THE BOOST – AK
THE BOOST nasce dalla voglia di raccontarvi quella che è la grande scena artistica italiana, in questa rubrica cercheremo di proporvi artisti dotati ma poco conosciuti al grande pubblico. Uno spazio che vogliamo dedicare a coloro che ci hanno colpito per capacità e stile personale, andando poi seguirne l’evoluzione nel corso del tempo.
Ad aprire il nuovo anno è AK
Per questo inizio di anno volevo proporre qualcosa di fresco ed energico che mi trasmettesse il nuovo, stanco delle consuetudini e delle ortodossie volevo elettrizzarmi, osservare il diverso e farmi ipnotizzare, caderci dentro per poi esserne catapultato fuori, nuovo e cambiato, come se camminando in strada una rapida occhiata e di scatto i piedi tornano sui propri passi per vedere meglio quello che l’occhio ha percepito per una frazione di secondo, un nuovo sistema di concepire l’arte che ampliasse le mie percezioni visive e che di conseguenza mi facesse perdere al suo interno.
AK senza tanti giri di parole mi ha fatto provare tutto questo ed ormai ne sono completamente assuefatto.
L’esperienze personali, di vita, lavorative unite ad un innata attitudine forgiano AK, l’artista impara presto a sentirsi a suo agio con il disegno ma capisce immediatamente che il suo sbocco creativo sfocia non i personaggi o altre declinazioni figurative, ma piuttosto in un mondo astratto dove a regnare sono esclusivamente le geometrie, è il suo unico modo di vedere il disegno e con esso di esprimere se stesso.
Questo mondo rappresenta una parte fondamentale della vita dell’artista, a livello lavorativo e profondamente in simbiosi con quello creativo, la spinta ulteriore poi viene dagli studi universitari che lo vedono interessarsi ed appassionarsi all’optical art che influenza se possibile ancora più profondamente i lavori di AK.
Il primo approccio e la conseguente sperimentazione su parete, avviene grazie alla conoscenza di due altri artisti, nonché amici 999 e Br1 in quel di Torino, il fulcro essenziale del lavoro di AK risiede in una forma ben definita, il triangolo.
La forma triangolare, nella sua unica incarnazione del Triangolo Rettangolo isoscele, rappresenta il punto di partenza per ogni opera proposta, il triangolo rettangolo isoscele è l’esatta metà di un quadrato, due di questi formano un rettangolo che ha una proporzione base/altezza di 1/2 ed all’interno di questo rettangolo ve ne sono altri 4 di triangoli e via dicendo, con questa peculiarità l’artista ha la possibilità di proporzionare e dividere gli spazi in maniera ottimale creando ordine, armonia e perfezione grafica, ma non si tratta solo di un mero gioco di geometrie e calcoli.
Attraverso un lavoro equilibrato ed ordinato AK interagisce con la strada, la modulabilità del triangolo gli permette di scomporlo e riproporlo in altri più piccoli o più grandi, creando di volta in volta forme più complesse, immagini con all’interno diverse sfaccettature che però nel complesso mostrano tutta la loro forza e dirompenza.
L’esperienza e la passione per l’optical art porta alla luce un gioco di in cui oggetti, forme e linee, spesso in bianco e nero, si fanno gioco dell’occhio, forme nelle forme, cambi di prospettiva, inganni che che alla vista di chi osserva creano movimenti e profondità nelle opere, un lavoro che si insinua nel finto ordine del tessuto urbano cittadino, o nelle pareti di luoghi abbandonati, agganciandosi ad essi e cambiandone i connotati, donandogli nuova vita e sopratutto una diversa percezione visiva, sono texture moderne che rivelano tutti l’incredibile lavoro di studio che lo street artist porta in strada, emergono porzioni di muro prima rimosse dal campo visivo che invece ora catturano ed incuriosiscono lo spettatore.
AK al lavoro su muro accompagna anche una ricerca e sperimentazione su diversi medium, su legno od attraverso superfici diverse nel quale riversa il suo approccio geometrico dando vita ad incredibili installazioni.
La capacità di ingannare, giocare con le prospettive e insinuare nello spettatore curiosità per quello che vede, ponendolo di fronte a forme celate su stesse, a volumi da seguire nel loro percorso sul muro mentre si aprono, si chiudono, crescono ed esplodono per poi accartocciarsi su stessi in un continuo cambio di grandezza e profondità, linee e forme che aprono nuovi spazi che mostrano una parete dimenticata che invece ora viene colta dallo sguardo, l’occhio si riappropria di quello che ha intorno trovandolo cambiato e nuovo.
Un lavoro che si distacca fortemente da quelli che avete già visto, sono opere che ipnotizzano e fanno cadere in trance portandoci in altri luoghi dove la dimensione, gli spazi, le linee e le forme sono tutti in perfetta armonia tra loro.