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GORGO

Pixel Pancho – New Mural For Wall Therapy 2013 in Rochester

Dopo la bella serie di lavori Europei, Pixel Pancho torna negli States per impegnarsi in una nuova facciata realizzata all’interno dell’eccellente Wall Therapy di Rochester, che prosegue così, dopo il brulicare di interventi di questa estate, ad aggiungere l’ennesimo ed importante tassello alla sua già intensa programmazione.

Sebbene non si tratti di una di una delle grandi pareti a cui l’artista ci ha abituato, quest’ultimo lavoro a nostro avviso rappresenta un po’ la summa del percorso fin qui esplorato da Pixel Pancho. Riavvolgendo il nastro di qualche anno noterete senza dubbio il grande lavoro di ricerca e perfezionamento dello stile apportato dall’interprete italiano, dalle raffigurazioni di robot in attività puramente umane l’artista ha attraversato un periodo di ‘decadenza’ con l’avvento della ruggine a trasformare i corpi delle sue macchine, a questo l’interprete ha poi aggiunto una componente umana con le immagini di bambini a fare capolino sulle superficie per poi passare all’inserimento graduale di elementi naturali come i rampicanti, quest’ultimi in particolare stanno interessando proprio le ultime opere. Il quadro generale quindi è bello denso di opportunità di riflessione, non unicamente il mero disegno di questi esseri ma piuttosto un vero e proprio rapporto tormentato con la vita e con il passare del tempo, Pixel Pancho ha maturato una particolare predilezione per i temi impegnati, analizzando la vita e gli aspetti emotivi umani servendosi proprio delle sue macchine, ponendo a rapporto le stesse con gli aspetti più profondi dell’uomo, analizzando la scorrere del tempo e la morte da un punto di vista nuovo ed assolutamente impattante e riuscendo ad unire tutte queste tematiche in un unico grande mosaico multisfaccettato, a corredo di questa maturazione tematica assistiamo anche ad un impegno visivo maggiore con i dettagli e le colorazioni utilizzata a rimarcare i concetti esposti.

Per la rassegna statunitense Pixel Pancho ci mostra la testa di uno dei suoi robot, completamente arrugginita e abbandonata alle piaghe del tempo la osserviamo letteralmente invasa da un insistente groviglio di piante, a quest’aspetto infine l’artista contrappone l’abbraccio simbolico di un bambino, bellissimo.

Pics by Elisabetta Riccio

Pixel Pancho – New Mural For Wall Therapy 2013 in Rochester

Dopo la bella serie di lavori Europei, Pixel Pancho torna negli States per impegnarsi in una nuova facciata realizzata all’interno dell’eccellente Wall Therapy di Rochester, che prosegue così, dopo il brulicare di interventi di questa estate, ad aggiungere l’ennesimo ed importante tassello alla sua già intensa programmazione.

Sebbene non si tratti di una di una delle grandi pareti a cui l’artista ci ha abituato, quest’ultimo lavoro a nostro avviso rappresenta un po’ la summa del percorso fin qui esplorato da Pixel Pancho. Riavvolgendo il nastro di qualche anno noterete senza dubbio il grande lavoro di ricerca e perfezionamento dello stile apportato dall’interprete italiano, dalle raffigurazioni di robot in attività puramente umane l’artista ha attraversato un periodo di ‘decadenza’ con l’avvento della ruggine a trasformare i corpi delle sue macchine, a questo l’interprete ha poi aggiunto una componente umana con le immagini di bambini a fare capolino sulle superficie per poi passare all’inserimento graduale di elementi naturali come i rampicanti, quest’ultimi in particolare stanno interessando proprio le ultime opere. Il quadro generale quindi è bello denso di opportunità di riflessione, non unicamente il mero disegno di questi esseri ma piuttosto un vero e proprio rapporto tormentato con la vita e con il passare del tempo, Pixel Pancho ha maturato una particolare predilezione per i temi impegnati, analizzando la vita e gli aspetti emotivi umani servendosi proprio delle sue macchine, ponendo a rapporto le stesse con gli aspetti più profondi dell’uomo, analizzando la scorrere del tempo e la morte da un punto di vista nuovo ed assolutamente impattante e riuscendo ad unire tutte queste tematiche in un unico grande mosaico multisfaccettato, a corredo di questa maturazione tematica assistiamo anche ad un impegno visivo maggiore con i dettagli e le colorazioni utilizzata a rimarcare i concetti esposti.

Per la rassegna statunitense Pixel Pancho ci mostra la testa di uno dei suoi robot, completamente arrugginita e abbandonata alle piaghe del tempo la osserviamo letteralmente invasa da un insistente groviglio di piante, a quest’aspetto infine l’artista contrappone l’abbraccio simbolico di un bambino, bellissimo.

Pics by Elisabetta Riccio