Pastel a Villa Ballester, Buenos Aires
Gli studi in architettura hanno fortemente influenzato la produzione di Pastel, egli vede infatti le città moderne caratterizzate dalla presenza di ‘non luoghi’, ovvero quelle zone spesso isolate e figlie di piani urbanistici irregolari e non inclusivi. Per l’artista le pitture murali rappresentano un ideale punto di partenza per questi luoghi, un opportunità per lavorare sulla loro identità specifica con l’obbiettivo di evitare fenomeni e stravolgimenti economici e sociali legati a fenomeni come la gentrificazione.
Questa particolare sensibilità per lo spazio urbano ha spinto Pastel ha utilizzare la flora come simbolo sociale sia per evidenziare le caratteristiche sociali e storiche di un luogo, sia per sviluppare una personale riflessione antropologica sulla città e su ciò che ad oggi rappresenta.
“Grandma’s Garden”, titolo di quest’ultima pittura, evidenzia e porta avanti questi concetti attraverso un nuovo tipo di simbolismo. Pastel si serve di un tipica pianta da giardino come metafora sull’energia dei migranti europei arrivati dopo la Secondo Guerra Mondiale per mettere radici in un nuova terra. Tipica dei quartieri residenziali, la pianta non solo rappresenta il confine tra privato e pubblico, è anche un sistema per ossigenare gli ambienti comuni, un simbolo di uno spazio dedito alla contemplazione sia per il proprietario quanto per il passante casuale.
Photo Credit: The Artist