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Il doppio freudiano nel murale dei Gods in Love a Tirana

Nei giorni scorsi i Gods in Love hanno realizzato una nuova pittura a Tirana come parte dei lavori per il progetto Tirana call for street artist, evento promosso e organizzato dal comune di Tirana e pensato per sensibilizzare la cittadinanza sull’arte urbana e sull’impatto attivo che la stessa ha sul territorio. Il progetto prevede lo sviluppo di un vero e proprio museo a cielo aperto con l’obbiettivo di far crescere culturalmente la città.

Intitolata “Il Perturbante” in quest’ultima opera i Gods in Love hanno affrontato il tema del ‘doppio’ partendo dall’analisi Freudiana.

Per Freud, il Doppio è connesso al concetto di rimozione. L’Io attraverso la scissione proietta sull’Altro desideri rimossi e pulsioni inconsce e proprio questi aspetti, che lo differenziano dal Simile, gli garantiscono la negazione e gli permettono di affermare ‘Io non sono Lui’.

Freud aveva teorizzato come l’Io volesse mantenere una certa unitarietà individuale e combattere quella tendenza alla duplicazione, alla frammentazione e alla scissione che caratterizza ogni essere umano. Questa tendenza trova più libera espressione nei sogni, popolati da personaggi che sostanzialmente non sono altro che doppioni del sognatore. Essi rappresentano personificazioni di aspetti parziali della personalità, di suoi desideri e tendenze contraddittorie e censurate dalla coscienza della veglia.

Tramite questi doppioni i desideri proibiti possono finalmente trovare sfogo e appagamento proprio per mezzo del sogno notturno. Egli aveva perciò individuato una caratteristica fondamentale del Doppio e cioè la sua capacità di poter concretizzare tutte le occasioni non vissute dall’Io e tutte le possibilità che la persona non era stata in grado di sfruttare.

Il termine Unheimliche (il perturbante) descrive la sensazione di spaesamento e di estraniamento. È il non nascosto, è tutto ciò che non dovrebbe essere rappresentato e che dovrebbe restare segreto, nascosto, intimo ma che invece è riaffiora e riemerge. È l’estraneo segretamente familiare che ci perturba, ci mette in uno stato di incertezza e di inquietudine.

Secondo Freud il perturbante è qualcosa che prima era familiare nella vita psichica fin dai tempi antichissimi (credenze superate o rimosse che sopravvivono nei primitivi e soprattutto nei bambini) e che poi è stato estraniato dal soggetto attraverso il processo di rimozione. Quindi da una parte è qualcosa di superato e dall’altra di rimosso che ritorna.

Il perturbante è quindi quell’aspetto di noi che sconvolge perché corrisponde alla nostra oggettivazione, perché vi riconosciamo noi stessi al di fuori di noi. Esso può rappresentare un rafforzamento narcisistico dell’identità, ma può anche assumere il connotato inquietante della persecuzione.

La scelta di questo tema nasce da una riflessione sulla città di Tirana. L’opera assume infatti i connotati di una metafora su una città che sta vivendo un profondo senso di spaesamento dato dalla riscoperta di un qualcosa che è andato perso a causa delle sfortunate vicende storiche: la cultura, l’approccio all’arte e l’apertura mentale che porta a chi la fruisce.

Photo Credit: The Artist

Il doppio freudiano nel murale dei Gods in Love a Tirana

Nei giorni scorsi i Gods in Love hanno realizzato una nuova pittura a Tirana come parte dei lavori per il progetto Tirana call for street artist, evento promosso e organizzato dal comune di Tirana e pensato per sensibilizzare la cittadinanza sull’arte urbana e sull’impatto attivo che la stessa ha sul territorio. Il progetto prevede lo sviluppo di un vero e proprio museo a cielo aperto con l’obbiettivo di far crescere culturalmente la città.

Intitolata “Il Perturbante” in quest’ultima opera i Gods in Love hanno affrontato il tema del ‘doppio’ partendo dall’analisi Freudiana.

Per Freud, il Doppio è connesso al concetto di rimozione. L’Io attraverso la scissione proietta sull’Altro desideri rimossi e pulsioni inconsce e proprio questi aspetti, che lo differenziano dal Simile, gli garantiscono la negazione e gli permettono di affermare ‘Io non sono Lui’.

Freud aveva teorizzato come l’Io volesse mantenere una certa unitarietà individuale e combattere quella tendenza alla duplicazione, alla frammentazione e alla scissione che caratterizza ogni essere umano. Questa tendenza trova più libera espressione nei sogni, popolati da personaggi che sostanzialmente non sono altro che doppioni del sognatore. Essi rappresentano personificazioni di aspetti parziali della personalità, di suoi desideri e tendenze contraddittorie e censurate dalla coscienza della veglia.

Tramite questi doppioni i desideri proibiti possono finalmente trovare sfogo e appagamento proprio per mezzo del sogno notturno. Egli aveva perciò individuato una caratteristica fondamentale del Doppio e cioè la sua capacità di poter concretizzare tutte le occasioni non vissute dall’Io e tutte le possibilità che la persona non era stata in grado di sfruttare.

Il termine Unheimliche (il perturbante) descrive la sensazione di spaesamento e di estraniamento. È il non nascosto, è tutto ciò che non dovrebbe essere rappresentato e che dovrebbe restare segreto, nascosto, intimo ma che invece è riaffiora e riemerge. È l’estraneo segretamente familiare che ci perturba, ci mette in uno stato di incertezza e di inquietudine.

Secondo Freud il perturbante è qualcosa che prima era familiare nella vita psichica fin dai tempi antichissimi (credenze superate o rimosse che sopravvivono nei primitivi e soprattutto nei bambini) e che poi è stato estraniato dal soggetto attraverso il processo di rimozione. Quindi da una parte è qualcosa di superato e dall’altra di rimosso che ritorna.

Il perturbante è quindi quell’aspetto di noi che sconvolge perché corrisponde alla nostra oggettivazione, perché vi riconosciamo noi stessi al di fuori di noi. Esso può rappresentare un rafforzamento narcisistico dell’identità, ma può anche assumere il connotato inquietante della persecuzione.

La scelta di questo tema nasce da una riflessione sulla città di Tirana. L’opera assume infatti i connotati di una metafora su una città che sta vivendo un profondo senso di spaesamento dato dalla riscoperta di un qualcosa che è andato perso a causa delle sfortunate vicende storiche: la cultura, l’approccio all’arte e l’apertura mentale che porta a chi la fruisce.

Photo Credit: The Artist