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JAZ – New Mural in Rabat, Morocco

Nuovo aggiornamento per il grande Franco Fasoli aka JAZ, l’interprete Argentino è tra gli ospiti di spessore del Rabat Jidar Festival, per la rassegna Marocchina l’artista ha infatti da poco concluso un nuovo intervento che raccoglie l’eredità stilistica di questi ultimi mesi.

Aspettavamo con curiosità il confronto con uno spazio di grandi proporzioni, certi infatti che, l’ultimo approdo dell’artista, avrebbe saputo regalarci un impatto del tutto nuovo. Presentata ufficialmente in occasione dei lavori della bella “Choque”, solo show allestito all’interno degli spazi della Celaya Brothers Gallery, la nuova direzione stilistica di JAZ trova nell’utilizzo della carta, e nella sua trasposizione pittorica, un nuovo ed ideale approccio visivo.

C’è quindi l’esigenza di accantonare una pittura catartica, per concedersi piuttosto verso un impulso maggiormente grafico, scandito da colori vibranti, effetti di luce che accompagnano lo svilupparsi di figure ed elementi visivi. Si tratta di un piglio che vede l’artista Argentino lavorare ad una sintesi estrema, lasciando tuttavia invariati i temi e gli spunti che da sempre ne caratterizzano l’operato. L’impressione è quella di trovarsi di fronte a veri e propri collage di figure e forme differenti, in grado di commutare come sempre la figura umana, l’interpretazione della cultura popolare, delle tradizioni e del folklore proprio e dei paesi in cui l’interprete ha modo di dipingere, elementi questi, imprescindibili nell’universo narrativo dell’autore, cadenzati e sviluppi ora, attraverso un nuovo moto pittorico.

Da parte nostra abbiamo accolto favorevolmente questo cambio di marcia, sottolineando come questa differente impostazione rende le opere più luminose, meno oscure e sorpassato riesca ad impattare lo spazio con maggiore enfasi. La scelta dei temi trattati, attraverso riferimenti e simboli spesso celati o criptici, si sposa alla perfezioni con una sintesi visiva che di fatto ne alimenta la scoperta con lo spettatore che quindi ha l’opportunità di meglio interagire con l’opera e con l’intervento in tutta la sua profondità tematica ed espressiva.

Dicevamo dell’occasione avuta qui a Rabat, JAZ si confronta infatti con uno spazio enorme, raccoglie tutti i suoi stimoli e le sue differenti fascinazioni, componendo un opera spessa ed articolata. Sono presenti tutte le anime distinte che da sempre cadenzano le produzioni dell’Argentino, la figura umana viene nuovamente raffigurata attraverso il corpo di un lottatore, il volto torna ad essere oscurato, c’è la natura con la grande tigre letteralmente stretta nella morsa dell’uomo, ci sono presenti elementi organici, riferimenti come la bottiglia di spaccata e le scarpe di un noto brand internazionale. Dal titolo “The Shoe Thief”, il ladro di scarpe di Franco Fasoli diviene riflesso cultura dei tempi moderni, l’uomo come animale e come prede di se stesso, tra furti, fragilità emotive nascoste dietro una bottiglie, in una nuova e sottile analisi personale che ci lascia ancora una volta a bocca aperta.

Ad accompagnare il nostro una bella serie di immagini con il risultato finale ed i dettagli di quest’ultima bella fatica, dateci un occhiata e restate sintonizzati qui sul Gorgo per nuovi e succosi aggiornamenti sul lavoro dell’interprete e sulla rassegna Africana.

Pics by The Artist

JAZ – New Mural in Rabat, Morocco

Nuovo aggiornamento per il grande Franco Fasoli aka JAZ, l’interprete Argentino è tra gli ospiti di spessore del Rabat Jidar Festival, per la rassegna Marocchina l’artista ha infatti da poco concluso un nuovo intervento che raccoglie l’eredità stilistica di questi ultimi mesi.

Aspettavamo con curiosità il confronto con uno spazio di grandi proporzioni, certi infatti che, l’ultimo approdo dell’artista, avrebbe saputo regalarci un impatto del tutto nuovo. Presentata ufficialmente in occasione dei lavori della bella “Choque”, solo show allestito all’interno degli spazi della Celaya Brothers Gallery, la nuova direzione stilistica di JAZ trova nell’utilizzo della carta, e nella sua trasposizione pittorica, un nuovo ed ideale approccio visivo.

C’è quindi l’esigenza di accantonare una pittura catartica, per concedersi piuttosto verso un impulso maggiormente grafico, scandito da colori vibranti, effetti di luce che accompagnano lo svilupparsi di figure ed elementi visivi. Si tratta di un piglio che vede l’artista Argentino lavorare ad una sintesi estrema, lasciando tuttavia invariati i temi e gli spunti che da sempre ne caratterizzano l’operato. L’impressione è quella di trovarsi di fronte a veri e propri collage di figure e forme differenti, in grado di commutare come sempre la figura umana, l’interpretazione della cultura popolare, delle tradizioni e del folklore proprio e dei paesi in cui l’interprete ha modo di dipingere, elementi questi, imprescindibili nell’universo narrativo dell’autore, cadenzati e sviluppi ora, attraverso un nuovo moto pittorico.

Da parte nostra abbiamo accolto favorevolmente questo cambio di marcia, sottolineando come questa differente impostazione rende le opere più luminose, meno oscure e sorpassato riesca ad impattare lo spazio con maggiore enfasi. La scelta dei temi trattati, attraverso riferimenti e simboli spesso celati o criptici, si sposa alla perfezioni con una sintesi visiva che di fatto ne alimenta la scoperta con lo spettatore che quindi ha l’opportunità di meglio interagire con l’opera e con l’intervento in tutta la sua profondità tematica ed espressiva.

Dicevamo dell’occasione avuta qui a Rabat, JAZ si confronta infatti con uno spazio enorme, raccoglie tutti i suoi stimoli e le sue differenti fascinazioni, componendo un opera spessa ed articolata. Sono presenti tutte le anime distinte che da sempre cadenzano le produzioni dell’Argentino, la figura umana viene nuovamente raffigurata attraverso il corpo di un lottatore, il volto torna ad essere oscurato, c’è la natura con la grande tigre letteralmente stretta nella morsa dell’uomo, ci sono presenti elementi organici, riferimenti come la bottiglia di spaccata e le scarpe di un noto brand internazionale. Dal titolo “The Shoe Thief”, il ladro di scarpe di Franco Fasoli diviene riflesso cultura dei tempi moderni, l’uomo come animale e come prede di se stesso, tra furti, fragilità emotive nascoste dietro una bottiglie, in una nuova e sottile analisi personale che ci lascia ancora una volta a bocca aperta.

Ad accompagnare il nostro una bella serie di immagini con il risultato finale ed i dettagli di quest’ultima bella fatica, dateci un occhiata e restate sintonizzati qui sul Gorgo per nuovi e succosi aggiornamenti sul lavoro dell’interprete e sulla rassegna Africana.

Pics by The Artist