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Herakut – New Mural at Art Basel 2014

Prosegue la frenesia di Miami, all’Art Basel 2014 irrompe il duo tedesco Herakut che ha da poco terminato di dipingere questo nuovo e splendido intervento catalizzando ancora una volta tutto il personale ed evocativo approccio stilistico.

A distanza di qualche settimana dal bel progetto all’interno del centro di rifugio profughi a Monaco di Baviera (Covered) gli Herakut tornano in strada con un nuovo intervento questa volta slegato da dinamiche prettamente sociali. Come visto più volte infatti le produzioni del duo spesso vanno ad intersecarsi con realtà sociali differenti e grazia alla particolare spinta emotiva che da sempre ne caratterizza i temi, rappresentano l’opportunità per una riflessione su temi e spunti piuttosto impegnati.

A caratterizzare la ricerca visiva degli interpreti è anzitutto la duplice identità che accompagna tutti i loro lavoro. Il duo in questo senso propone una miscela stilistica che vive proprio attraverso il contatto tra gli stimoli dei due autori, sin dal 2004 infatti gli interpreti hanno unito gli sforzi andando a generare un impianto visivo anzitutto facilmente riconoscibile e certamente molto personale. Yasmin Siddiqui aka Hera predilige un approccio più illustrato e caratterizzato da una personale evocazione di personaggi e characters, dal canto suo Falk Lehmann aka Akut attraverso un personale piglio stilistico decisamente votato all’iper realismo, si occupa di sviluppare quelli che sono i vibranti dettagli delle opere. L’intersecarsi di questi due differenti stili va quindi a generare soggetti particolari, capaci di entrare in collisione con gli aspetti più reconditi dell’animo umano, figure oniriche che ci raccontano puntualmente una storia differente. Accompagnati da una scritta o da una frase, che spesso rappresenta il titolo del lavoro, gli interventi dei due autori vivono di pennellate morbide, intrecci cromatici ed al tempo stesso attraverso l’elevata realisticità in particolare dei volti e degli occhi, vero e proprio simbolo delle produzioni del duo, impattano lo spettatore proiettando stimoli e stati d’animo differenti.

Dopo le sperimentazioni con il loro bel progetto The Giant Story Book Project l’interpreti hanno legato il proprio nome a progetti di natura umana andando a dipingere all’interno di situazioni di difficoltà, storie di vita vera al fine di porre l’accento su determinati temi e sviluppare un posizione in chi osserva le loro opere.

Dal titolo “I Dreamt I Was a Human. It Was a… Nightmare” l’intervento raccoglie appieno tutto il particolare approccio stilistico degli Herakut. Ancora una volta ci ritroviamo a contatto con emozioni e sensazioni differenti coadiuvate da una sensibilità per il dettaglio davvero impressionante. La grandezza della superficie di lavoro certamente aiuta l’impatto dell’opera ed al tempo stesso rappresenta ideale propellente per la forte emotività che da sempre accompagna le produzioni del duo tedesco. In particolare gli occhi così come le mani rappresentano qui, come del resto nella (quasi) totalità dei loro interventi, l’opportunità per uno scavare all’interno di noi stessi, confrontarci con il nostro io e rivelare tutto il carattere riflessivo delle opere firmata dagli interpreti.

Null’altro da aggiungere, in calce al nostro testo potete piuttosto trovare una ricca serie di scatti con tutti i dettagli di quest’ultima fatica, dateci un occhiata e restate sintonizzati qui sul Gorgo per nuovi aggiornamenti da Miami.

Pics via Street Art News

Herakut – New Mural at Art Basel 2014

Prosegue la frenesia di Miami, all’Art Basel 2014 irrompe il duo tedesco Herakut che ha da poco terminato di dipingere questo nuovo e splendido intervento catalizzando ancora una volta tutto il personale ed evocativo approccio stilistico.

A distanza di qualche settimana dal bel progetto all’interno del centro di rifugio profughi a Monaco di Baviera (Covered) gli Herakut tornano in strada con un nuovo intervento questa volta slegato da dinamiche prettamente sociali. Come visto più volte infatti le produzioni del duo spesso vanno ad intersecarsi con realtà sociali differenti e grazia alla particolare spinta emotiva che da sempre ne caratterizza i temi, rappresentano l’opportunità per una riflessione su temi e spunti piuttosto impegnati.

A caratterizzare la ricerca visiva degli interpreti è anzitutto la duplice identità che accompagna tutti i loro lavoro. Il duo in questo senso propone una miscela stilistica che vive proprio attraverso il contatto tra gli stimoli dei due autori, sin dal 2004 infatti gli interpreti hanno unito gli sforzi andando a generare un impianto visivo anzitutto facilmente riconoscibile e certamente molto personale. Yasmin Siddiqui aka Hera predilige un approccio più illustrato e caratterizzato da una personale evocazione di personaggi e characters, dal canto suo Falk Lehmann aka Akut attraverso un personale piglio stilistico decisamente votato all’iper realismo, si occupa di sviluppare quelli che sono i vibranti dettagli delle opere. L’intersecarsi di questi due differenti stili va quindi a generare soggetti particolari, capaci di entrare in collisione con gli aspetti più reconditi dell’animo umano, figure oniriche che ci raccontano puntualmente una storia differente. Accompagnati da una scritta o da una frase, che spesso rappresenta il titolo del lavoro, gli interventi dei due autori vivono di pennellate morbide, intrecci cromatici ed al tempo stesso attraverso l’elevata realisticità in particolare dei volti e degli occhi, vero e proprio simbolo delle produzioni del duo, impattano lo spettatore proiettando stimoli e stati d’animo differenti.

Dopo le sperimentazioni con il loro bel progetto The Giant Story Book Project l’interpreti hanno legato il proprio nome a progetti di natura umana andando a dipingere all’interno di situazioni di difficoltà, storie di vita vera al fine di porre l’accento su determinati temi e sviluppare un posizione in chi osserva le loro opere.

Dal titolo “I Dreamt I Was a Human. It Was a… Nightmare” l’intervento raccoglie appieno tutto il particolare approccio stilistico degli Herakut. Ancora una volta ci ritroviamo a contatto con emozioni e sensazioni differenti coadiuvate da una sensibilità per il dettaglio davvero impressionante. La grandezza della superficie di lavoro certamente aiuta l’impatto dell’opera ed al tempo stesso rappresenta ideale propellente per la forte emotività che da sempre accompagna le produzioni del duo tedesco. In particolare gli occhi così come le mani rappresentano qui, come del resto nella (quasi) totalità dei loro interventi, l’opportunità per uno scavare all’interno di noi stessi, confrontarci con il nostro io e rivelare tutto il carattere riflessivo delle opere firmata dagli interpreti.

Null’altro da aggiungere, in calce al nostro testo potete piuttosto trovare una ricca serie di scatti con tutti i dettagli di quest’ultima fatica, dateci un occhiata e restate sintonizzati qui sul Gorgo per nuovi aggiornamenti da Miami.

Pics via Street Art News