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Moallaseconda – “Il Mucchio” Show (Recap)

Andiamo finalmente a dare un occhiata ad “Il Mucchio” ultima fatica di Moallaseconda. Si tratta di una nuova esibizione che raccoglie appieno gli stimoli creativi dell’autore per una riflessione sulle opere che letteralmente non esistono.

Continuiamo a seguire con interesse gli sviluppi del lavoro dell’autore Italiano, sempre più interessati nell’osservare come lo stesso porti avanti la personale indole stilistica attraverso una ricerca capace di intersecarsi con aspetti, riflessioni e medium differenti. Passato definitivamente (?) ad una impostazione del tutto astratta, il lavoro di Moallaseconda si miscela con il particolare immaginario dell’autore raccogliendo gli stimoli tematici e sviluppandone però la ricerca verso un piglio stilistico del tutto inedito. L’artista porta avanti una stilistica criptica e soprattutto legata ad una personale fascinazione per la forma che si sviluppa attraverso sperimentazioni che abbracciano idee e stimoli appartenenti a temi e spunti personali. Gli impulsi mistici ed onirici dei suoi precedenti lavori, trovano quindi posto attraverso esaltazioni delle forma, delle linee, tessendo trame del tutto nuovo, e generando percorso e stati d’animo differenti per risultato finali potenti ed altamente viscerali.

Quest’ultima fatica dell’autore è la naturale conseguenza degli ultimi stimoli a cui lo stesso è stato esposto. Come visto alcuni giorni addietro con la bella ed effimera installazione in strada (Covered), l’autore italiano, continuando il suo piglio sperimentativo, ha iniziato ad esercitare il personale processo produttivo su una serie di materiali di scarto.

Il Mucchio nasce quindi dall’esigenza dell’autore di confrontarsi con materiali differenti, ma soprattutto viene sviluppato attraverso una personale riflessione sulla materia. La materia per Moallaseconda non rappresenta un corpo a se stante, quanto piuttosto un elemento in continua mutazione. L’autore si sofferma in particolare sugli elementi casuali, quelli che non esistono, che vengono scovati in strada e raccolti in questi anni, custoditi con la certezza che prima o sarebbero stati utilizzati.

Curata da Qahwa, questa mostra/installazione è quindi il risultato delle riflessioni sull’autore, sia dal punto di vista tematico che da quello stilistica. Si tratta di un allestimento generato attraverso elementi ritrovati in strada, ammucchiati, isolati ed abbandonati a se stessi, scarti di cantiere che uniti e trasformati dall’autore rappresentano un accumulo, una sorta di discarica ordinata. Il corpo dello show è quindi costituito da un televisore degli anni ’90, tre barili di olio di motore, tuti investiti dall’approccio stilistico dell’artista che si è divertito a sperimentare tecniche differenti tutti ideale sintomi della casualità. Il corpo espositivo si chiude infine con una produzione audio sviluppata attraverso un walkman rotto ed attaccato ad un delay capace di generare una sorta di inquinamento acustico che accompagna la visione delle opere, e con la presentazione di “Selected Remixes”,, nuova fanzine di cui ci occuperemo nei prossimi giorni.

Il risultato finale è un esibizione capace da una parte di coinvolgere lo spettatore attraverso percezioni differenti, sia tangibili che orecchiabili, dall’altra a parer nostro rappresenta una sintesi ed un analogia sottile con il ciclo della vita, con il reinventarsi costantemente, con il cercare nuove soluzioni per se stessi, il mutare costante ed imprevedibile che giorno per giorno rappresenta la nostra vita.

Null’altro da aggiungere, ad accompagnare il nostro testo potete trovare una ricchissima galleria di scatto con tutti i dettagli dell’allestimento ed il bel video recap, il consiglio è quindi quello di mettersi comodi e darci un occhiata, siamo certi infatti che anche voi come noi non mancherete di apprezzare.

