volutamente sgrammaticate o collage tagliuzzati e reincollati di riviste di moda, questa passo però non soddisfa la creatività dei due, è arte effimera, in poco tempo i manifesti vengono strappati e grattati con le chiavi, analoga fine per le mattonelle che risultano frantumate e nei peggiori casi asportate direttamente.
Nasce così l’esigenza di produrre qualcosa che possa durare e che possa accogliere al meglio lo stile e il passato dei due, una nuova sfida che vede il duo iniziare a lavorare su alcune facciate per capire al meglio come sfruttare la diversa superficie, nasce così il DissensoCognitivo.
La scelta del nome non è affatto casuale, i ci si imbattano all’interno di un libro di fantascienza di Bruce Sterling, “Artificial Kid” e scatta il colpo di fulmine. I due si sentono talmente legati al nome che decidono di farlo proprio ma non prima di aver chiesto, dopo una lunga e dura ricerca, all’autore la sua opinione al riguardo, la risposta è stata un approvazione ed un consiglio a don’t get arrested.
Il successivo passo è la naturale esplosione dell’immaginario dei due, fortemente influenzati dalla letteratura science-fiction che offre spunti e riflessioni interessanti circa il futuro sulla Post-Umanità, li porta a porsi alcune domande quali, riusciremo a sopravvivere a noi stessi? Quale specie prenderà il nostro posto?
La cornice è fornita dalla presenza di un massiccio complesso petrolchimico a Ravenna che compone quasi una città gemella con torri di raffreddamento, enormi serbatoi, tubazioni, i racconti dei vecchi operai sui rischi sfiorati in cinquant’anni di attività industriale che hanno stimolato un’angoscia costante e riflessioni sui problemi ambientali. Se l’inquinamento superasse un certo limite, le creature che disegnano sui muri non sarebbero così “aliene”, ma perfettamente adattate alle nuove condizioni.
Da queste tematiche emergono i loro character, queste figure hanno sembianze distorte, quasi approssimazioni di essere viventi ormai adattati ad un ambiente ostile dove le barriere tra organico ed artificiale sono, con il tempo, definitivamente crollate. Svolgono azioni incomprensibili in un domani remoto ed oscuro, l’uomo non abita più queste lande ma piuttosto quello che ne rimane striscia e si porta avanti in futuro incerto e cupo. Interessante l’utilizzo di vignette nere, ancora una volta a rimarcare la totale incapacità di questi esseri, non parlano, non comunicano ma piuttosto si lasciano osservare in tutto il loro abominio fisico.
DissensoCognitivo per arrivare alla creazione di questi personaggi inizia una approfondita ricerca, si dedica all’anatomia, dalla materia impara la disposizione delle ossa e dei legamenti, solo così è possibile metterla da parte e stravolgerne le basi e le leggi. Un approccio scientifico inevitabile se si vuole provare ad immaginare le forme prossime di un umanità modificata, cablata ed integrata con parti artificiali. I risultati sono essere spaventosi a cui rimane ben poco di muscoli e parti umane, è una continua evoluzione, uomini animali vengono integrati,le parti meccaniche non risparmiano nessuno. Nei lavori emergono dettagli incredibili come muscoli ed articolazioni che ridondano e fanno si che quanto proposto possa avere un impatto ed una credibilità maggiore.
Il fine e la poetica che il DissensoCognitivo vuole trasmettere dalle proprie pitture è quella di modificare la realtà, donare spunti per cervelli pigri, interrogare lo spettatore sui rischi ambientali, sul degrado e sull’eccessivo abuso di tecnologie, gli strumenti sono essenzialmente il bianco e nero e relative scale di colore. La scelta non è banale ma serve per rafforzare i concetti espressi, per donare un maggiore forza alle opere, se le forme vengono disegnate utilizzando i grigi ed i neri le stesse vengono fatte staccare dalla parete attraverso l’utilizzo del bianco, quest’ultimo serve per donare un senso di isolamento e solitudine intorno alla creature.
Il duo utilizza pennelli vecchi perchè ognuno ha un segno particolare e diverso dagli altri il che permette ai due di donare tocchi e sfumature diverse ed irripetibili, gli spazi utilizzati sono muri vecchi e degradati, dove macchie e muffe diventano parte integrante delle opere fornendo un colore sbiadito e rovinato, ancora una volta per rafforzare i propri concetti e per donare maggiore profondità emotiva a quanto proposto.
Quello che colpisce è sicuramente la capacità di approfondimento che il duo trasmette dalle proprie opere, non si tratta di semplici disegni, dietro si nascondono domande e risposte. Lo spettatore rimane immobilizzato cercando di capire la logica delle creature, si interroga su come sia possibile arrivare ad abitare un corpo del genere e ne rimane spiazzato dalla verità che potrebbe celarsi dietro tali mostruosità. Un senso di cupo e tristezza che avviluppa chi osserva, queste figure si sollevano, fissano ed invadono il cervello imponendo un idea malsana, un senso di frustrazione che si insidia nella mente, e se fosse tutto vero?