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GORGO

Reflections – L’Estate calda del Sud Italia

Reflections è un dialogo che vogliamo istaurare con voi, un testo aperto, uno spunto di discussione e riflessione su determinati argomenti che ci hanno maggiormente coinvolto e che per una ragione o per un’altra ci spingono ad aprire un dialogo con voi.

La caduta del FAME Festival di Grottaglie, con l’ultima edizione nell’anno 2012, ha segnato una frattura importante, la rassegna ha rappresentato uno delle esperienze più genuine del nostro paese dimostrando come un Festival, se portato avanti attraverso criteri ed una scelta artistica oculata, possa davvero fare la differenza all’interno dell’assetto urbano ed architettonico di una città portando il nome di Grottaglie al centro della scena per molti anni. Ironicamente uno dei motivi della scelta di Angelo Milano di chiudere con FAME e piuttosto portare avanti progetti collaterali in particolare con gli artisti che meglio si sposano con le sue attitudini, è di fatto lo stesso che sta proiettando l’arte urbana o street art che dir si voglia, verso la vetta del proprio consenso popolare e istituzionale. In questo senso in questi ultimi anni stiamo assistendo ad un continuo nascere di festival, progetti, biennali e mostre praticamente in ogni dove, se da una parte questo permette agli artisti di sviluppare il proprio lavoro su superfici certamente di grande impatto, dall’altra dimostra come il fenomeno sia mano a mano sempre più sfruttato da municipi, comuni ed enti e gallerie per il proprio tornaconto, spesso politico ed economico, con scelte poco accurate, progetti campati in aria, mostre ed esperienze che in certi casi davvero hanno poco da dire insieme ed altre squisitezze di cui parleremo in un altro momento.

Stiamo quindi assistendo ad un esubero, un sistema che non premia la qualità ma che spesso va incontro alla quantità al solo fine di abbellire e basta, non c’è un progetto, non c’è un idea dietro tutto ciò, e di conseguenza si sta perdendo il senso stesso del dipingere in strada.

La risposta inaspettata a questo trend è arrivata quest’anno, fragorosa, dal grandissimo impatto e soprattutto capace di veicolare nuovamente le attenzioni sul nostro paese, è il bistrattato Sud Italia, con i suoi problemi e le sue difficoltà ma anche il suo clima, la sua vivacità e la sua capacità di attrarre ed ammaliare chiunque. La risposta si chiama Oltre il Muro Festival, VIAVAI Project, ALTrove Festival, Enziteto Real Estate, tutte realtà che hanno sviluppato un proprio e personale percorso, un progetto dietro il quale si celano ragazzi ed appassionati che hanno saputo dare un impostazione genuina riuscendo a veicolare un idea di arte urbana finalmente vicina alla gente, riavvicinando dinamiche pittoriche alla vita reale, colpendo per una scelta matura degli ospiti, preferendo la qualità di quelli Italiani al blasone di quelli internazionali.

Nella nostra programmazione abbiamo affrontato ciascuno degli eventi di cui sopra, abbiamo parlato con chi li ha portati avanti per scoprire come il denominatore comune di questi progetti è la volontà degli organizzatori di non chiamare unicamente gli artisti a dipingere ma piuttosto calare gli stessi all’interno delle dinamiche del luogo, c’è una storia dietro, di un luogo, di una città che cerca di rialzarsi, di un ambiente che tenta di costruirsi il futuro da se, si intrecciano vissuti ed esperienze differenti, viene smontata quindi la dinamica da festival istituzionale.

Ci è piaciuto questo approccio, questo è quello che ci piace raccontarvi, un sistema di fare arte vicino alla gente, un approccio non economico ma prettamente votato al dialogo, alla scoperta dei luoghi e delle sue difficoltà, per la città stessa e per la sua gente, un impostazione genuina che fa riaffiorare quelle che devono rimanere le dinamiche della strada, un appeal casareccio proprio come piace a noi.

