Moallaseconda “Il Buco” New Mural in Firenze
Con piacere torniamo ad immergerci all’interno dell’immaginario di Moallaseconda, l’artista Italiano a distanza di qualche settimana torna al lavoro realizzando questo nuovo pezzo all’interno di un vecchio fabbricato storico a Firenze.
Proseguendo nel portare avanti il proprio peculiare percorso Moallaseconda continua a farci immergere all’interno di un immaginario particolare, distaccato completamente dalla realtà, dotato di proprie regole ed abitato da bizzarri personaggi che richiamano nel loro aspetto quello dei soldati russi dei primi del ‘900 e che nella loro esistenza risultano completamente legate, anche fisicamente, all’elettricità diventata oramai parte fisica integrante degli stessi. In tal senso questa particolare caratterizzazione si lega indissolubilmente all’idea appunto di elettricità, una componente questa che attraversa tutte le produzioni dell’artista e che connette simbolicamente ogni singola sezione delle sue produzioni che mantengono si un impostazione figurativa, ma che al contempo si lasciano ammaliare da tutta una profondità astratta.
Nella visione dell’interprete risiede la volontà di tracciare una personale figurazione dell’uomo, per mezzo dei suoi iconici personaggi veniamo accolti all’interno di un universo che si pone a metà tra sogno e realtà, tra il quotidiano e l’esoterico. A supportare questa impostazione tematica troviamo un eccellente propensione al dettaglio, con elementi pittorici di piccola o grande intensità e sopratutto un costante binomio cromatico tra il bianco ed il nero interrotto unicamente dalle linee elettrica realizzata con il colore oro.
Per questo nuovo intervento dal titolo “Il Buco” ci troviamo all’interno del Sant’Apollonia dove risiede la famosa mensa di San Gallo è proprio qui che Moallaseconda sviluppa il lavoro andando a dialogare con la particolare conformità della parete. Anzitutto l’artista va infatti a struttura l’architettura diroccata del muro parendo proprio da un grande buco posto nella parte più alta precedentemente occupato da una cappa, è proprio da qui che infatti parte un grande fascio nero che va ad investire tutto lo spazio circostante ed all’interno del quale risiede la nuova visione dell’interprete. In questo senso ancora una volta veniamo accolto da una serie di figure e soggetti che giocano sul binomio cromatico del bianco e del nero, in particolare l’artista giocando proprio con i colori opposti presenta ancora una volta i suoi iconici soldati russi. Nell’intervento vediamo uno dei soggetti letteralmente scivolare dal buco in alto per tuffarsi a capofitto sulla parete, qui andandosi ad incontrare con un altra figura poco più in basso, l’autore prosegue nel portare avanti l’interessante disgregazione fisica, già vista nel lavoro di Prato di qualche giorno addietro (Covered), con i corpi meno impostati e più sinuoso ma sopratutto con una ricchezza di dettagli proprio nelle parti in cui gli stessi vanno a sgretolarsi. All’interno della trama quindi si muovono sezioni e piccole scaglie dei corpi legate unicamente da una serie di tralicci elettrici che partono dalla pelle e dall’estremità della barba come se si trattasse di una grande attaccatura elettrica legata indissolubilmente con i due characters proposti. Proprio questi ultimi da una parte mantengono inalterate le loro caratteristiche fisiologiche, in particolare il volto, dall’altra però non possiamo non notare la scelta dell’artisti di allungarne i corpi e di giocare con la loro struttura fisica in base alla superficie di lavoro.
In calce al nostro testo come consuetudine trovate una ricchissima serie di scatti con tutti i dettagli di quest’ultima fatica dell’artista, scrollate giù, mettetevi comodi e dateci un occhiata, siamo certi che non mancherete di apprezzare.
Thanks to The Artist for The Pics