Broken Fingaz “Journey Galactiko” at Howard Griffin Gallery (Recap)
Andiamo a dare un occhiata a “Journey Galactiko” ultima esibizione firmata del collettivo israeliano Broken Fingaz, show di debutto negli States, aperta lo scorso 20 Giugno all’interno degli spazi della Howard Griffin Gallery, nella sede di Los Angeles.
L’esibizione, come suggerisce il nome stesso, è l’opportunità per un intenso viaggio esplorativo all’interno dell’immaginario degli interpreti, un show complesso, carico di stimoli e di temi differenti.
Sopra le righe, appare essere ancora una volta questo il mantra dello spettacolo. Lo show ruoto attorno alla gigantesca installazione di 150 metri cubi posti al centro della galleria. Si tratta di una struttura monolitica, che ricorda la forma di un tempio e costruita in legno e con materiali di scarto, è il principale stimolo dell’allestimento. Da qui parte una esplorazione incentra sulla pervasività delle immagini attraverso l’iconico e bizzarro immaginario e stile grafico dei Fingaz.
I concetti e le visioni sviluppate per lo show sono il risultato dei viaggi condotti dagli autori in India, intrecciati con le influenza culturali e la miriade di riferimenti e simboli, che caratterizzano la loro produzione artistica
L’indagine dei Broken Fingaz giunge qui ad rappresentazione del potere visivo delle immagini, laddove, gli elementi tipici, spirituali ed iconici dell’India si miscelano con le immagini e gli stereotipi della pubblicità capitalistica Occidentale. C’è quindi un parallelo tra occidente ed oriente a cui gli artisti fanno riferimento, due manifestazioni differenti che danno vita ad una frattura tematica, alimentata proprio dalla presenza del tempio. Quest’ultimo è infatti l’ideale analogia di come, un simbolo religioso e di spiritualità, possa essere alterato e posto in netto contrasto con il suo effettivo valore primario, attraverso tutti quegli elementi che spostano l’attenzione sulle apparenze, sul possedere, tipiche del mondo occidentale.
All’interno del tempio, gli artisti rivelano la propria idea, danno forma e sostanza ad un cammino introspettivo scandito da visioni ed immagini che avvolgono lo spettatore in un ambiente chiuso, spazio claustrofobico di riflessione interiore. La dualità tra interno ed esterno viene sottolineata una volta usciti dalla struttura e preso contatto con gli spazi della galleria. Ad attendere lo spettatore un mondo esterno travolgente, sfarzoso, pieno di suoni, colori, luci e slogan che spingono verso una manipolazione della mente. Il tempio rappresenta un rifugio per gli artisti all’interno dello spazio della galleria, un luogo in cui possono essere oscurati dal mondo consumistico che li circonda.
Tra Oriente ed Occidente, in un sottile paragone tra religione e società consumistica, gli artisti esplorano qui più che mai il potere delle immagini, sottolineando come queste diventino una forma di controllo mentale.
Per darvi modo di apprezzare al meglio tutto il corposo allestimento, vi lasciamo ad una ricca e bella serie di scatti, dateci un occhiata! C’è tempo fino al 25 Luglio per andare a darci un occhiata di persona.
Howard Griffin Gallery
410 South Spring Street
Los Angeles CA 90013