Hyuro – New Mural for FORM Public Art Project
A distanza di davvero parecchie settimane, scopriamo con piacere che anche Hyuro si trova in Australia per prendere parte all’eccellente FORM Public Art Project, l’interprete Argentina ha avuto a disposizione questo gigantesco spazio per esprimere ancora una volta tutto il suo particolare linguaggio tematico e visivo.
Al grande roster di stelle che hanno prestato quindi il proprio talento al bel progetto Australiano, si aggiunge anche uno dei nomi più caldi dell’arte urbana internazionale, ancora una volta l’artista sudamericana esplora gli ambienti e gli ambiti relativi al mondo femminile, lo fà senza filtri o censuri, riportando su parete tutte le difficoltà di un universo pervaso dagli stereotipi e che fatica a trovare la vera parità dei sessi.
Hyuro prosegue quindi a svillupare temi forti, a prendere una posizione ben delineata portando a galla riflessioni scomode, situazioni surreali in cui emerge tutta la tematica del lavoro martellante ed incessante che la stessa ha portata avanti in questi ultimi anni. L’interprete ci parla della donna e lo fa attraverso una personale visione decadente, malinconica, poggiando le basi del suo lavoro su una scala cromatica tetra e cupa atta proprio ad alimentare il senso di malessere dei suoi stessi personaggi, vuole raccontarci il proprio punto di vista, le sofferenze psicologiche e repressive della vita di tutto i giorni, un percorso che come ribadito più volte sà di pugno inferto alla stomaco, una velonosa ricorrenza che ci ricorda l’effettiva realtà dei fatti. La donna dell’artista ha mille volti, ricopre mille azioni, si muove, danza, ma soffaca anche i suoi urli, è impotente, condizionata dagli stereotipi della società moderna, legata ed imprigionata – quest’ultimo forse è l’aggettivo che meglio rende l’idea – all’interno del proprio ruolo, cucito e ricamato dal sessismo, dal maschilismo più ostentato e tutt’ora celato dietro una coltre di perbenismo continuamente sbandierato ai quattro venti. Si aprono così pitture che ripercorrono le istantanee di vita quotidiana, le sofferenze della donna giungono allo scoperto attraverso i peculiari characters spenti, si tratta di uno specchio veritiero ed altamente sensibile di una vera e proprio condizione di vita.
Se la scelta tematica risulta quindi facilmente intuibile, è singolare invece il sistema che l’artista applica per portare avanti questi difficili e scomodi temi, la denuncia avviene attraverso la pittura di situazioni al limite del grottesco e che proprio per la loro ilarità spingono l’osservatore ad una attenta riflessione sulla reale condizione della donna, su argomenti come la casa che diventa prigione, con gli oggetti come pentole e scope che diventano un peso più forte e difficile da sostenere, per far arrivare quindi sottile e spietata tutta la vena critica dell’artista.
Per la rassegna di Perth Hyuro porta con se tutto il personale bagaglio tematico e visivo, sul grande spazio a disposizione quella che emerge è una nuova e singolare pittura, veniamo infatti accolti da una serie di corpi femminili letteralmente in caduta libera, un enorme gruppo di signore intervallato da una serie di abiti vuoti. Riflettendo un attimo sul significato di questa pittura abbiamo l’impressione che l’artista abbia voluto rappresentare la caduta – in senso visivo e letterale – di coloro che non sono riuscite a liberarsi dai pesi e dalle catene, queste ultime contrapposte ai vestiti vuoti di coloro che invece, dismettendo proprio i panni e con loro gli stereotipi che li accompagnano, sono riuscite a disfarsi ed ad allontarsi dai loro problemi. Emerge così un opera altamente sensibile, che gioca nuovamente tra temi e sviluppi visivi degli stessi, in cui l’interprete fà sfogo di tutto il suo talento e non potevamo che apprezzare.
Non aggiugiamo altro, vi lasciamo piuttosto ad una bella selezione di scatti con tutti i dettagli dell’opera, in attesa di scoprire nuovi aggiornamenti, il consiglio è come sempre quello di darci un occhiata, siamo certi che non mancherete anche voi di apprezzare tutto l’impatto e lo splendido risultato finale.
Pics by Jeremy Storey