THE BOOST – (Come) Achille
THE BOOST nasce dalla voglia di raccontarvi quella che è la grande scena artistica italiana, in questa rubrica cercheremo di proporvi artisti dotati ma poco conosciuti al grande pubblico. Uno spazio che vogliamo dedicare a coloro che ci hanno colpito per capacità e stile personale, andando poi seguirne l’evoluzione nel corso del tempo.
Continuiamo il nostro viaggio questa volta in compagnia di (Come) ACHILLE
Nasco dentro la cartapesta nel capannone dei carri allegorici di un carnevale in un piccolo paese di provincia dove ancora, dopo venti anni, collaboro con persone eccezionali. Imparo a miscelare i colori da un carrozziere e a tenere un pennello come fosse una matita. Cosi si presenta (Come) Achille, così spiegata la foto di apertura di questo nuovo appuntamento con la nostra rubrica.
Quando abbiamo avuto il piacere di osservare alcuni lavori siamo rimasti fortemente impressionati dalla forza simbolica espressa nelle opere e sopratutto dall’incredibile sensibilità proposta, le forme dipinte sono delicate ed allo stesso tempo terribilmente profonde, rimbalzano letteralmente dall’opera alla mente dello spettatore, ma sono anche terribilmente familiari, la prima cosa che abbiamo sperimentato è stata quella di provare quelle pose e quei movimenti visti con le nostre stesse mani, segno che l’artista da subito riesce ad instaurare un legame forte con le spettatore, incanalando nei disegni il proprio immaginario e le proprie percezioni.
(Come)Achille è uno Street Artist con base a Foligno in Umbria, l’artista non ha mai frequentato scuola d’arte o qualsiasi altro tipo di corso inerente le discipline artistiche, il suo quindi è talento puro che unito agli studi di architettura che hanno insegnato alla sua vista ad osservare cose, oggetti e ciò che lo circonda, non fermandosi unicamente alla mera forma estetica ma piuttosto ad approfondire per capire come funzionano, formano la persona e creano l’artista.
La prima cosa spontanea da chiedersi è il perchè di un nome così curioso, il motivo è presto detto, si tratta del nome con il quale il padre dell’artista chiama il figlio ed è direttamente riferito alla famosa espressione “Achille, più cresci e più diventi imbecille”, una simpatica locuzione a cui l’artista si è legato col tempo.
Come Achille ha un approccio particolare e diverso, l’artista si guarda intorno, scruta e ruba con gli occhi traducendo con le mani pensieri ed emozioni, il supporto non importa può trattarsi di un foglio di carta grande come un soldo oppure piccolo come una parete, ininfluente, il suo è un lavoro di emozioni che butta fuori di getto, al momento, i suoi lavori quindi risultano diversi e fortemente influenzati da umore e sensazioni, diventando quindi spontanei e veri. Non ha bisogno di parole, anzi se ne distacca completamente, andando invece a preferire la forza di visioni ed immagini familiari e proprie di chiunque persona, con il risultato di far riscontrare una certa familiarità allo spettatore che a suo agio si interroga sulla possibilità di quelle “danze” e quei movimenti ed espressioni.
Non servono lettere o parole l’artista quindi decide che il suo tramite espressivo sono gli occhi e le mani, se il primo organo osserva, elaborando spunti e situazioni interessanti, il secondo trasforma un groviglio di pensieri ed emozioni in forme e colore, è naturale quindi che i soggetti preferiti dall’artista siano proprio questi.
Le opere sono realizzate al momento, di impulso e di getto, l’artista quindi affida a diversi medium, siano questi legno, ferro, al muro fino ad arrivare alla cartapesta, i suoi pensieri, sensazioni e fantasie, arrivando ad esprimere attraverso le sue opere quello che altrimenti gli sarebbe precluso a parole.
L’alchimia creata tra mani e occhi viene ancora di più rafforzata se si osservano le sue opere, attraverso le stesse infatti l’artista ci fà rivivere le sensazioni provate attraverso la vista ed il tatto, attingendo ad un immaginario ricco e divertente.
Una vera e propria fissazione che lo porta ha disegnarli continuamente cercando la perfezione della posa e del movimento per le mani, profondità ed espressione per gli occhi, specchio dell’anima e principale “ponte” di una persona in tutti i suoi stati emotivi e psicologici.
Il risultato sono dapprima una sperimentazione su carta, ed in seguito uno studio completo delle forme, espressività e movimenti che lo porta dapprima ad impegnarsi in un incredibili lavori in cui mani ed ombre giocano a rincorrersi, ed in seguito in continui approfondimenti in cui gli occhi vengono riprodotti ciclicamente in espressioni forti e profondissime.
Ma l’artista è sempre in movimento e il suo continuo saggiare e provare lo portano ad nuovo ed interessante lavoro di sperimentazione con luci e ombre. Come Achille costruisce ed inventa macchinari artigianali unendo le cose più disparate e dall’uso quotidiano diverso, il tutto con lo scopo di far muovere la luce, farla oscillare, roteare sopra la propria opera affinché l’ombra generata sia in continuo movimento cambiando quindi la percezione all’occhio dell’osservatore.
Dicono street art, ma credo di più nel significato di ciò che realizzo, non nelle definizioni date dagli altri al mio operato.
Munari diceva, anzi scriveva che una spiegazione molto esauriente annullerebbe la funzione dell’oggetto, creato invece per stimolare la fantasia. Sono d’accordo con lui, e immagino che ciò valga in ogni campo dell’arte.