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GORGO

Pixel Pancho – New Mural in Hong Kong for HKwalls

C’è anche Pixel Pancho tra gli ospiti dell’ultima edizione del HK Walls, l’artista Italiano si è confrontato con questa enorme parete ad Hong Kong.

Il confronto con il lavoro di Pixel Pancho passa per la particolare narrativa che l’artista Italiano da anni sta portando avanti. I robot continuano a rappresentare gli assoluti protagonisti, ma al tempo stesso l’artista ha saputo cogliere le possibilità di una riflessione sull’uomo, utilizzando le macchine come perfette analogie.

I robot rappresentano la perfezione, il risultato dell’ingegno dell’essere umano, è il super uomo privo di difetti fisici, immortale e capace di fare cose straordinarie. Intelligenza di Pixel Pancho è stata quella di contrapporre tutto ciò ad un forte lavoro di introspezione. Nelle produzioni dell’interprete l’essere umano non è direttamente presente, ritroviamo però le sue paure e fragilità, le sue contraddizioni, emozioni e sentimenti. Tutti questi aspetti ne hanno profondamente trasformato l’aspetto.

I corpi stanchi dei robot appaiono mangiati dalla ruggine, il metallo si rompe e sfalda, la natura ne investe l’animo freddo, trasformandone completamente l’aspetto. È così che la macchina appare più umana, meno perfetta, avvicinandosi all’uomo ed ereditandone, nel bene o nel male, problemi e peculiarità.

Attraverso gli scatti in calce al nostro testo riviviamo le fasi del making of fino al bel risultato finale, è tutto dopo il salto mettetevi comodi e dateci un occhiata.

Pics by Jaime Rojo via Brooklyn Street Art

Pixel Pancho – New Mural in Hong Kong for HKwalls

C’è anche Pixel Pancho tra gli ospiti dell’ultima edizione del HK Walls, l’artista Italiano si è confrontato con questa enorme parete ad Hong Kong.

Il confronto con il lavoro di Pixel Pancho passa per la particolare narrativa che l’artista Italiano da anni sta portando avanti. I robot continuano a rappresentare gli assoluti protagonisti, ma al tempo stesso l’artista ha saputo cogliere le possibilità di una riflessione sull’uomo, utilizzando le macchine come perfette analogie.

I robot rappresentano la perfezione, il risultato dell’ingegno dell’essere umano, è il super uomo privo di difetti fisici, immortale e capace di fare cose straordinarie. Intelligenza di Pixel Pancho è stata quella di contrapporre tutto ciò ad un forte lavoro di introspezione. Nelle produzioni dell’interprete l’essere umano non è direttamente presente, ritroviamo però le sue paure e fragilità, le sue contraddizioni, emozioni e sentimenti. Tutti questi aspetti ne hanno profondamente trasformato l’aspetto.

I corpi stanchi dei robot appaiono mangiati dalla ruggine, il metallo si rompe e sfalda, la natura ne investe l’animo freddo, trasformandone completamente l’aspetto. È così che la macchina appare più umana, meno perfetta, avvicinandosi all’uomo ed ereditandone, nel bene o nel male, problemi e peculiarità.

Attraverso gli scatti in calce al nostro testo riviviamo le fasi del making of fino al bel risultato finale, è tutto dopo il salto mettetevi comodi e dateci un occhiata.

Pics by Jaime Rojo via Brooklyn Street Art