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Pixel Pancho – New Mural in London

In occasione del suo prossimo show all’interno degli spazi della Stolen Space Galery di Londra, il grande Pixel Pancho ha da poco terminato di realizzare un nuovo intervento parte del progetto Colour the Capital promosso da Global Street Art and Forest Recycling Project.

Nell’attesa che ci separa dall’apertura dell’esibizione “Memory of our life”, allestimento che sarà catalizzato da un forte corpo installativo, torniamo quindi ad approfondire il lavoro in strada di uno dei nomi più importanti della scena Italiana.

Le produzioni firmate da Pixel Pancho rappresentano l’ideale risultato della particolare fascinazione dell’artista verso le macchine. Il fascino dei robot, sta tutto nella capacità intrinseca di queste figura immaginarie di incarnare lo stereotipo del super uomo, dell’avanzare tecnologico, e della creazione in senso puro, generata dalle capacità intellettive dell’essere umano. Se queste sono le basi tematiche a cui siamo abituati a confrontarci, quando si tratta di robot, androidi e macchine, l’artista sceglie però un approccio drasticamente opposto. L’utilizzo della macchina per l’autore, è infatti legato ad una riflessione profonda e sfaccettata sull’essere umano. I corpi metallici vengono quindi utilizzati come vibrante analogia dell’uomo moderno, per una riflessione capace quindi di contestualizzare al meglio, l’attuale situazione di declino dell’essere umano. Ad emergere sono quindi corpi corrosi, semi distrutti, stanchi ed arrugginiti, macchine vuote e fredde, ideale contrapposizione dell’uomo e che nelle pitture dell’interprete, vediamo letteralmente impattare lo spazio andando a prendere forma e vita sulle pareti dove lo stesso ha l’opportunità di dipingere.

L’autore Italiano, dapprima ci ha abituato ad una pittura di rappresentazione, per poi lentamente passare ad un accostamento inesorabile. Le macchine hanno lentamente sempre più preso le sembianze di esseri umani, sottolineando quindi la personale e profonda analogia. Al tempo stesso ci scopriamo ad osservare corpi umani invasi da componenti metalliche in un duplice cammino di declino quindi, che ha saputo rafforzare i temi e gli spunti riflessivi dell’artista.

A scandire quest’ultima fatica di Pixel Pancho, è anzitutto la conferma di una nuova maturità nel tratto scelto. I colori si fanno intensi e profondi, il livello di dettagli diviene altissimo per un risultato finale assolutamente impattante. L’immagine scelta raffigura il corpo di due distinti soggetti, letteralmente intrecciati e posti all’unisono con una nuova trama naturale. Una nuova decadenza, scandita da toni malinconici e da una eccellente stilistica.

Riviviamo assieme tutte le fasi di elaborazione di quest’ultima fatica del grande autore Italiano, attraverso una bella e lunga serie di scatti, è tutto in calce al nostro testo, dateci un occhiata e restate sintonizzati per nuovi aggiornamenti sullo show e sul lavoro dell’artista.

Pics by Julie via Street Art News

Pixel Pancho – New Mural in London

In occasione del suo prossimo show all’interno degli spazi della Stolen Space Galery di Londra, il grande Pixel Pancho ha da poco terminato di realizzare un nuovo intervento parte del progetto Colour the Capital promosso da Global Street Art and Forest Recycling Project.

Nell’attesa che ci separa dall’apertura dell’esibizione “Memory of our life”, allestimento che sarà catalizzato da un forte corpo installativo, torniamo quindi ad approfondire il lavoro in strada di uno dei nomi più importanti della scena Italiana.

Le produzioni firmate da Pixel Pancho rappresentano l’ideale risultato della particolare fascinazione dell’artista verso le macchine. Il fascino dei robot, sta tutto nella capacità intrinseca di queste figura immaginarie di incarnare lo stereotipo del super uomo, dell’avanzare tecnologico, e della creazione in senso puro, generata dalle capacità intellettive dell’essere umano. Se queste sono le basi tematiche a cui siamo abituati a confrontarci, quando si tratta di robot, androidi e macchine, l’artista sceglie però un approccio drasticamente opposto. L’utilizzo della macchina per l’autore, è infatti legato ad una riflessione profonda e sfaccettata sull’essere umano. I corpi metallici vengono quindi utilizzati come vibrante analogia dell’uomo moderno, per una riflessione capace quindi di contestualizzare al meglio, l’attuale situazione di declino dell’essere umano. Ad emergere sono quindi corpi corrosi, semi distrutti, stanchi ed arrugginiti, macchine vuote e fredde, ideale contrapposizione dell’uomo e che nelle pitture dell’interprete, vediamo letteralmente impattare lo spazio andando a prendere forma e vita sulle pareti dove lo stesso ha l’opportunità di dipingere.

L’autore Italiano, dapprima ci ha abituato ad una pittura di rappresentazione, per poi lentamente passare ad un accostamento inesorabile. Le macchine hanno lentamente sempre più preso le sembianze di esseri umani, sottolineando quindi la personale e profonda analogia. Al tempo stesso ci scopriamo ad osservare corpi umani invasi da componenti metalliche in un duplice cammino di declino quindi, che ha saputo rafforzare i temi e gli spunti riflessivi dell’artista.

A scandire quest’ultima fatica di Pixel Pancho, è anzitutto la conferma di una nuova maturità nel tratto scelto. I colori si fanno intensi e profondi, il livello di dettagli diviene altissimo per un risultato finale assolutamente impattante. L’immagine scelta raffigura il corpo di due distinti soggetti, letteralmente intrecciati e posti all’unisono con una nuova trama naturale. Una nuova decadenza, scandita da toni malinconici e da una eccellente stilistica.

Riviviamo assieme tutte le fasi di elaborazione di quest’ultima fatica del grande autore Italiano, attraverso una bella e lunga serie di scatti, è tutto in calce al nostro testo, dateci un occhiata e restate sintonizzati per nuovi aggiornamenti sullo show e sul lavoro dell’artista.

Pics by Julie via Street Art News