Moallaseconda x DissensoCognitivo – New Mural

Ci spostiamo a Ravenna per andare a dare un occhiata approfondita all’ultimo progetto realizzata da Moallaseconda e DissensoCognitivo, una performance realizzata all’interno di un vecchio capannone industriale che ci ha seriamente impressionato.

L’intervento in combo nasce da lontano e come ideale proseguo di “La Darsena che vorrei”, si tratta di un progetto partecipato avviato dalla cooperativa sociale Villaggio Globale in collaborazione con il Comune di Ravenna e con altre istituzioni del territorio. È proprio dall’idea di uno dei cittadini, Ivano Mazzani, che nasce la volontà di lavorare all’interno di questa particolare struttura nei pressi della Darsena, un luogo di archeologia urbana, dismesso e caratterizzato da alcune particolari strutture al suo interno.

L’idea alla base del progetto è quello di portare avanti una riflessione sul luogo, sul contesto e sulla sua conseguente rigenerazione, in questo senso entrambi gli autori scelgono di lasciarsi andare alle sensazioni ed agli stimoli del luogo, di suggestionarsi e di assimilare infine i dettagli della particolare location. Gli spunti della struttura a traliccio presente all’esterno, le forme tonde ed i moduli, i mattoni, le finestre a cerchio che aprono verso l’esterno, le uova dei piccioni, tutto un interno micro cosmo che si muove all’interno di un unico luogo. Tra forme meccaniche e rigide contrapposte ad elementi naturali ed organici, emerge la sensazione di un habitat in disfacimento, in perenne cerca del proprio equilibrio tra artefatti ed architetture umane e la natura che reclama il proprio spazio attraverso lo scorrere del tempo.

In questo particolare moto sensitivo Moallaseconda ed il DissensoCognitivo si bagnano delle percezioni, assumono le sensazioni del luogo, andando a presentare una serie di interventi proprio sulla superficie dei particolari monoliti presenti. Un sistema complesso composto da forme non statiche, si tratta di fattori dinamici elaborati per mezzo degli impulsi suggeriti e che rievocano l’esperienza visiva e tematica di entrambi gli autori. Al tempo stesso ne elevano il riverbero andando a collocarsi come una sorta di lascito ancestrale capace di scuotere la mente, una lettura quindi, che si fa presto soggettiva e che accoglie chi osserva i singoli interventi, un esperienza che suggerisce al contempo geometrie primarie, il cerchio, il triangolo, il quadrato, come lascito collettivo, una coscienza comune ed ereditaria appartenente alla memoria di ciascuno di noi.

In attesa di scoprire un eventuale proseguo, vi invitiamo a dare un occhiata alle immagini in calce al nostro tempo per cogliere appieno la misura di quest’ultima fatica dei due artisti.

Thanks to The Artists for The Pics