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GORGO

Pixel Pancho for Memorie Urbane Festival 2014

Ancora approfondimenti da Gaeta, proseguono infatti i lavori nella cittadina del litorale Pontino con un dopo Memorie Urbane che ha ospitato il grande Pixel Pancho, l’interprete Italiano si è lanciato in una nuova realizzazione portando avanti spunti e tematiche tipiche del proprio particolare approccio.

In questi ultimi mesi vi abbiamo mostrato con piacere i lavori che maggiormente ci hanno impressionato all’interno di questa nuova e soprattutto ricchissima edizione che quest’anno ha accolto un numero incredibile di artisti andando a coinvolgere la quasi totalità delle città del litorale laziale. È interessante quindi come lo slancio degli organizzatori sia scaturito in un extra Festival che siamo sicuri continuerà a regalarci emozioni e che proprio con Pixel Pancho torna di prepotenza a far parlare di sè.

Dal titolo “La morte di Caieta” quest’ultima fatica dell’artista Italiano ne raccoglie perfettamente l’eredità sia tematica e visiva andando a rappresentare una sorta di manifesto del particolare momento dell’interprete. Come stiamo vedendo in questi ultimi mesi Pixel Pancho ha intrapreso un percorso in parte nuovo lasciando però inalterata la profondità ed il fulcro dei propri interventi, a cambiare è infatti la figura del robot non più essere a se stante e simbolo di invincibilità ma piuttosto artefatto della decadenza umana, figura che riflette lo stato dell’uomo moderno. Sebbene quest’ultimo aspetto rappresenti uno degli approfondimenti tipici dei lavori portati avanti dall’artista, con l’utilizzo della ruggine e della natura come strumenti ideali per lo sviluppo di queste tematiche, è innegabile come la pittura delle macchine e dei soggetti tipici del lavoro dell’interprete attraverso una finzione umana, riesca senza dubbio a sviluppare un intreccio visivo ed un impatto emotivo certamente di forza maggiore. In questo senso l’autore da prosegue ad esplorare il particolare rapporto che lega le sue macchine all’uomo, d’altra parte questo differente indirizzo tematico si allontana fortemente dai temi sviscerati in questi ultimi anni portando la figura dei robot ad un nuovo livello. Questo indirizzo tematico è ancora fortemente radicato, nelle intenzioni dell’artista Italiano c’è l’idea di portare la macchina ad una impostazione nuova, ponendola questa volta in totale uguaglianza con la figura umana e servendosi della stessa per rappresentarne le insenature emotive e gli angoli più remoti dei comportamenti dell’uomo, imprimendo su parete attraverso quindi un filtro visivo del tutto personale, tutti quegli elementi emotivi che contraddistinguono l’uomo e fornendo al contempo una personale e profonda critica.

Per Memorie Urbane Pixel Pancho va a raccogliere tutta l’eredità storica del luogo andando a rievocare il mito di Enea e di Caieta, sua nutrice, che segue l’eroe nel Lazio prima di trovare la morte. L’interprete sceglie proprio di concentrarsi su quest’ultimo aspetto andando a realizzare un intenso quadro raffigurante proprio l’istante del trapasso della donna.

Nient’altro da aggiungere, vi lasciamo piuttosto ad una ricca e lunga serie di scatti con i quali possiamo ripercorrere gli istanti di realizzazione dell’intervento fino all’ottimo risultato finale, il consiglio è quello di darci un occhiata, è tutto dopo il salto! Enjoy It!

Thanks to The Festival for The Pics
Pics by Flavia Fiengo

Pixel Pancho for Memorie Urbane Festival 2014

Ancora approfondimenti da Gaeta, proseguono infatti i lavori nella cittadina del litorale Pontino con un dopo Memorie Urbane che ha ospitato il grande Pixel Pancho, l’interprete Italiano si è lanciato in una nuova realizzazione portando avanti spunti e tematiche tipiche del proprio particolare approccio.

In questi ultimi mesi vi abbiamo mostrato con piacere i lavori che maggiormente ci hanno impressionato all’interno di questa nuova e soprattutto ricchissima edizione che quest’anno ha accolto un numero incredibile di artisti andando a coinvolgere la quasi totalità delle città del litorale laziale. È interessante quindi come lo slancio degli organizzatori sia scaturito in un extra Festival che siamo sicuri continuerà a regalarci emozioni e che proprio con Pixel Pancho torna di prepotenza a far parlare di sè.

Dal titolo “La morte di Caieta” quest’ultima fatica dell’artista Italiano ne raccoglie perfettamente l’eredità sia tematica e visiva andando a rappresentare una sorta di manifesto del particolare momento dell’interprete. Come stiamo vedendo in questi ultimi mesi Pixel Pancho ha intrapreso un percorso in parte nuovo lasciando però inalterata la profondità ed il fulcro dei propri interventi, a cambiare è infatti la figura del robot non più essere a se stante e simbolo di invincibilità ma piuttosto artefatto della decadenza umana, figura che riflette lo stato dell’uomo moderno. Sebbene quest’ultimo aspetto rappresenti uno degli approfondimenti tipici dei lavori portati avanti dall’artista, con l’utilizzo della ruggine e della natura come strumenti ideali per lo sviluppo di queste tematiche, è innegabile come la pittura delle macchine e dei soggetti tipici del lavoro dell’interprete attraverso una finzione umana, riesca senza dubbio a sviluppare un intreccio visivo ed un impatto emotivo certamente di forza maggiore. In questo senso l’autore da prosegue ad esplorare il particolare rapporto che lega le sue macchine all’uomo, d’altra parte questo differente indirizzo tematico si allontana fortemente dai temi sviscerati in questi ultimi anni portando la figura dei robot ad un nuovo livello. Questo indirizzo tematico è ancora fortemente radicato, nelle intenzioni dell’artista Italiano c’è l’idea di portare la macchina ad una impostazione nuova, ponendola questa volta in totale uguaglianza con la figura umana e servendosi della stessa per rappresentarne le insenature emotive e gli angoli più remoti dei comportamenti dell’uomo, imprimendo su parete attraverso quindi un filtro visivo del tutto personale, tutti quegli elementi emotivi che contraddistinguono l’uomo e fornendo al contempo una personale e profonda critica.

Per Memorie Urbane Pixel Pancho va a raccogliere tutta l’eredità storica del luogo andando a rievocare il mito di Enea e di Caieta, sua nutrice, che segue l’eroe nel Lazio prima di trovare la morte. L’interprete sceglie proprio di concentrarsi su quest’ultimo aspetto andando a realizzare un intenso quadro raffigurante proprio l’istante del trapasso della donna.

Nient’altro da aggiungere, vi lasciamo piuttosto ad una ricca e lunga serie di scatti con i quali possiamo ripercorrere gli istanti di realizzazione dell’intervento fino all’ottimo risultato finale, il consiglio è quello di darci un occhiata, è tutto dopo il salto! Enjoy It!

Thanks to The Festival for The Pics
Pics by Flavia Fiengo