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Escif a Valencia per Greenpeace sulla città sostenibile

In occasione del World Cities Day 2018 Greenpeace ha chiesto ad Escif di realizzare un murale a Valencia come parte dei lavori di Neopolitan, nuova campagna di sensibilizzazione basata sul concetto di città sostenibile e sulla riduzione dei consumi. L’obiettivo è quello di sensibilizzare e indirizzare le persone verso un nuovo tipo di consumo responsabile ed etico in modo da cambiare le nostre città e di conseguenza il pianeta.

Il progetto evidenzia ancora una volta la necessità di una trasformazione dei modelli di consumo delle città moderne per invertire il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Si tratta di temi quanto mai attuali e che, sfortunatamente, non vengono ancora affrontati nel modo giusto.

La città è infatti il principale luogo dove lo persone vivono sul pianeta (in Spagna ad esempio l’80% dei cittadini spagnoli vive già in città) con il conseguente aumento dei consumi di acqua, energia, inquinamento dei veicoli e produzione di rifiuti. Entro il 2050 oltre il 66% della popolazione mondiale vivrà in città e tra queste circa il 15% in metropoli da 10 milioni di abitanti. Leggere questi dati è importante per comprendere sia gli scenari futuri, sia le difficoltà a cui andremo incontro se non iniziamo ad intervenire ora.

Come accade spesso per le opere di Escif le chiavi di letture sono molteplici. Da una parte il murale, dipinto sulla facciata del Barreira A + D Center for Advanced Design Studies, è pensato per suscitare una riflessione sul nostro consumo giornaliero e sul quale tipo di città vogliamo, sottolineando la necessità di immaginare e trasformare le città in spazi più umani, sani, efficienti. Luoghi meno inquinati ed inquinanti. La vida es otra cosa, una delle frasi più utilizzate dall’artista e titolo di quest’opera, sposta però la riflessione ancora più in là.

Escif prosegue anche qui la sua critica alla società moderna, al consumo sfrenato, all’individualismo, al capitalismo senza controllo, ai social network e al modo in cui stanno modificando i rapporti tra le persone. L’artista valenciano accompagna l’opera con un breve testo che ben rappresenta i temi racchiusi all’interno di questa sua ultima fatica:

Acquista molto e buon mercato. Alzati sul lato destro del letto. Mangia, bevi e saccheggia. Consuma le risorse del pianeta senza fermarti, senza voltarti indietro. Accelera. Competi con tutto e tutti. Sii il primo. Guadagna un sacco di soldi. Corri. Grida. Taglia gli alberi, buca le montagne. Cambia cellulare al ritmo di Instagram. Aggiornati! Brucia la macchina sull’asfalto. Abbi più follower che amici. Milioni. Tutti poveri. Sii meglio di chiunque altro a non amare nessuno. Copriti di plastica e brucia il mare. Uccidi tutti i pesci. Non piangere. Nuova giacca. Africa. Dov’è? Salta da un grattacielo perché vuoi andare più in alto. I bambini stanno morendo. Muoiono. Un messaggio sullo schermo. Prendi un bel respiro. Respira.

Per chi volesse vederla dal vivo l’opera si trova su Gran vía Fernando el Católico 69 a Valencia.

Photo courtesy of Greenpeace

Escif a Valencia per Greenpeace sulla città sostenibile

In occasione del World Cities Day 2018 Greenpeace ha chiesto ad Escif di realizzare un murale a Valencia come parte dei lavori di Neopolitan, nuova campagna di sensibilizzazione basata sul concetto di città sostenibile e sulla riduzione dei consumi. L’obiettivo è quello di sensibilizzare e indirizzare le persone verso un nuovo tipo di consumo responsabile ed etico in modo da cambiare le nostre città e di conseguenza il pianeta.

Il progetto evidenzia ancora una volta la necessità di una trasformazione dei modelli di consumo delle città moderne per invertire il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Si tratta di temi quanto mai attuali e che, sfortunatamente, non vengono ancora affrontati nel modo giusto.

La città è infatti il principale luogo dove lo persone vivono sul pianeta (in Spagna ad esempio l’80% dei cittadini spagnoli vive già in città) con il conseguente aumento dei consumi di acqua, energia, inquinamento dei veicoli e produzione di rifiuti. Entro il 2050 oltre il 66% della popolazione mondiale vivrà in città e tra queste circa il 15% in metropoli da 10 milioni di abitanti. Leggere questi dati è importante per comprendere sia gli scenari futuri, sia le difficoltà a cui andremo incontro se non iniziamo ad intervenire ora.

Come accade spesso per le opere di Escif le chiavi di letture sono molteplici. Da una parte il murale, dipinto sulla facciata del Barreira A + D Center for Advanced Design Studies, è pensato per suscitare una riflessione sul nostro consumo giornaliero e sul quale tipo di città vogliamo, sottolineando la necessità di immaginare e trasformare le città in spazi più umani, sani, efficienti. Luoghi meno inquinati ed inquinanti. La vida es otra cosa, una delle frasi più utilizzate dall’artista e titolo di quest’opera, sposta però la riflessione ancora più in là.

Escif prosegue anche qui la sua critica alla società moderna, al consumo sfrenato, all’individualismo, al capitalismo senza controllo, ai social network e al modo in cui stanno modificando i rapporti tra le persone. L’artista valenciano accompagna l’opera con un breve testo che ben rappresenta i temi racchiusi all’interno di questa sua ultima fatica:

Acquista molto e buon mercato. Alzati sul lato destro del letto. Mangia, bevi e saccheggia. Consuma le risorse del pianeta senza fermarti, senza voltarti indietro. Accelera. Competi con tutto e tutti. Sii il primo. Guadagna un sacco di soldi. Corri. Grida. Taglia gli alberi, buca le montagne. Cambia cellulare al ritmo di Instagram. Aggiornati! Brucia la macchina sull’asfalto. Abbi più follower che amici. Milioni. Tutti poveri. Sii meglio di chiunque altro a non amare nessuno. Copriti di plastica e brucia il mare. Uccidi tutti i pesci. Non piangere. Nuova giacca. Africa. Dov’è? Salta da un grattacielo perché vuoi andare più in alto. I bambini stanno morendo. Muoiono. Un messaggio sullo schermo. Prendi un bel respiro. Respira.

Per chi volesse vederla dal vivo l’opera si trova su Gran vía Fernando el Católico 69 a Valencia.

Photo courtesy of Greenpeace