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Isaac Cordal – A Series of New Sculpture in Mexico

Dopo parecchio tempo torniamo con piacere ad approfondire il lavoro di Isaac Cordal e del suo sempre vivo Cement Eclipses, il progetto giunge infatti ad un nuovo step con una differente e fresca caratterizzazione dei personaggi che lo compongono.

Ancora una volta andiamo quindi a cogliere quelli che sono i profondi aspetti di un progetto che ha saputo nel corso degli anni approfondire i suoi aspetti, non rimanere mobile ma piuttosto portare e sviluppare avanti spunti ed argomenti nuovi. L’abilità di Isaac Cordal è quindi stata quella di non focalizzarsi attraverso un’unica dialettica tematica ma piuttosto variare, aggiungendo o sottraendo elementi a quello che il suo immaginario. In questo senso è innegabile come al centro di tutto il progetto ci sia la figura umana rappresentata attraverso le iconiche e piccolissime statuette in cemento, da qui l’artista ha sviluppato un tema principale: quello del disagio scaturito come ideale conseguenza del vivere in città, dello sviluppo eccessivo e spasmodico del cemento in quella che da luogo dove vivere è presto diventata una sorta di prigione auto imposta. Si tratta quindi a tutto tondo di una riflessione che accarezza le dinamiche umane, la vita dell’uomo, rimpicciolendone la misura ma al contempo facendo calare lo spettatore all’interno di una dinamica esterna come se, osservando il problema da fuori, lo stesso si facesse più semplice da comprendere.

Raccogliendo quindi gli aspetti tematici del progetto e soprattutto andando mano a mano a proporre differenti varianti degli iconici business-man, Isaac Cordal è riuscito a tracciare uno spaccato malinconico, per certi versi tetro ed al contempo profondamente riflessivo. In questo senso non stupisce quindi quest’ultimo approdo dell’artista che risulta di fatto come una perfetta conseguenza degli stimoli e delle riflessioni portate avanti in questi ultimi anni, probabilmente maggiormente sinistre ed ancora più cupe, fino a sfociare in queste ultime visioni malinconiche.

Per la serie di opere realizzate in Messico, Isaac Cordal realizza infatti una nuova nidiata di characters, tutti caratterizzati dal volto e dal corpo scheletrico, un immagine agghiacciante che lascia però la possibilità a differenti chiavi di lettura, la fame, l’impoverimento mondiale a seguito della crisi, una morte interiore dell’uomo moderno che si traduce anche nel suo stesso aspetto esteriore, tutti differenti spunti che vi invitiamo e che lo stesso artista ci invita a prendere in considerazione.

Non aggiungiamo nient’altro, vi lasciamo piuttosto ad una bella ed intensa serie di scatti con le immagini dei lavori realizzati in Messico per quest’ultimo filone dell’interprete, dateci un occhiata e restate sintonizzati qui sul Gorgo per tutti gli aggiornamenti del caso.

Isaac Cordal – A Series of New Sculpture in Mexico

Dopo parecchio tempo torniamo con piacere ad approfondire il lavoro di Isaac Cordal e del suo sempre vivo Cement Eclipses, il progetto giunge infatti ad un nuovo step con una differente e fresca caratterizzazione dei personaggi che lo compongono.

Ancora una volta andiamo quindi a cogliere quelli che sono i profondi aspetti di un progetto che ha saputo nel corso degli anni approfondire i suoi aspetti, non rimanere mobile ma piuttosto portare e sviluppare avanti spunti ed argomenti nuovi. L’abilità di Isaac Cordal è quindi stata quella di non focalizzarsi attraverso un’unica dialettica tematica ma piuttosto variare, aggiungendo o sottraendo elementi a quello che il suo immaginario. In questo senso è innegabile come al centro di tutto il progetto ci sia la figura umana rappresentata attraverso le iconiche e piccolissime statuette in cemento, da qui l’artista ha sviluppato un tema principale: quello del disagio scaturito come ideale conseguenza del vivere in città, dello sviluppo eccessivo e spasmodico del cemento in quella che da luogo dove vivere è presto diventata una sorta di prigione auto imposta. Si tratta quindi a tutto tondo di una riflessione che accarezza le dinamiche umane, la vita dell’uomo, rimpicciolendone la misura ma al contempo facendo calare lo spettatore all’interno di una dinamica esterna come se, osservando il problema da fuori, lo stesso si facesse più semplice da comprendere.

Raccogliendo quindi gli aspetti tematici del progetto e soprattutto andando mano a mano a proporre differenti varianti degli iconici business-man, Isaac Cordal è riuscito a tracciare uno spaccato malinconico, per certi versi tetro ed al contempo profondamente riflessivo. In questo senso non stupisce quindi quest’ultimo approdo dell’artista che risulta di fatto come una perfetta conseguenza degli stimoli e delle riflessioni portate avanti in questi ultimi anni, probabilmente maggiormente sinistre ed ancora più cupe, fino a sfociare in queste ultime visioni malinconiche.

Per la serie di opere realizzate in Messico, Isaac Cordal realizza infatti una nuova nidiata di characters, tutti caratterizzati dal volto e dal corpo scheletrico, un immagine agghiacciante che lascia però la possibilità a differenti chiavi di lettura, la fame, l’impoverimento mondiale a seguito della crisi, una morte interiore dell’uomo moderno che si traduce anche nel suo stesso aspetto esteriore, tutti differenti spunti che vi invitiamo e che lo stesso artista ci invita a prendere in considerazione.

Non aggiungiamo nient’altro, vi lasciamo piuttosto ad una bella ed intensa serie di scatti con le immagini dei lavori realizzati in Messico per quest’ultimo filone dell’interprete, dateci un occhiata e restate sintonizzati qui sul Gorgo per tutti gli aggiornamenti del caso.