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GORGO

Nevercrew – New Mural in Il Cairo

A distanza di tempo torniamo con piacere ad approfondire il lavoro dei Nevercrew, il duo nelle scorse settimane si è sposta ad Il Cairo dove ha avuto modo di realizzare questo nuovo intervento direttamente sulla facciata esterna dell’Ambasciata Svizzera.

Realizzato all’interno del progetto “On identity and fingerprints” l’opera dal titolo “Compelling Machine n°2” e curata da Fatma Hendawy, ci offre l’opportunità di una nuova immersione all’interno del particolare immaginario del duo elvetico.

Raccogliendo quindi gli stimoli del proprio operato i Nevercrew presentano un nuovo intervento direttamente interconnesso proprio con l’identità del progetto. Gli autori prendono ispirazione dal particolare rapporto che intercorre tra le impronte digitali e l’identità sviluppando in questo senso una personale riflessione che investe lo spazio a disposizione.

Le impronto digitali sono utilizzate per catalogare le persone, rappresentano una sorta di timbro personale di ciascuno di noi, al tempo stesso però sono l’unica parte di una persona priva di contenuto. A differenza della voce od altre parti del corpo, del colore della nostra pelle, elementi che rappresentano e comunicano qualcosa, le impronte sono prive di comunicazione e di contenuto, rappresentano un elemento costante e privo di cambiamenti nel tempo a meno che non vengano abbinate ai loro proprietari. Da questa riflessione gli interpreti vanno quindi a concludere come l’impronta possa essere unicamente vista come una traccia di una interazione, di un segno, di qualcosa che l’uomo ha toccato o sta costruendo. Da qui si sviluppa l’idea di utilizzare le impronte come interazione tra le persone, in un approccio in cui le differenze e diversità culturali e personali, rappresentano uno slancio positivo per uno scambio, una comunicazione e condivisione.

Il risultato di questa profonda riflessione si trasforma in un opera ricchissima come sempre di dettagli laddove ancora una volta ritroviamo le due anime distinte ed in totale simbiosi tipiche del lavoro degli artisti. L’identità delle produzioni firmate da Christian Rebecchi e Pablo Togni aka Nevercrew infatti, si sviluppa attraverso due direzioni personali che miscelandosi vanno a generare il particolare immaginario del duo. Come visto le opere degli autori si muovono attraverso un equilibrio costante da elementi fantastici e invenzioni meccaniche, un mix che celebra le differenti fascinazioni che riesce ad impattare con lo spettatore attraverso una forte e radicata personalità. L’impossibile ed il surreale incontrano la realtà, in una narrazione visive in grado di raccogliere gli stimoli del reale attraverso immagini e visioni fantastiche.

Null’altro da aggiungere, vi lasciamo piuttosto ad una bella serie di immagini dove riviviamo assieme gli istanti di realizzazione dell’opera fino al suo bel risultato finale, dateci un occhiata, siamo certi che non mancherete di apprezzare.

Thanks to The Artist for The Pics

Nevercrew – New Mural in Il Cairo

A distanza di tempo torniamo con piacere ad approfondire il lavoro dei Nevercrew, il duo nelle scorse settimane si è sposta ad Il Cairo dove ha avuto modo di realizzare questo nuovo intervento direttamente sulla facciata esterna dell’Ambasciata Svizzera.

Realizzato all’interno del progetto “On identity and fingerprints” l’opera dal titolo “Compelling Machine n°2” e curata da Fatma Hendawy, ci offre l’opportunità di una nuova immersione all’interno del particolare immaginario del duo elvetico.

Raccogliendo quindi gli stimoli del proprio operato i Nevercrew presentano un nuovo intervento direttamente interconnesso proprio con l’identità del progetto. Gli autori prendono ispirazione dal particolare rapporto che intercorre tra le impronte digitali e l’identità sviluppando in questo senso una personale riflessione che investe lo spazio a disposizione.

Le impronto digitali sono utilizzate per catalogare le persone, rappresentano una sorta di timbro personale di ciascuno di noi, al tempo stesso però sono l’unica parte di una persona priva di contenuto. A differenza della voce od altre parti del corpo, del colore della nostra pelle, elementi che rappresentano e comunicano qualcosa, le impronte sono prive di comunicazione e di contenuto, rappresentano un elemento costante e privo di cambiamenti nel tempo a meno che non vengano abbinate ai loro proprietari. Da questa riflessione gli interpreti vanno quindi a concludere come l’impronta possa essere unicamente vista come una traccia di una interazione, di un segno, di qualcosa che l’uomo ha toccato o sta costruendo. Da qui si sviluppa l’idea di utilizzare le impronte come interazione tra le persone, in un approccio in cui le differenze e diversità culturali e personali, rappresentano uno slancio positivo per uno scambio, una comunicazione e condivisione.

Il risultato di questa profonda riflessione si trasforma in un opera ricchissima come sempre di dettagli laddove ancora una volta ritroviamo le due anime distinte ed in totale simbiosi tipiche del lavoro degli artisti. L’identità delle produzioni firmate da Christian Rebecchi e Pablo Togni aka Nevercrew infatti, si sviluppa attraverso due direzioni personali che miscelandosi vanno a generare il particolare immaginario del duo. Come visto le opere degli autori si muovono attraverso un equilibrio costante da elementi fantastici e invenzioni meccaniche, un mix che celebra le differenti fascinazioni che riesce ad impattare con lo spettatore attraverso una forte e radicata personalità. L’impossibile ed il surreale incontrano la realtà, in una narrazione visive in grado di raccogliere gli stimoli del reale attraverso immagini e visioni fantastiche.

Null’altro da aggiungere, vi lasciamo piuttosto ad una bella serie di immagini dove riviviamo assieme gli istanti di realizzazione dell’opera fino al suo bel risultato finale, dateci un occhiata, siamo certi che non mancherete di apprezzare.

Thanks to The Artist for The Pics