MOMO – New Murals at John Hancock Tower, Boston

Finalmente concluso l’ultimo progetto firmato dal grande MOMO, l’interprete Statunitense nelle scorse settimane si è occupato di trasformare l’atrio della famosa John Hancock Tower di Boston, il risultato non poteva che essere stupefacente.

Probabilmente uno degli autori più importanti a livello internazionale, capace di sviluppare un proprio e peculiare percorso astratto catalizzato da una personale interazione con gli ambienti e con le superfici. La ricerca visiva portata avanti da MOMO, come ribadito più volte, è la diretta conseguenza delle esperienze di vita dello stesso interprete. I vissuti personali ne hanno amplificato la sensibilità e l’interazione con lo spazio di lavoro, con il risultato di una pittura in grado di inserirsi alla perfezione in un determinato contesto ambientale.

Le complesse articolazioni astratte sviluppate dall’Americano, vivono di un costante presenza di forme ed elementi differenti, giochi percettivi, tonalità sature e gradienti, textures e linee che attraversano gli spazi, in quella che è una mistura capace di commutare la forma e la sostanza delle figure proposte. Gli elementi espressi impattano quindi lo spazio attraverso le sensazioni e le percezioni del momento, andando a dialogare con i colori scelti. In questo senso la cadenza tonale degli interventi, e lo sviluppo della stessa all’interno delle figure proposte, diviene motivo di attrazione e coinvolgimento di ciascuna delle produzioni dell’artista.

Realizzato durante i giorni della Snowpocalypse 2015, incessante tempesta di neve che ha colpito la città statunitense, l’intervento è stato commissionato da Boston Properties e curato da Pedro Alonzo. Il progetto vede il grande autore confrontarsi con una grandissima superfice e declinare ancora una volta tutto il suo iconico approccio stilistico. Sempre molto attento alle superfice ed agli spot dove ha modo di lavorare, l’autore sceglie qui di dialogare con le particolarità architettoniche dell’atrio. Tutte le superfici della hall sono infatti lucidate ed accompagnate da un certo gusto Deco. Il senso di verticalità che accompagna ciascuna delle sezioni, con la forte presenza delle colonne, il pavimento lucido, il marmo grigio e pesante, sono solo alcuni degli elementi con cui l’interprete sceglie di dialogare, contrastandone l’aspetto e l’equilibrio attraverso le sue esplosioni cromatiche e gestuali.

In questo senso di tratta quindi di una sorta di sfida, catalizzata dall’idea di rendere l’ambiente più vivace, lasciando al tempo stesso immutato l’equilibrio dello spazio, e capace di porsi come canale espressivo ‘umano’, in un sentimento di passaggio, che ben contrasta il valore permanente dell’architettura.

Il risultato finale è una danza incessante capace costantemente di rinnovarsi e di esaltare quelle che sono le pittura dell’artista. Un costante dialogo che ci offre l’opportunità di confrontarci anche con significative variazioni tonali, portando quindi l’interprete ad utilizzare tinte differenti rispetto al solito, e lasciandoci ancora una volta completamente assorti e basiti.

Ad accompagnare il nostro testo una bella e lunga serie di scatti con tutti i dettagli di quest’ultima splendida pittura, il consiglio è quello di darci un occhiata

First pic by Geoff Hargadon via Brooklyn Street Art