Nevercrew – New Mural in Winterthur
Andiamo con piacere ad approfondire il lavoro del duo Nevercrew, gli artisti hanno infatti da poco terminato un nuovo intervento all’interno della zona industriale di Winterthur in occasione dell’ Urban Art Festival of Winterthur.
Una frattura, un mondo a se, un linguaggio personale proprio e che si pone in totale controtendenza con il reale, con ciò che siamo abituati a conoscere, scaraventandoci all’interno di un impianto visivo stimolato unicamente dalla fantasia. Il lavoro di Christian Rebecchi e Pablo Togni aka Nevercrew, vive come spesso accade nei progetti a quattro mani, di due entità, due pensieri ed approcci singoli che miscelandosi tra di loro generano un impronta precisa e sfaccettata. In questo caso l’operato del duo si muove attraverso un equilibrio costante tra fantasia e meccanica, un assonanza che produce un effetto a riverbero capace di creare un empatia nello spettatore unica, una via di fuga dalla realtà prodotta dalla stessa come reale soluzione e risposta al quotidiano. L’impatto quindi avuto con le produzioni del duo ci ha sensibilmente scosso, ha saputo creare una scarica emotiva alimentata dalla sensibilità e dalla unicità di ciò che abbiamo trovato di fronte, l’unione di universi dove il surreale incontra la realtà e per questo diviene possibile, una fantasia che prende il sopravvento ma che rimane attratta dal reale con il quale comunica ed esercita la propria influenza e per questo si fa viva e logica nonostante il suo carattere illogico ed impossibile
Quest’ultima fatica dei Nevercrew prende vita come detto all’interno del vecchio complesso industriale di Sulzer, ora sede frammentato e sede di parcheggi, bar, nuovi appartamenti e gallerie, l’opera lascia il segno su questa grande parete attraverso la consueta impostazione degli interpreti. Vediamo quindi una gigantesca balena letteralmente andare ad emergere da una coltre stratificata di colori, questi ultimi, che rievocano la frattura tra reale ed irreale attraverso la contrapposizione fra tinte accese e sature e colori maggiormente densi e pittorici, vengono lanciate da una sorta di meccanismo, una piastra posta esattamente sotto il muro e che alimenta questa visione ed un braccio meccanico.
Si tratta di uno squarcio, una contrapposizione che ci spinge ad esplorare il sottile contatto tra ciò che ci circonda e ciò che siamo in grado di produrre con la nostra mente, tra fantasia e realtà, e ci ritroviamo sulla scala a scrutare con il naso all’insù verso la grande distesa e il banco di nuvole colorate, splendido.
Dopo il salto riviviamo assieme alcune fasi durante il making of dell’intervento fino al suo splendido risultato finale, dateci un occhiata e restate sintonizzati per nuovi aggiornamenti sul lavoro del duo.
Thanks to The Artists for The Pics