Reflections – L’Estate calda del Sud Italia

Reflections è un dialogo che vogliamo istaurare con voi, un testo aperto, uno spunto di discussione e riflessione su determinati argomenti che ci hanno maggiormente coinvolto e che per una ragione o per un’altra ci spingono ad aprire un dialogo con voi.

La caduta del FAME Festival di Grottaglie, con l’ultima edizione nell’anno 2012, ha segnato una frattura importante, la rassegna ha rappresentato uno delle esperienze più genuine del nostro paese dimostrando come un Festival, se portato avanti attraverso criteri ed una scelta artistica oculata, possa davvero fare la differenza all’interno dell’assetto urbano ed architettonico di una città portando il nome di Grottaglie al centro della scena per molti anni. Ironicamente uno dei motivi della scelta di Angelo Milano di chiudere con FAME e piuttosto portare avanti progetti collaterali in particolare con gli artisti che meglio si sposano con le sue attitudini, è di fatto lo stesso che sta proiettando l’arte urbana o street art che dir si voglia, verso la vetta del proprio consenso popolare e istituzionale. In questo senso in questi ultimi anni stiamo assistendo ad un continuo nascere di festival, progetti, biennali e mostre praticamente in ogni dove, se da una parte questo permette agli artisti di sviluppare il proprio lavoro su superfici certamente di grande impatto, dall’altra dimostra come il fenomeno sia mano a mano sempre più sfruttato da municipi, comuni ed enti e gallerie per il proprio tornaconto, spesso politico ed economico, con scelte poco accurate, progetti campati in aria, mostre ed esperienze che in certi casi davvero hanno poco da dire insieme ed altre squisitezze di cui parleremo in un altro momento.

Stiamo quindi assistendo ad un esubero, un sistema che non premia la qualità ma che spesso va incontro alla quantità al solo fine di abbellire e basta, non c’è un progetto, non c’è un idea dietro tutto ciò, e di conseguenza si sta perdendo il senso stesso del dipingere in strada.

La risposta inaspettata a questo trend è arrivata quest’anno, fragorosa, dal grandissimo impatto e soprattutto capace di veicolare nuovamente le attenzioni sul nostro paese, è il bistrattato Sud Italia, con i suoi problemi e le sue difficoltà ma anche il suo clima, la sua vivacità e la sua capacità di attrarre ed ammaliare chiunque. La risposta si chiama Oltre il Muro Festival, VIAVAI Project, ALTrove Festival, Enziteto Real Estate, tutte realtà che hanno sviluppato un proprio e personale percorso, un progetto dietro il quale si celano ragazzi ed appassionati che hanno saputo dare un impostazione genuina riuscendo a veicolare un idea di arte urbana finalmente vicina alla gente, riavvicinando dinamiche pittoriche alla vita reale, colpendo per una scelta matura degli ospiti, preferendo la qualità di quelli Italiani al blasone di quelli internazionali.

Nella nostra programmazione abbiamo affrontato ciascuno degli eventi di cui sopra, abbiamo parlato con chi li ha portati avanti per scoprire come il denominatore comune di questi progetti è la volontà degli organizzatori di non chiamare unicamente gli artisti a dipingere ma piuttosto calare gli stessi all’interno delle dinamiche del luogo, c’è una storia dietro, di un luogo, di una città che cerca di rialzarsi, di un ambiente che tenta di costruirsi il futuro da se, si intrecciano vissuti ed esperienze differenti, viene smontata quindi la dinamica da festival istituzionale.

Ci è piaciuto questo approccio, questo è quello che ci piace raccontarvi, un sistema di fare arte vicino alla gente, un approccio non economico ma prettamente votato al dialogo, alla scoperta dei luoghi e delle sue difficoltà, per la città stessa e per la sua gente, un impostazione genuina che fa riaffiorare quelle che devono rimanere le dinamiche della strada, un appeal casareccio proprio come piace a noi.