Dilen Tigreblu & Cripsta “Ritual” at Improper Walls Gallery (Recap)
Uno sguardo a “Ritual” il progetto espositivo effimero presentato da Dilen Tigreblu e Cripsta negli spazi della Improper Walls Gallery di Vienna.
Per il progetto i due artisti Italiani riflettono anzitutto sul concetto di rituale con l’intento di sviluppare una mitologia individuale capace di definire al meglio la sintassi dell’intero progetto. Il concetto di mitologia individuale è stato definito e studiato da Cesare Pavese e decritto in questo modo:
Il concepire mitico dell’infanzia è insomma un sollevare alla sfera di eventi unici e assoluti le successive rivelazioni delle cose, per cui queste vivranno nella coscienza come schemi normativi dell’immaginazione affettiva. Così ognuno di noi possiede una mitologia personale ( fievole eco di quell’altra) che dà valore, un valore assoluto, al suo mondo più remoto, e gli riveste povere cose del passato con un ambiguo e seducente lucore dove pare, come in un simbolo, riassumersi il senso di tutta la vita.
A questo «temps retrouvé» non manca del mito genuino nemmeno la ripetibilità, la facoltà cioè di reincarnarsi in ripetizioni, che appaiono e sono creazioni ex novo, così come la festa ricelebra il mito e insieme lo instaura come se ogni volta fosse la prima.
Per Pavese il mito assume quindi una forma di conoscenza e rappresentazione della realtà superiore a quella legata alla logica razionale. Lo scrittore e poeta italiano nelle sue riflessioni si sofferma sull’importanza dei ricordi, ponendo in modo centrale il periodo dell’infanzia ovvero quell’età di straordinaria intensità percettiva durante la quale ciascuno di noi forma un proprio e personale codice interpretativo destinato a durare per il resto della vita.
Partendo da questi concetti per “Ritual” Cripsta e Dilen Tigreblu approfondiscono i rispettivi e personali miti, analizzandoli e suddividendoli in 5 differenti categorie. Entrambi gli artisti hanno poi scelto un elemento per categoria, tracciandone l’aspetto all’interno di un unico murale con l’intento di generare un atto capace di rappresentare la loro mitologia condivisa, il loro rituale appunto. Infine ne hanno accentuato la ripetitività per sottolineare la caratteristica peculiare di ogni rituale: la possibilità di essere ripetuto più volte.
Il risultato finale è quindi una pittura rituale di quattro murales, tutti caratterizzati dagli stessi soggetti che di volta in volta sono stati coperti e ridipinti durante il processo. L’obiettivo è quello non solo di evidenziare le categorie al centro dei ricordi mitici degli artisti, ma soprattutto entrare a contatto con quelle ‘melodie’ individuali che, seppure impercettibili, riecheggiano giorno dopo giorno nella quotidianità di ciascuno di noi.