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Francesco Barbieri “Terra di Nessuno” at Square23 Gallery (Recap)

Aperta lo scorso 26 di Marzo, a distanza di qualche settimana, andiamo a dare un occhiata a “Terra di Nessuno”, la bella ed ultima esibizione firmata da Francesco Barbieri all’interno degli spazi della Square23 Gallery di Torino.

Dopo la preview andiamo quindi a tuffarci all’interno del corposo allestimento proposto dal grande autore Italiano. Il titolo dello show ben centra la particolare tematica che attraversa sia l’esibizione, sia la particolare ricerca dell’artista. Si tratta infatti di una personale ed approfondita riflessione su come quotidianamente siamo soliti vivere lo spazio urbano ed in particolare la città. In particolare l’artista si concentra sul piglio passivo, sulla capacità di esclusione visiva di alcuni spazi, letteralmente oscurati e vissuti e modo passivo che, proprio grazie al lavoro proposto, tornano sotto una nuova forma, un aspetto differente intrinsecamente legato alle percezioni ed agli stati d’animo con i quali l’interprete offre forma e sostanza.

L’approccio di Francesco Barbieri ci ha sempre incuriosito per la capacità dell’autore di sviscerare un immagine differente, non si tratta di una semplice riproduzione dello spazio cittadino, quanto piuttosto una esaltazione dello stesso attraverso la guida e l’impeto delle emozioni che lo stesso riesce a sprigionare. Se infatti le skylines, i trilacci, le ferrovie, i vicoli ed palazzi, vengono raffigurati attraverso una scala scura ed un sintesi estrema e densa, è proprio l’utilizzo di differenti tonalità cromatiche ad esaltare questi panorami. I cieli si tingono di colore, riflettendo sensazioni ed emozioni, un nuova poesia capace di estrapolare i toni viscerali di un approccio delicato ma anche insistente, corposo e capace di impattare chi osserva attraverso un ottica del tutto inedita. Sta qui il valore delle produzioni di Barbieri, la capacità di mostrarci la bellezza nascosta di panorami industriali, degli ecomostri, delle strutture verticali che si frappongono giorno dopo giorno al nostro orizzonte. È quindi innegabile come cogliendo ed immagazzinando gli scorci proposti dall’artista, andiamo inevitabilmente a confrontarci con un nuovo e differente rapporto tra l’essere umano e lo spazio cittadino. Un viaggio percettivo differente, alimentato da una catarsi connessa idealmente con l’acidità dei colori espressi, con le ombre e le silhouette cittadine, una bellezza nascosta, malinconica e capace di comporre uno scenario differente, alterato, freddo e silenzioso, capace di esaltare la nostra persona, i nostri pensieri, le nostre fragilità.

L’allestimento proposto da Francesco Barbieri, gravita intorno a questi sintomi personali, ci offre una ricerca distaccata dal mondo dei graffiti a cui l’artista appartiene, ci mostra una dialettica differente ponendoci a contatto con la città, non più contenitore distaccato, ma protagonista indiscussa.

Dal titolo Terra di nessuno, questa nuova mostra rappresenta una riflessione sul modo in cui siamo soliti vivere lo spazio urbano. Un approccio passivo, un transito silenzioso, a cui l’interprete mette un freno spingendo per una interazione nuova e più cosciente, la città non è mai stata così bella.

Square23 Gallery
Via San Massimo, 45
10123 Torino

Francesco Barbieri “Terra di Nessuno” at Square23 Gallery (Recap)

Aperta lo scorso 26 di Marzo, a distanza di qualche settimana, andiamo a dare un occhiata a “Terra di Nessuno”, la bella ed ultima esibizione firmata da Francesco Barbieri all’interno degli spazi della Square23 Gallery di Torino.

Dopo la preview andiamo quindi a tuffarci all’interno del corposo allestimento proposto dal grande autore Italiano. Il titolo dello show ben centra la particolare tematica che attraversa sia l’esibizione, sia la particolare ricerca dell’artista. Si tratta infatti di una personale ed approfondita riflessione su come quotidianamente siamo soliti vivere lo spazio urbano ed in particolare la città. In particolare l’artista si concentra sul piglio passivo, sulla capacità di esclusione visiva di alcuni spazi, letteralmente oscurati e vissuti e modo passivo che, proprio grazie al lavoro proposto, tornano sotto una nuova forma, un aspetto differente intrinsecamente legato alle percezioni ed agli stati d’animo con i quali l’interprete offre forma e sostanza.

L’approccio di Francesco Barbieri ci ha sempre incuriosito per la capacità dell’autore di sviscerare un immagine differente, non si tratta di una semplice riproduzione dello spazio cittadino, quanto piuttosto una esaltazione dello stesso attraverso la guida e l’impeto delle emozioni che lo stesso riesce a sprigionare. Se infatti le skylines, i trilacci, le ferrovie, i vicoli ed palazzi, vengono raffigurati attraverso una scala scura ed un sintesi estrema e densa, è proprio l’utilizzo di differenti tonalità cromatiche ad esaltare questi panorami. I cieli si tingono di colore, riflettendo sensazioni ed emozioni, un nuova poesia capace di estrapolare i toni viscerali di un approccio delicato ma anche insistente, corposo e capace di impattare chi osserva attraverso un ottica del tutto inedita. Sta qui il valore delle produzioni di Barbieri, la capacità di mostrarci la bellezza nascosta di panorami industriali, degli ecomostri, delle strutture verticali che si frappongono giorno dopo giorno al nostro orizzonte. È quindi innegabile come cogliendo ed immagazzinando gli scorci proposti dall’artista, andiamo inevitabilmente a confrontarci con un nuovo e differente rapporto tra l’essere umano e lo spazio cittadino. Un viaggio percettivo differente, alimentato da una catarsi connessa idealmente con l’acidità dei colori espressi, con le ombre e le silhouette cittadine, una bellezza nascosta, malinconica e capace di comporre uno scenario differente, alterato, freddo e silenzioso, capace di esaltare la nostra persona, i nostri pensieri, le nostre fragilità.

L’allestimento proposto da Francesco Barbieri, gravita intorno a questi sintomi personali, ci offre una ricerca distaccata dal mondo dei graffiti a cui l’artista appartiene, ci mostra una dialettica differente ponendoci a contatto con la città, non più contenitore distaccato, ma protagonista indiscussa.

Dal titolo Terra di nessuno, questa nuova mostra rappresenta una riflessione sul modo in cui siamo soliti vivere lo spazio urbano. Un approccio passivo, un transito silenzioso, a cui l’interprete mette un freno spingendo per una interazione nuova e più cosciente, la città non è mai stata così bella.

Square23 Gallery
Via San Massimo, 45
10123 Torino