“Il Mucchio”
Via Filippino, 24
59100 Prato

Moallaseconda – “Il Mucchio” Show (Recap)

Andiamo finalmente a dare un occhiata ad “Il Mucchio” ultima fatica di Moallaseconda. Si tratta di una nuova esibizione che raccoglie appieno gli stimoli creativi dell’autore per una riflessione sulle opere che letteralmente non esistono.

Continuiamo a seguire con interesse gli sviluppi del lavoro dell’autore Italiano, sempre più interessati nell’osservare come lo stesso porti avanti la personale indole stilistica attraverso una ricerca capace di intersecarsi con aspetti, riflessioni e medium differenti. Passato definitivamente (?) ad una impostazione del tutto astratta, il lavoro di Moallaseconda si miscela con il particolare immaginario dell’autore raccogliendo gli stimoli tematici e sviluppandone però la ricerca verso un piglio stilistico del tutto inedito. L’artista porta avanti una stilistica criptica e soprattutto legata ad una personale fascinazione per la forma che si sviluppa attraverso sperimentazioni che abbracciano idee e stimoli appartenenti a temi e spunti personali. Gli impulsi mistici ed onirici dei suoi precedenti lavori, trovano quindi posto attraverso esaltazioni delle forma, delle linee, tessendo trame del tutto nuovo, e generando percorso e stati d’animo differenti per risultato finali potenti ed altamente viscerali.

Quest’ultima fatica dell’autore è la naturale conseguenza degli ultimi stimoli a cui lo stesso è stato esposto. Come visto alcuni giorni addietro con la bella ed effimera installazione in strada (Covered), l’autore italiano, continuando il suo piglio sperimentativo, ha iniziato ad esercitare il personale processo produttivo su una serie di materiali di scarto.

Il Mucchio nasce quindi dall’esigenza dell’autore di confrontarsi con materiali differenti, ma soprattutto viene sviluppato attraverso una personale riflessione sulla materia. La materia per Moallaseconda non rappresenta un corpo a se stante, quanto piuttosto un elemento in continua mutazione. L’autore si sofferma in particolare sugli elementi casuali, quelli che non esistono, che vengono scovati in strada e raccolti in questi anni, custoditi con la certezza che prima o sarebbero stati utilizzati.

Curata da Qahwa, questa mostra/installazione è quindi il risultato delle riflessioni sull’autore, sia dal punto di vista tematico che da quello stilistica. Si tratta di un allestimento generato attraverso elementi ritrovati in strada, ammucchiati, isolati ed abbandonati a se stessi, scarti di cantiere che uniti e trasformati dall’autore rappresentano un accumulo, una sorta di discarica ordinata. Il corpo dello show è quindi costituito da un televisore degli anni ’90, tre barili di olio di motore, tuti investiti dall’approccio stilistico dell’artista che si è divertito a sperimentare tecniche differenti tutti ideale sintomi della casualità. Il corpo espositivo si chiude infine con una produzione audio sviluppata attraverso un walkman rotto ed attaccato ad un delay capace di generare una sorta di inquinamento acustico che accompagna la visione delle opere, e con la presentazione di “Selected Remixes”,, nuova fanzine di cui ci occuperemo nei prossimi giorni.

Il risultato finale è un esibizione capace da una parte di coinvolgere lo spettatore attraverso percezioni differenti, sia tangibili che orecchiabili, dall’altra a parer nostro rappresenta una sintesi ed un analogia sottile con il ciclo della vita, con il reinventarsi costantemente, con il cercare nuove soluzioni per se stessi, il mutare costante ed imprevedibile che giorno per giorno rappresenta la nostra vita.

Null’altro da aggiungere, ad accompagnare il nostro testo potete trovare una ricchissima galleria di scatto con tutti i dettagli dell’allestimento ed il bel video recap, il consiglio è quindi quello di mettersi comodi e darci un occhiata, siamo certi infatti che anche voi come noi non mancherete di apprezzare.

“Il Mucchio”
Via Filippino, 24
59100 Prato