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GORGO

“From Street to Art” at Italian Cultural Institute NY (Recap)

Aperto lo scorso Giugno a New York, andiamo finalmente a dare un occhiata approfondita a From Street to The Art, imponente group show con i lavori di 2501, Agostino Iacurci, Aris, BR1, Cyop & Kaf, Dem, Eron, Hitnes, Sten & Lex, Ufocinque.

Curato da Simone Pallotta, la mostra si propone come una vera e propria indagine su una generazione di artisti tutti Italiani che in modo o nell’altro stanno avendo e continuando ad avere un impatto fondamentale all’interno della scena contemporanea artistica Italiana ed internazionale. La scelta degli artisti, le impostazioni visive condivise, il loro personale approccio all’interno dello spazio ed il suo rapporto con la città, temi importanti che vengono portati avanti da ogni singolo autore per mezzo di modi ed impostazioni di pittura diverse nonché per mezzo di un sostanziale divergenza nei contenuti espressi. In questo senso lo show ci permetterà di ragionare e riflettere sulle differente degli artisti ed al contempo sui punti di contatto di un movimento congiunto che con equilibrio e maturità continua a spostarsi dalla strada agli ambiti chiusi tipici di una galleria.

Se questo di fatto rappresenta la base tematica dell’esibizione, d’altro canto come spiega Simone Pallotta, lo show è l’occasione per una riflessione profonda, ‘C’è stato un tempo in cui i graffiti, produzione di lettere che formano un nome che riflette una individualità reale, hanno ricostruito l’identità perduta grazie ad un atto personale’. Proprio da qui parte lo show, dalle radici di tutti gli artisti coinvolti che come sintomo di una generazione senza eco ha preso le redini del proprio io, generando un nuova identità con la quale collocarsi nella società e poter catalizzare il proprio futuro. From Street to The Art, parte appunto dalla strada dai primi approcci con le lettere, dallo studio delle stesse e dalla successiva evoluzione.

‘I graffiti sono stati l’anno zero di una volontà automatica produttrice di situazioni generative, occasioni di espressione primaria, di un ritorno alla creazione come necessità’, da qui ogni artista è passato da un istinto espressivo, privi di fatto di una volontà artistica, ad una costante evoluzione che lo ha portato a imbastire un proprio e peculiare percorso visivo. From Street to The Art è anche arte, è uno show che fa deflagrare il concetto di partenza più classico dell’artista, l’etichetta, qui da uno stimolo non canonico, i graffiti appunto, come diretta conseguenza arriviamo ad una personale espressività, ad una propria ricerca intrinsecamente legata alla strada ed al contempo capace di trovare il giusto posto all’interno di un museo.

Nient’altro da aggiungere, vi lasciamo piuttosto ad una ricca serie di scatti con le immagini dell’allestimento presentato, scrollate giù e dateci un occhiata, siamo certi che anche voi come noi non mancherete di apprezzare. Ricordiamo infine per chiunque si trovasse in zona che lo show sarà aperto fino al prossimo 20 di Agosto, be there!

There was a time when graffiti writing, the production of letters that form a name reflecting a real individuality, restored the lost identity through a personal act. In a sort of interior reconstruction, one chose a new name in order to reposition oneself in society, on the basis of an autonomous invention of the self, a starting point for a new ideology that helped to re-establish the interpretation of the world itself, through the value of one’s own singularity. A free and pure act that changed the destiny of art, unknowingly and unintentionally.

And here we are today, here and now. From the primordial expressive instinct of the first graffiti, devoid of artistic need and desire but rich in interior expressivity, we have arrived to a generation that believes in its very own means, because it was willing and able to go through all the stages of creative thinking again. These are men who have rationalized the expressive urgency of the origins in favour of their very own vision of art, managing in the end to materialize their position, that is unique and profoundly authorial. We are dealing here with artists that must be defined as such, because it’s no longer necessary for the initial context to give them their connotations, it’s no longer just the streets that welcome them, it’s the entire world. – Simone Pallotta.

