Guim Tió – New Pieces in Parma

Facendo seguito alle splendida “Gris” inaugurata all’interno degli spazi della Loppis Gallery di Parma, come detto Guim Tió ha avuto modo di lanciarsi in una serie di interessanti interventi in strada, il primo su cartellone pubblicitario il secondo all’interno di quello che l’aspetto di un vecchio edificio abbandonato.

Come detto la particolare inflessione emotiva delle opere di Guim Tió ci ha piacevolmente coinvolto, il giovane artista spagnolo attraverso i volti delle sue donne è riuscito nell’intento di farci esplorare gli angoli più remoti e sensibili, tocca i tasti giusti l’interprete andando, mediante il suo personalissimo tratto, a realizzare un profondo e multi sfaccettato spaccato dell’esistenza dell’uomo. L’idea è quella di una riproduzione al limite del compulsivo che possa tracciare, servendosi di ironica ed umorismo, un quadro più realistico possibile dei sentimenti umani. Ad accompagnare questa particolare inflessione, come abbiamo avuto modo di vedere, persiste un profondo senso malinconico che abbraccia le sue produzioni, le lacrime raffigurate, cosi come gli sguardi persi e i denti striduli e serrati, restituiscono un forte senso di angoscia, riuscendo a far percepire tutto il disagio di un’esistenza vuota e vacua.

Questo approccio così sensibile viene traslato sui lavori in strada, Guim Tió prende possesso di questa grande cartellone pubblicitario dove opera una trasformazione totale della donna raffigurata, mano a mano che porta a termine l’intervento vediamo come lo spagnolo percepisca i volti, così come l’opera di trasformazione richiede un essenzialità visiva che ci ha incuriosito, con un bianco a coprire praticamente tutto lo spazio eccezion fatta per il volto stesso. Il secondo pezzo invece è forse maggiormente istintivo, meno ragionato e porta in dote, su un differente medium, l’immaginario dell’interprete in perfetta sintonia con le immagine figlie delle sensazioni di James Kalinda. I due attraverso percorsi e stili diversi portano a compimento l’ennesimo spaccato dell’uomo, crudele ed infestato, completamente assorbito dai suoi sentimenti ed orrori interiori tanto da venirne assoggettato nell’aspetto fisico, nel mostro di James Kalinda, quanto vivo, ed ancora sensibile nella visione maggiormente astratta dello spagnolo.

Vi lasciamo alla corposa serie di scatti dai quali potete vedere da vicino tutte le fasi di lavoro e di trasformazione dell’artista e il risultato dell’eccellente collaborazione, check this out!

Thanks to Loppis Gallery for The Pics