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John Fekner x Fra Biancoshock – “Family Portrait” New Piece

Andiamo a dare un occhiata all’ultima produzione firmata da John Fekner e Fra Biancoshock, i due artisti uniscono gli sforzi in questo primo progetto collaborativo dove riflettono sul tema dell’anonimato.

Una delle figure di maggior rilievo dell’arte urbana, unisce gli sforzi con uno degli autori italiani più eclettici per dare vita ad un opera dalla profonda riflessione sociale.

John Fekner e Fra.Biancoshock per questa loro opera si servono di oggetti ritrovati per strada e resti di indumenti personali, rinvenuti all’interno di una abitazione abbandonata. La scelta non è casuale, è mirata a sottolineare il tema dell’anonimato, di tutti coloro che sono meno fortunati, di quelli che scappano dal proprio paese alla ricerca di un nuovo futuro.

L’opera è quindi fortemente emotiva e prende spunto dalla documentazione fotografica di Dorothea Lange, famosa per i suoi ritratti di famiglie povere e di lavoratori agricoli durante la Grande Depressione. L’idea è quella di stimolare emotivamente l’osservatore attraverso una riflessione sulla situazione dei migranti, sul senso di precarietà, fuga e povertà.

John Fekner x Fra Biancoshock – “Family Portrait” New Piece

Andiamo a dare un occhiata all’ultima produzione firmata da John Fekner e Fra Biancoshock, i due artisti uniscono gli sforzi in questo primo progetto collaborativo dove riflettono sul tema dell’anonimato.

Una delle figure di maggior rilievo dell’arte urbana, unisce gli sforzi con uno degli autori italiani più eclettici per dare vita ad un opera dalla profonda riflessione sociale.

John Fekner e Fra.Biancoshock per questa loro opera si servono di oggetti ritrovati per strada e resti di indumenti personali, rinvenuti all’interno di una abitazione abbandonata. La scelta non è casuale, è mirata a sottolineare il tema dell’anonimato, di tutti coloro che sono meno fortunati, di quelli che scappano dal proprio paese alla ricerca di un nuovo futuro.

L’opera è quindi fortemente emotiva e prende spunto dalla documentazione fotografica di Dorothea Lange, famosa per i suoi ritratti di famiglie povere e di lavoratori agricoli durante la Grande Depressione. L’idea è quella di stimolare emotivamente l’osservatore attraverso una riflessione sulla situazione dei migranti, sul senso di precarietà, fuga e povertà.