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GORGO

CANEMORTO – “Toys” at Superfluo (Recap)

Andiamo a dare un occhiata a “TOYS”, nuovo progetto espositivo firmato CANEMORTO all’interno degli spazi del Superfluo di Milano.

Il progetto è il risultato di una intensa residenza durata tre settimane all’interno degli spazi Milanesi, con gli interpreti al lavoro su una nuova serie di pitture, sculture e video. Un idea quindi che abbraccia a tutto tondo differenti medium visivi ed artistici e che, nello specifico, allaccia il discorso con il progetto Amo-Te Lisboa. Si tratta quindi di una sorta di sequel che vede i CANEMORTO, tornati in Italia dopo le scorribande in terra Portoghese, abbandonare la strada per abbracciare una improbabile carriera nel mondo dell’arte contemporanea.

Il titolo, che si rifà al linguaggio dei graffiti indicando i writers falsi ed incapaci, ben contestualizza la nuova pungente riflessione che gli autori Italiani hanno voluto abbracciare, rivelando ancora una volta, tutta la natura ironica e tagliente delle produzioni del trio. In particolare i CANEMORTO concentrano la loro attenzione sulla particolare e spesso ambigua convivenza tra arte di strada ed arte contemporanea, sottolineando come nella società moderna, l’arte e l’artista vengano riconosciuti solo quando raggiungono un valore economico.

Il progetto contestualizza quindi un dibattito sempre attuale. Lo fa ponendo in antitesi le produzioni degli artisti, contrapponendone la natura ribelle, violenta, brutale e libera del loro operato in strada, con l’operato in galleria. Al tempo stesso le opere realizzate nascono dal seme dell’art brut, dei cartoni animati, delle sottoculture giovanili, in cui emerge un senso di deriva, in cui i personaggi proposti rappresentano ‘adulti disadattati’ e mai sottomessi all’omologazione. Lo show è quindi anzitutto un cortocircuito voluto, rappresentato, incanalato attraverso le sembianze dei corpi ‘brutti’ dei soggetti rappresentati. È l’ennesima confusione voluta, rimarcata attraverso una provocazione.

Oltre al magistrale allestimento, visibile nelle immagini in calce e composta tele e veri e propri personaggi/giochi realizzati per l’occasione, il progetto è aperto dal video omonimo. Quest’ultimo mescola elementi di cinema, rap, graffiti, arte, realtà e finzione, proseguendo sulla via delle provocazione anche attraverso un intervista a Camillo Tarozzi, restauratore che ha eseguito i famigerati stacchi delle opere di BLU (Leggi il nostro editoriale).
C’è da mettersi comodi e dare un occhiata a tutto il materiale, enjoy it.

Thanks to The Artists for The Pics

CANEMORTO – “Toys” at Superfluo (Recap)

Andiamo a dare un occhiata a “TOYS”, nuovo progetto espositivo firmato CANEMORTO all’interno degli spazi del Superfluo di Milano.

Il progetto è il risultato di una intensa residenza durata tre settimane all’interno degli spazi Milanesi, con gli interpreti al lavoro su una nuova serie di pitture, sculture e video. Un idea quindi che abbraccia a tutto tondo differenti medium visivi ed artistici e che, nello specifico, allaccia il discorso con il progetto Amo-Te Lisboa. Si tratta quindi di una sorta di sequel che vede i CANEMORTO, tornati in Italia dopo le scorribande in terra Portoghese, abbandonare la strada per abbracciare una improbabile carriera nel mondo dell’arte contemporanea.

Il titolo, che si rifà al linguaggio dei graffiti indicando i writers falsi ed incapaci, ben contestualizza la nuova pungente riflessione che gli autori Italiani hanno voluto abbracciare, rivelando ancora una volta, tutta la natura ironica e tagliente delle produzioni del trio. In particolare i CANEMORTO concentrano la loro attenzione sulla particolare e spesso ambigua convivenza tra arte di strada ed arte contemporanea, sottolineando come nella società moderna, l’arte e l’artista vengano riconosciuti solo quando raggiungono un valore economico.

Il progetto contestualizza quindi un dibattito sempre attuale. Lo fa ponendo in antitesi le produzioni degli artisti, contrapponendone la natura ribelle, violenta, brutale e libera del loro operato in strada, con l’operato in galleria. Al tempo stesso le opere realizzate nascono dal seme dell’art brut, dei cartoni animati, delle sottoculture giovanili, in cui emerge un senso di deriva, in cui i personaggi proposti rappresentano ‘adulti disadattati’ e mai sottomessi all’omologazione. Lo show è quindi anzitutto un cortocircuito voluto, rappresentato, incanalato attraverso le sembianze dei corpi ‘brutti’ dei soggetti rappresentati. È l’ennesima confusione voluta, rimarcata attraverso una provocazione.

Oltre al magistrale allestimento, visibile nelle immagini in calce e composta tele e veri e propri personaggi/giochi realizzati per l’occasione, il progetto è aperto dal video omonimo. Quest’ultimo mescola elementi di cinema, rap, graffiti, arte, realtà e finzione, proseguendo sulla via delle provocazione anche attraverso un intervista a Camillo Tarozzi, restauratore che ha eseguito i famigerati stacchi delle opere di BLU (Leggi il nostro editoriale).
C’è da mettersi comodi e dare un occhiata a tutto il materiale, enjoy it.

Thanks to The Artists for The Pics