Il granaio del cielo non può mai essere pieno: Guerrilla Spam in mostra da USB Gallery
La USB Gallery di Jesi ospita in questi giorni Il granaio del cielo non può mai essere pieno, prima mostra personale di Guerrilla Spam. Il titolo dello show, un proverbio africano, allude alla parzialità della conoscenza occidentale del continente Africa e più in generale delle culture straniere.
In un periodo dominato dalla xenofobia e dalla paura verso il prossimo Guerrilla Spam si ispira alle parole di Ryszard Kapuscinski e del suo saggio “Ebano“. Per il saggista e scrittore polacco l’Africa è un continente troppo grande per poterlo descrivere, un cosmo vario e ricchissimo chiamato così per pura comodità e denominazione geografica. La mostra è quindi un occasione per proseguire la personale esplorazione e riflessione sulla cultura africana, unendo letture ed esperienze personali per incentivare una visione differente del continente rispetto a quella stereotipata da parte dell’occidente.
Curata da Annalisa Filonzi, la personale assume i connotati di una mostra di politica culturale, un rito e soprattutto un opportunità di apprendimento. Le 13 diverse installazioni in carta e foglia d’oro raccontano storie, riti, usanze ed episodi legati alla tradizione africana per svelare aspetti poco noti e profondi della cultura di un continente con cui stiamo sempre più entrando in contatto.
Educare e stimolare il pensiero critico rappresentano infatti da sempre la base dell’esperienza artistica di Guerrilla Spam, solo attraverso la conoscenza abbiamo l’opportunità di meglio comprendere determinati temi ed argomenti. Da qui la scelta non casuale di utilizzare il colore oro, una prima assoluta che acquisisce valore simbolico, una metafora della luce del sapere e un richiamo all’uso dell’oro nei cieli delle pale medievali, simbolo non solo di potere ma di approccio interiorizzato e spirituale alla conoscenza.
Il granaio del cielo non può mai essere pieno è quindi una mostra per tutti noi, un istante di riflessione in un periodo storico in cui le società sono in crisi, dove l’appiattimento culturale, la globalizzazione, il costante flusso di informazioni, l’individualismo e la diffidenza per il prossimo stanno incentivando il bisogno di rendere simbolica e conservare la propria identità, con una conseguente crisi dell’organizzazione sociale. Lo show rifiuta la paura di una contaminazione, anzi attraverso le storie e gli spunti rielaborati riusciamo a meglio avvicinarci e comprendere culture distanti e diverse dalla nostra, scacciando la paura del diverso e di ciò che non conosciamo. La mostra sarà visitabile fino al prossimo 18 Novembre.
USB GALLERY
Via mura occidentali, 25a/27.
60035 Jesi
Photo by Renato Gasperini