Emajons “Elephant tale, Elephant history” in Mostar
Il nostro Emajons si è spostato a Mostar in Bosnia Herzegovna dove ha avuto modo di terminare una nuova pittura delle sue, un intervento che manifesta da una parte tutto l’approccio visivo dell’artista dall’altra un interessante doppia riflessione.
Come abbiamo avuto modo di vedere più volte il lavoro di Emajons poggia le basi su una personale dialettica visiva che vede l’interprete rappresentare attraverso un personalissimo tratto situazioni e istantanee di vita moderna, in particolare l’artista ha saputo soffermarsi su temi e argomenti impegnati, rivelando tutto un proprio e personale spaccato sulle contraddizioni e le piaghe della società in cui viviamo tuti noi. Il disegno di Emajons è caratterizzato da una profonda istintività, i suoi personaggi sono un specchio vero, senza maschere si mostrano in tutta la loro brutalità, attraverso una fisionomia deforme prendono vita uomini e donne, le azioni ed i loro movimenti vengono ‘fissati’ su parete mostrandoci più frame sovrapposti, emergono corpi e visi di conseguenza deformi, involucri di carne raggrinzita e flaccida che ne muta profondamente i connotati, in una rappresentazione veritiera del lato più interiore e celato delle persone, dei loro demoni, delle brutture ed atrocità che portano nel loro animo corrotto ed abietto. Sono cazzotti nello stomaco, colpi ben assestati dove ci si ritrova a guardare se stessi impressi nelle pareti, tra il terrore di quelle visioni e la consapevolezza che in fondo nel nostro profondo essere siamo davvero così.
Questa nuova parete come detto parte da una doppia riflessione all’interno di un zona difficile e che ha nel suo passato uno stretto legame con la guerra e con la morte, l’artista in autostop da Trieste va quindi ad inserirsi all’interno di un contesto decisamente difficile dove ognuno ha una propria personale idea sulle vicende balcaniche. Da qui l’artista prende spunto dall’idea di carnevale in particolare dall’immagine del popolo che cammina e sostiene la figura dell’elefante, proprio quest’ultimo però è il protagonista di un’altra storia. Nella seconda parte della riflessione troviamo un re che riceve un grande elefante bianco come regalo da un altro regnante, questo animale non è assolutamente utile a nulla, ma il re completamente innamorato della bestia continua a prendersene cura come se si trattasse di un grande tesoro, facendogli per esempio lavare la pelle tutti i giorni dagli schiavi. Con l’arrivo della siccità il regnante preferisce dare l’ultima acqua al sua elefante piuttosto che al popolo.
Nelle due storie la figura dell’animale va quindi a catalizzare due differenti spunti, da una parte il popolo che unito lo sostiene e lo porta avanti, dall’altra il re che completamente assuefatto dalla figura sceglie di mettere la stessa davanti ai bisogni del proprio popolo, tutto chiaro vero?
Non aggiungiamo altro ed in attesa di nuovi aggiornamenti da parte dell’interprete vi lasciamo ad una serie di immagini con tutti i dettagli del lavoro ultimato, dateci un occhiata è tutto dopo il salto siamo certi che non mancherete di apprezzare.
So, Bosnia Herzegovna. Autostop from Trieste to Mostar, talking with people about balkans, ex Jugoslavia and so on.. No one have the same view and approach about this history. So this is enough to me for having an idea. Don’t tell me that i don’t know nothing about it and i can’t paint something because i come from Europa.
First: On carnival the elephant must be carried by the people. This people must walk together to carry it.
Second: Once upon a time a king receive a big white elephant as gift from another king. This elephant couldn’t work. It was not useful for any activity. It was so beautiful and so precious that the king lost his mind to take care about it. To keep his skin white the elephant was clean every moment by slaves.
One time that came drought the king prefer give the last water to the elephant than to the people and the all kingdom died thirsty.So fuck luxury see what is real needs.
Pics by The Artist