Giorgio Bartocci – New Mural in Magdeburg, Germany
Tra gli ospiti dell’Antimurals Project, a distanza di qualche settimana ritroviamo il nostro Giorgio Bartocci, il grande interprete italiano si è impegnato questa nuova pittura all’interno dell’ex carcere di Magdeburg in Germania.
Il progetto è curato da Jens Besser, autore della famosa pubblicazione Muralismo Morte – vi invitiamo nuovamente a farla vostra – ed ha visto un nutrito gruppo di artisti cimentarsi sulle pareti dell’ex prigione tedesca. NAR, N-Grams, Anders Reventlov Larsen, Johannes Mundinger&Sophia Hirsch , Deyaa, Vilx, Artourette, Stefan Schleupner, Jens Besser, infine Aris, di cui vi abbiamo mostrato il lavoro su carta qualche giorno fà (Covered) ed appunto Giorgio Bartocci, a rappresentare l’Italia.
L’idea è molto semplice, c’è la volontà dell’organizzatore di sviluppare un progetto del tutto inedito. Come il nome stesso suggerisce, discostandosi dalla consueta rassegna murale, l’idea principale è quella di invitare gli artisti selezionati, a confrontarsi con le particolarità architettoniche della location, con le pareti, con le storie e le vicissitudini che luoghi come questi riescono a stimolare. Proprio gli stimoli, le sensazioni e gli stati d’animo entrano quindi prepotentemente a contatto con le differenti ricerche, con le estetiche personali di ciascuno dei protagonisti del progetto, commutandone e sviluppandone l’impatto finale in funzione, inevitabilmente, del luogo.
Parecchia curiosità da parte nostra nel vedere come, Giorgio Bartocci, si sia confrontato con l’ampia gamma di stimoli che spot come questi riescono ad offrire. L’autore Italiano raccoglie appieno dalla personale estetica e, piuttosto che lavorare direttamente sulla superficie, va a dipingere una serie di grandi piastrelle, successivamente installate su muro.
C’è un senso di perenne movimento nelle produzioni firmate dall’artista, al tempo stesso emerge la volontà di dare forma e sostanza a sentimenti, stati d’animo e percezioni personali dell’interprete. L’impressione è quella di un dialogo introspettivo, viscerale, da qui prendo forma e sostanza ombre, figure erranti. Le vediamo rimbalzare, esplodere, concentrarsi in un’unica e grande matassa, si tratta di una vibrante analogia sull’uomo, sulle sue profondità emotive, sulla sua fragilità, questi spiriti si fanno carico di impressioni, paure e stimoli eterogenei.
Il risultato finale è un opere densissima di dettagli, l’interprete realizza la consueta forma instabile, proiettata verso l’alto, intrisa di elementi pittorici. Ancora una volta la grande matassa è cadenzata da una ricca serie di figure metafisiche, l’artista piega, sovrappone e lascia intersecare queste forme commutandone l’aspetto, comprimendo, allargando e dilatandone la fisionomia, lavorando attraverso une nuova scala tonale, scandendo attraverso la stessa l’aspetto di queste nuove forme.
Ad accompagnare il nostro testo alcuni scatti durante le fasi di realizzazione dell’intervento, dateci un occhiata e restate sintonizzati per nuovi aggiornamenti sul progetto e sul lavoro dell’interprete Italiano.
Thanks to The Artist for The Pics