Italian Cultural Institute NY
686 di Park Avenue
New York 10065 – USA

“From Street to Art” at Italian Cultural Institute NY (Recap)

Aperto lo scorso Giugno a New York, andiamo finalmente a dare un occhiata approfondita a From Street to The Art, imponente group show con i lavori di 2501, Agostino Iacurci, Aris, BR1, Cyop & Kaf, Dem, Eron, Hitnes, Sten & Lex, Ufocinque.

Curato da Simone Pallotta, la mostra si propone come una vera e propria indagine su una generazione di artisti tutti Italiani che in modo o nell’altro stanno avendo e continuando ad avere un impatto fondamentale all’interno della scena contemporanea artistica Italiana ed internazionale. La scelta degli artisti, le impostazioni visive condivise, il loro personale approccio all’interno dello spazio ed il suo rapporto con la città, temi importanti che vengono portati avanti da ogni singolo autore per mezzo di modi ed impostazioni di pittura diverse nonché per mezzo di un sostanziale divergenza nei contenuti espressi. In questo senso lo show ci permetterà di ragionare e riflettere sulle differente degli artisti ed al contempo sui punti di contatto di un movimento congiunto che con equilibrio e maturità continua a spostarsi dalla strada agli ambiti chiusi tipici di una galleria.

Se questo di fatto rappresenta la base tematica dell’esibizione, d’altro canto come spiega Simone Pallotta, lo show è l’occasione per una riflessione profonda, ‘C’è stato un tempo in cui i graffiti, produzione di lettere che formano un nome che riflette una individualità reale, hanno ricostruito l’identità perduta grazie ad un atto personale’. Proprio da qui parte lo show, dalle radici di tutti gli artisti coinvolti che come sintomo di una generazione senza eco ha preso le redini del proprio io, generando un nuova identità con la quale collocarsi nella società e poter catalizzare il proprio futuro. From Street to The Art, parte appunto dalla strada dai primi approcci con le lettere, dallo studio delle stesse e dalla successiva evoluzione.

‘I graffiti sono stati l’anno zero di una volontà automatica produttrice di situazioni generative, occasioni di espressione primaria, di un ritorno alla creazione come necessità’, da qui ogni artista è passato da un istinto espressivo, privi di fatto di una volontà artistica, ad una costante evoluzione che lo ha portato a imbastire un proprio e peculiare percorso visivo. From Street to The Art è anche arte, è uno show che fa deflagrare il concetto di partenza più classico dell’artista, l’etichetta, qui da uno stimolo non canonico, i graffiti appunto, come diretta conseguenza arriviamo ad una personale espressività, ad una propria ricerca intrinsecamente legata alla strada ed al contempo capace di trovare il giusto posto all’interno di un museo.

Nient’altro da aggiungere, vi lasciamo piuttosto ad una ricca serie di scatti con le immagini dell’allestimento presentato, scrollate giù e dateci un occhiata, siamo certi che anche voi come noi non mancherete di apprezzare. Ricordiamo infine per chiunque si trovasse in zona che lo show sarà aperto fino al prossimo 20 di Agosto, be there!

There was a time when graffiti writing, the production of letters that form a name reflecting a real individuality, restored the lost identity through a personal act. In a sort of interior reconstruction, one chose a new name in order to reposition oneself in society, on the basis of an autonomous invention of the self, a starting point for a new ideology that helped to re-establish the interpretation of the world itself, through the value of one’s own singularity. A free and pure act that changed the destiny of art, unknowingly and unintentionally.

And here we are today, here and now. From the primordial expressive instinct of the first graffiti, devoid of artistic need and desire but rich in interior expressivity, we have arrived to a generation that believes in its very own means, because it was willing and able to go through all the stages of creative thinking again. These are men who have rationalized the expressive urgency of the origins in favour of their very own vision of art, managing in the end to materialize their position, that is unique and profoundly authorial. We are dealing here with artists that must be defined as such, because it’s no longer necessary for the initial context to give them their connotations, it’s no longer just the streets that welcome them, it’s the entire world. – Simone Pallotta.

Italian Cultural Institute NY
686 di Park Avenue
New York 10065 – USA