fbpx
GORGO

Geometricbang for Bari Real Estate 2015

Anche Geometricbang al lavoro per l’edizione di quest’anno del Bari Real Estate 2015, l’artista italiano ha avuto l’opportunità di dipingere questo lungo sotto-ponte nel centro di Bari attraverso il suo particolare immaginario stilistico.

Dal titolo “Marea” quest’ultima fatica dell’autore, canalizza alla perfezione la particolare estetica pittorica di Geometricbang, spazio quindi a personaggi differenti, cose, animali, piante, tutti elementi che, come una mare appunto, vanno ad inondare il lungo spazio a disposizione.

Legato ad un approccio estetico che strizza l’occhio all’illustrazione e profondamente influenzato dallo spazio di lavoro, anche qui Geometricbang si confronta con la città e con i suoi abitanti, prendendo ispirazione da loro, per comporre un nuovo e ricchissimo puzzle di personaggi ed elementi surreali.

L’opera è concepita come omaggio alla gente di Bari, a tutti coloro che si sono fermati, che hanno scambiato due parole con l’artista durante la realizzazione del pezzo, un flusso pittorico energico e positivo capaci di regalare un po’ di energia positiva.

Per apprezzare al meglio quest’ultima opera, tutte le foto dei dettagli ed il bel risultato finale, ad attendervi dopo il salto, dateci un occhiata.

L’intervista di Roberta Troiano:

Raccontaci quello che vuoi
Ciao! Mi chiamo Mattia (Geometric Bang) vivo a Lodi, una piccola città del Nord Italia.

Descrivi la tua attività artistica, di cosa ti occupi?
Faccio un po’ di cose: dipingo su muro, mi occupo di grafica e illustrazione. Mi piacerebbe imparare a fotografare in analogico e sviluppare. Da un paio di anni realizzo laboratori per bambini, prettamente incentrati sul tema delle maschere e per questo chiamati “Tribù”. Negli ultimi sei mesi ho organizzato laboratori artistici con disabili.

Quali sono i temi portanti della tua produzione artistica?
Non ho temi specifici nei miei disegni. Sono legato a soggetti di diverso tipo, per lo più volti, animali, piante, fiori e oggetti. In realtà, dipende da quello che mi passa per la testa. Mi piace soffermarmi sul tema, anche se prediligo l’accostamento dei colori; li reputo molto importanti. Ricercare quelli giusti significa dare forza al lavoro; non è per niente facile, infatti, non sempre ci riesco.

Qual è l’origine del tuo stile?
Ritengo di avere uno stile semplice ed immediato, non c’è nulla di così originale o innovativo, sono personaggi e colori, ahahah! Ho avuto sicuramente diverse influenze nel mio percorso. Sono cresciuto a Lodi osservando le realizzazioni di Dem, ho lavorato e condiviso molte cose con Alfano, sono attratto dalle opere di 108, Tellas, Ekta, Erosie, dai disegni di Nathaniel Russel, Marcus Oakley e da tanti altri. Cerco di mantenere comunque una piccola vicinanza con il mondo dei graffiti, nell’approccio e nella gestualità.

Cosa rappresentano i soggetti e i colori nelle tue opere?
I soggetti nei miei lavori sono molto importanti, nascono in maniera casuale guardando ciò che mi circonda tutti i giorni. Nell’insieme creano una sorta di storia e riescono a prendere senso l’uno vicino all’altro. Ultimamente mi lascio ispirare dai tatuaggi old school e da quelli della tradizione russa, mi piacciono particolarmente; la peculiarità è che il loro significato si sviluppa nella simbologia. Sto provando a ricreare questo tipo di linguaggio, anche se è molto difficile riuscirci bene. I colori, come ho già detto, sono per me determinanti, solitamente mi portano via parecchio tempo nella preparazione di un lavoro.

