CANEMORTO for Ratatà Festival 2015

Son tornati i CANEMORTO, il trio tutto italiano nei giorni scorsi si è spostato a Macerata dove in occasione dei lavori per il bel Ratatà Festival di quest’anno, ha da poco terminato di dipingere questa nuova ed iconica opera, portando in dote il consueto stile sopra le righe.

Probabilmente tra gli artisti che maggiormente apprezziamo, diretti, incisivi, violenti, capaci di trascinarci e spingerci con forza all’interno del loro immaginario, a tu per tu con immagini potenti, viscerali e puntualmente in grado di farci trasalire. I Canemorto sono così, nessuna via di mezzo, nessun filtro, nessuna censura, impatto potente e sordo con una riflessione sull’essere umano mai così violenta.

Li avevamo lasciati e seguiti durante i loro spostamenti Portoghesi, con due corposi recap (Part 1) (Part 2), con l’uscita di una fanzine (Covered), eccoli tornare in strada con un nuovo intervento realizzato durante i giorni di svolgimento del festival Marchigiano.

Torniamo quindi ad approfondire i lavori della rassegna dopo l’esuberante produzione a 6 mani firmata da James Kalinda, Signora K e Nicola Alessandrini (Covered). Il festival, svoltosi durante la prima settimana di questo mese, raccoglie discipline differenti come fumetto, illustrazione, grafica ed editoria indipendente, raccontando attraverso tre giorni di mostre, eventi, laboratori e concerti, la volontà auto produttiva dell’Italia che, nonostante la crisi, continua a produrre arte, e di qualità.

Il confronto con quest’ultima produzione firmata Canemorto, passa ancora una volta per il peculiare immaginario che spinge ed investe la totalità delle produzioni degli interpreti. Gli autori affondando le unghie nella carne avariata di un corpo morente a margini della strada, gli artisti incidono, strillano e bombardano la strada, attraverso visioni distorte, violente, rapide. La ricerca del trio è sviluppata su idea antiestetica, la bellezza del crudo, dell’istintivo, del non ragionato, che viene sale, allo scoperto e prende forma e sostanza attraverso i volti squarciati dei lori soggetti. Figure flaccide, irregolari oppure incisive, dirette, appuntite, intrise di malessere, un cane morto abbandonato sul ciglio della strada disgustoso, ripugnante eppure attraente in tutta la sua immobile serenità. Gli artisti rivendicano questi concetti come ideale antitesi della maschera che l’uomo moderno costantemente porta nel quotidiano. I loro characters sono veri, pregni di emozione, finalmente liberi di esprimere il loro disagio, la loro fragilità, impattano lo spazio, attraverso corpi commutati proprio in relazione delle sensazioni e percezioni che cadenzano la vita di tutti i giorni. Vibrano di emozione.

Qui l’ultima fatica degli artisti per la rassegna, ad accompagnare il nostro testo alcuni scatti con tutti i dettagli di quest’ultima fatica, dateci un occhiata e restate sintonizzati presto nuovi aggiornamenti sul lavoro degli artisti.

Thanks to The Artists for The Pics