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Le paure e i falsi miti nel murale di Gio Pistone a San Pietroburgo

Per lo Street Art Museum di San Pietroburgo Gio Pistone ha realizzato un nuovo murale in cui riflette sulle tendenze e paure comuni dettate da falsi miti.

È infatti nella natura dell’essere umano vivere immerso nei miti, non solo quelli legati alla mitologia classica in cui affondiamo le nostre radici, ma soprattutto di miti moderni in cui viviamo immersi senza spesso comprenderne appiano il senso. Il mito del progresso, della storia, dello sviluppo, quello della previsione del futuro a cui si aggiungono il vivere bene attraverso il denaro, l’amore e il cibo, sono tutti validi esempi dei miti quotidiani che scandiscono e caratterizzano la nostra esistenza.

La mitologia, come accade per la religione, li utilizza per comunicare pensieri retti alle comunità, per insegnare il giusto modo di vivere attraverso “istruzioni per l’uso” alla vita, velocizzando il processo di assimilazione e caricandoci di una buona dose di paura. Si tratta di un meccanismo quindi che tende a consolidare e rendere saldi alcuni valori condivisi.

Partendo da questi spunti Gio Pistone ha dipinto 6 differenti personaggi per raccontare e riflettere quelle che sono le tendenze e le paure comuni nelle comunità occidentali e non spesso dettate dai falsi miti.

Circe, la strega.
Rappresenta la paura delle donne libere, senza marito, senza figli. Donne diverse e da allontanare.

Ubu Re, il dittatore.
È un personaggio che viene dal teatro di Jearry e che rappresenta il terrore del potere che non si può contrastare, l’orrore del potere incontrollato, crudele e sadico che viene dall’alto.

Karisiri, vampiro boliviano.
Esso rappresenta la paura della solitudine interiore ed esteriore percepita anche nel bel mezzo di una folla. La paura di non avere nessuno, amico o familiare. Quando si è soli lui si avvicina come un amico e ti porta via la linfa vitale uccidendoti.

Ippopotamo, gatto mammone, il gatto nero.
La figura rappresenta la paura del non conoscere, di non poter controllare, l’occulto e la paura di chi non si manifesta subito. Il personaggio è presente in numerose mitologie come il servo del diavolo e in questo caso è ispirato dal romanzo dello scritto russo Michail Bulgakov: Il Maestro e Margherita.

Polifemo, il gigante.
Rappresenta la paura di chi è diverso, dunque isolato dagli altri, dunque feroce.

Ulisse, l’intelligenza e la razionalità.
Questo character è la chiave dell’opera. Rompe il cerchio, spezza i legami e usa la ragione per arrivare alle proprie verità senza paura.

Il titolo dell’opera “Oudeis” (dal greco: Nessuno) è il nome che Ulisse dirà di avere a Polifemo e grazie al quale si salverà la vita. La scelta di Gio Pistone non è affatto casuale, l’idea è infatti quella di sottolineare e dire che nessuno può dirci di cosa avere paura, nessuno può dirci cosa è giusto e cosa è sbagliato per il semplice fatto che non esistono il bene e il male assoluti.

Photo Credit: The Artist

Le paure e i falsi miti nel murale di Gio Pistone a San Pietroburgo

Per lo Street Art Museum di San Pietroburgo Gio Pistone ha realizzato un nuovo murale in cui riflette sulle tendenze e paure comuni dettate da falsi miti.

È infatti nella natura dell’essere umano vivere immerso nei miti, non solo quelli legati alla mitologia classica in cui affondiamo le nostre radici, ma soprattutto di miti moderni in cui viviamo immersi senza spesso comprenderne appiano il senso. Il mito del progresso, della storia, dello sviluppo, quello della previsione del futuro a cui si aggiungono il vivere bene attraverso il denaro, l’amore e il cibo, sono tutti validi esempi dei miti quotidiani che scandiscono e caratterizzano la nostra esistenza.

La mitologia, come accade per la religione, li utilizza per comunicare pensieri retti alle comunità, per insegnare il giusto modo di vivere attraverso “istruzioni per l’uso” alla vita, velocizzando il processo di assimilazione e caricandoci di una buona dose di paura. Si tratta di un meccanismo quindi che tende a consolidare e rendere saldi alcuni valori condivisi.

Partendo da questi spunti Gio Pistone ha dipinto 6 differenti personaggi per raccontare e riflettere quelle che sono le tendenze e le paure comuni nelle comunità occidentali e non spesso dettate dai falsi miti.

Circe, la strega.
Rappresenta la paura delle donne libere, senza marito, senza figli. Donne diverse e da allontanare.

Ubu Re, il dittatore.
È un personaggio che viene dal teatro di Jearry e che rappresenta il terrore del potere che non si può contrastare, l’orrore del potere incontrollato, crudele e sadico che viene dall’alto.

Karisiri, vampiro boliviano.
Esso rappresenta la paura della solitudine interiore ed esteriore percepita anche nel bel mezzo di una folla. La paura di non avere nessuno, amico o familiare. Quando si è soli lui si avvicina come un amico e ti porta via la linfa vitale uccidendoti.

Ippopotamo, gatto mammone, il gatto nero.
La figura rappresenta la paura del non conoscere, di non poter controllare, l’occulto e la paura di chi non si manifesta subito. Il personaggio è presente in numerose mitologie come il servo del diavolo e in questo caso è ispirato dal romanzo dello scritto russo Michail Bulgakov: Il Maestro e Margherita.

Polifemo, il gigante.
Rappresenta la paura di chi è diverso, dunque isolato dagli altri, dunque feroce.

Ulisse, l’intelligenza e la razionalità.
Questo character è la chiave dell’opera. Rompe il cerchio, spezza i legami e usa la ragione per arrivare alle proprie verità senza paura.

Il titolo dell’opera “Oudeis” (dal greco: Nessuno) è il nome che Ulisse dirà di avere a Polifemo e grazie al quale si salverà la vita. La scelta di Gio Pistone non è affatto casuale, l’idea è infatti quella di sottolineare e dire che nessuno può dirci di cosa avere paura, nessuno può dirci cosa è giusto e cosa è sbagliato per il semplice fatto che non esistono il bene e il male assoluti.

Photo Credit: The Artist