Che senso ha per te creare immagini di carattere pubblico?
Possono acquisire un valore esclusivo poiché diventano di tutti, ma ciò che è di tutti può non essere apprezzato o condiviso dalla collettività. Qualcosa di realmente pubblico dovrebbe tener conto della concreta partecipazione delle persone che vivono in quel quartiere, in quel luogo, in quella casa.

Come ti relazioni con le persone che si soffermano a guardarti mentre lavori?
Mi piace parlarci; sono apertissimo alle critiche e alle discussioni. Spesso ascolto semplicemente ciò che hanno da raccontarmi.

Qual è l’opera che ti rappresenta di più e perché?
Nessun’opera mi rappresenta. Una volta finito cerco di andare oltre, non avrebbe senso soffermarmi troppo. Posso dirti che ricordo con grande piacere e felicità i diversi contesti che mi hanno ospitato per lavorare o dipingere e tutte le persone che ho conosciuto.

Quanto è importante l’aspetto sociale dell’arte?
Domanda difficile, almeno per me. Mi piace l’arte connessa al sociale, sicuramente la preferisco, ma non sempre si riesce a realizzarla nel migliore dei modi. La mia priorità è coinvolgere le persone e renderle il più possibile attive.

Credi che la street art possa far crescere nel tessuto urbano e nel vissuto dei suoi abitanti, nuovi orizzonti sociali e culturali?
L’arte può avere sicuramente una grande valenza sociale, ma non credo che la street art possa avere questo ruolo. Esistono realtà differenti, alcune sono totalmente distanti dal contesto in cui operano e utilizzano lo scopo sociale come forma di lucro. Altre riescono a costruire un rapporto diretto con i residenti creando un potenziale sviluppo culturale, proponendo laboratori al fine di ottenere una concreta fusione tra le attività artistiche e gli abitanti.

Cosa differenzia l’arte dalla decorazione? Le tue opere sono prettamente artistiche o decorative?
Ci sono pochi artisti che dipingono su muro oggi, io sicuramente non sono uno di quelli. Credo che i miei lavori siano prettamente legati alla decorazione.

Thanks to Pigment Workroom for The Pics

Geometricbang for Bari Real Estate 2015

Anche Geometricbang al lavoro per l’edizione di quest’anno del Bari Real Estate 2015, l’artista italiano ha avuto l’opportunità di dipingere questo lungo sotto-ponte nel centro di Bari attraverso il suo particolare immaginario stilistico.

Dal titolo “Marea” quest’ultima fatica dell’autore, canalizza alla perfezione la particolare estetica pittorica di Geometricbang, spazio quindi a personaggi differenti, cose, animali, piante, tutti elementi che, come una mare appunto, vanno ad inondare il lungo spazio a disposizione.

Legato ad un approccio estetico che strizza l’occhio all’illustrazione e profondamente influenzato dallo spazio di lavoro, anche qui Geometricbang si confronta con la città e con i suoi abitanti, prendendo ispirazione da loro, per comporre un nuovo e ricchissimo puzzle di personaggi ed elementi surreali.

L’opera è concepita come omaggio alla gente di Bari, a tutti coloro che si sono fermati, che hanno scambiato due parole con l’artista durante la realizzazione del pezzo, un flusso pittorico energico e positivo capaci di regalare un po’ di energia positiva.

Per apprezzare al meglio quest’ultima opera, tutte le foto dei dettagli ed il bel risultato finale, ad attendervi dopo il salto, dateci un occhiata.

L’intervista di Roberta Troiano:

Raccontaci quello che vuoi
Ciao! Mi chiamo Mattia (Geometric Bang) vivo a Lodi, una piccola città del Nord Italia.

Descrivi la tua attività artistica, di cosa ti occupi?
Faccio un po’ di cose: dipingo su muro, mi occupo di grafica e illustrazione. Mi piacerebbe imparare a fotografare in analogico e sviluppare. Da un paio di anni realizzo laboratori per bambini, prettamente incentrati sul tema delle maschere e per questo chiamati “Tribù”. Negli ultimi sei mesi ho organizzato laboratori artistici con disabili.

Quali sono i temi portanti della tua produzione artistica?
Non ho temi specifici nei miei disegni. Sono legato a soggetti di diverso tipo, per lo più volti, animali, piante, fiori e oggetti. In realtà, dipende da quello che mi passa per la testa. Mi piace soffermarmi sul tema, anche se prediligo l’accostamento dei colori; li reputo molto importanti. Ricercare quelli giusti significa dare forza al lavoro; non è per niente facile, infatti, non sempre ci riesco.

Qual è l’origine del tuo stile?
Ritengo di avere uno stile semplice ed immediato, non c’è nulla di così originale o innovativo, sono personaggi e colori, ahahah! Ho avuto sicuramente diverse influenze nel mio percorso. Sono cresciuto a Lodi osservando le realizzazioni di Dem, ho lavorato e condiviso molte cose con Alfano, sono attratto dalle opere di 108, Tellas, Ekta, Erosie, dai disegni di Nathaniel Russel, Marcus Oakley e da tanti altri. Cerco di mantenere comunque una piccola vicinanza con il mondo dei graffiti, nell’approccio e nella gestualità.

Cosa rappresentano i soggetti e i colori nelle tue opere?
I soggetti nei miei lavori sono molto importanti, nascono in maniera casuale guardando ciò che mi circonda tutti i giorni. Nell’insieme creano una sorta di storia e riescono a prendere senso l’uno vicino all’altro. Ultimamente mi lascio ispirare dai tatuaggi old school e da quelli della tradizione russa, mi piacciono particolarmente; la peculiarità è che il loro significato si sviluppa nella simbologia. Sto provando a ricreare questo tipo di linguaggio, anche se è molto difficile riuscirci bene. I colori, come ho già detto, sono per me determinanti, solitamente mi portano via parecchio tempo nella preparazione di un lavoro.

Che senso ha per te creare immagini di carattere pubblico?
Possono acquisire un valore esclusivo poiché diventano di tutti, ma ciò che è di tutti può non essere apprezzato o condiviso dalla collettività. Qualcosa di realmente pubblico dovrebbe tener conto della concreta partecipazione delle persone che vivono in quel quartiere, in quel luogo, in quella casa.

Come ti relazioni con le persone che si soffermano a guardarti mentre lavori?
Mi piace parlarci; sono apertissimo alle critiche e alle discussioni. Spesso ascolto semplicemente ciò che hanno da raccontarmi.

Qual è l’opera che ti rappresenta di più e perché?
Nessun’opera mi rappresenta. Una volta finito cerco di andare oltre, non avrebbe senso soffermarmi troppo. Posso dirti che ricordo con grande piacere e felicità i diversi contesti che mi hanno ospitato per lavorare o dipingere e tutte le persone che ho conosciuto.

Quanto è importante l’aspetto sociale dell’arte?
Domanda difficile, almeno per me. Mi piace l’arte connessa al sociale, sicuramente la preferisco, ma non sempre si riesce a realizzarla nel migliore dei modi. La mia priorità è coinvolgere le persone e renderle il più possibile attive.

Credi che la street art possa far crescere nel tessuto urbano e nel vissuto dei suoi abitanti, nuovi orizzonti sociali e culturali?
L’arte può avere sicuramente una grande valenza sociale, ma non credo che la street art possa avere questo ruolo. Esistono realtà differenti, alcune sono totalmente distanti dal contesto in cui operano e utilizzano lo scopo sociale come forma di lucro. Altre riescono a costruire un rapporto diretto con i residenti creando un potenziale sviluppo culturale, proponendo laboratori al fine di ottenere una concreta fusione tra le attività artistiche e gli abitanti.

Cosa differenzia l’arte dalla decorazione? Le tue opere sono prettamente artistiche o decorative?
Ci sono pochi artisti che dipingono su muro oggi, io sicuramente non sono uno di quelli. Credo che i miei lavori siano prettamente legati alla decorazione.

Thanks to Pigment Workroom for The Pics