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GORGO

BR1 – New Mural at Relazioni Festival

Continuiamo a togliere il velo sull’eccellente serie di lavori che hanno accompagnato questa edizione del Relazioni Festival di Rosarno, dopo lo splendido e controverso (Reflections) lavoro di Domenico Romeo, è arrivato il turno di vedere da vicino l’opera di un altro italiano presente alla rassegna, BR1.

Avevamo fatto la conoscenza di BR1 durante il nostro full coverage sui lavori presenti al CHEAP Festival Bolognese qualche mese addietro, ora l’artista ci mostra quanto messo in atto per questa seconda edizione del Festival di Rigenerazione Urbana.

In un periodo in cui il dibattito sulla clandestinità si fà acceso, dove le questioni sugli extracomunitari e più in generale gli stranieri stanno infiammando l’opinione pubblica, BR1 da la propria stoccata, proseguendo il suo particolare filone di riflessioni ma sopratutto denuncia affilata, l’artista porta avanti una tematica fortemente legata agli stereotipi che da sempre accompagnano l’Italia nella comprensione delle culture estere, in particolare focalizza i propri sforzi sulla cultura islamica. Attraverso il proprio stile, condito da intensi lavori di paste-up, BR1 sviscera il proprio lavoro in cui troviamo un totale assenza di filtri, l’artista ci mostra senza nessuna censura anche gli istanti più violenti, quelli zeppi di sangue, spostando poi anche l’attenzione agli attimi di vita quotidiana, sulle impressioni di vita comune, gli istanti ci vengono così raccontati con delicatezza e un filo di ironia. Particolarmente la donna, è più nello specifico il velo che ne accompagna la presenza, rappresentano per l’artista l’emblema dell’ignoranza, attraverso esso mira all’abbattimento di tutti gli stereotipi legati ad essa ed alla cultura a cui appartiene, le opere si fanno così ricche di spunti per un dibattito sano, articolato e profondo ma sopratutto offrono una visione reale, che non possiamo fare a meno di notare manchi un pochino nel nostro modo di pensare, immaginare e relazionarci con queste culture così distanti. La stessa scelta dei colori non è affatto casuale, saturi e belli densi mirano proprio a cercare l’impatto quanto mai più forte con chi ci si trova di fronte. Fermarsi un attimo quindi a riflettere è quanto mai la base essenziale del lavoro portato avanti dall’artista.

Per il Festival BR1 approfitta di questo spazio destinato ad un cartellone pubblicitario per elaborare la propria opera, l’interprete sceglie di allontanarsi un pochino dalla figura classica della donna medio orientale per abbracciare quella di una donna africana, cambia il colore della pelle e anche l’abbigliamento, i concetti espressi però rimangono inalterati e vanno direttamente ad approfondire uno dei temi caldi nella città in provincia di Reggio Calabria. A Rosarno infatti lo sfruttamento di mano d’opera africana ha un forte impatto in termini economici, gli stessi migranti vengono utilizzati per la coltivazione intensiva di agrumi e le loro condizioni di vita sono però a dir poco disumane, vivono infatti in edifici fatiscenti e sporchi, luoghi malsani e zeppi di rifiuti non adatti ad ospitare una vita dignitosa.

Da questo spunto BR1 elabora la propria opera, cambiando e ribaltando totalmente le dinamiche sociali, la donna africana da sfruttata diventa desiderio per l’uomo europeo ricco e vestito bene che si abbassa a baciarle la mano, tutto chiaro no?

Thanks to The Artist for The Pics

BR1 – New Mural at Relazioni Festival

Continuiamo a togliere il velo sull’eccellente serie di lavori che hanno accompagnato questa edizione del Relazioni Festival di Rosarno, dopo lo splendido e controverso (Reflections) lavoro di Domenico Romeo, è arrivato il turno di vedere da vicino l’opera di un altro italiano presente alla rassegna, BR1.

Avevamo fatto la conoscenza di BR1 durante il nostro full coverage sui lavori presenti al CHEAP Festival Bolognese qualche mese addietro, ora l’artista ci mostra quanto messo in atto per questa seconda edizione del Festival di Rigenerazione Urbana.

In un periodo in cui il dibattito sulla clandestinità si fà acceso, dove le questioni sugli extracomunitari e più in generale gli stranieri stanno infiammando l’opinione pubblica, BR1 da la propria stoccata, proseguendo il suo particolare filone di riflessioni ma sopratutto denuncia affilata, l’artista porta avanti una tematica fortemente legata agli stereotipi che da sempre accompagnano l’Italia nella comprensione delle culture estere, in particolare focalizza i propri sforzi sulla cultura islamica. Attraverso il proprio stile, condito da intensi lavori di paste-up, BR1 sviscera il proprio lavoro in cui troviamo un totale assenza di filtri, l’artista ci mostra senza nessuna censura anche gli istanti più violenti, quelli zeppi di sangue, spostando poi anche l’attenzione agli attimi di vita quotidiana, sulle impressioni di vita comune, gli istanti ci vengono così raccontati con delicatezza e un filo di ironia. Particolarmente la donna, è più nello specifico il velo che ne accompagna la presenza, rappresentano per l’artista l’emblema dell’ignoranza, attraverso esso mira all’abbattimento di tutti gli stereotipi legati ad essa ed alla cultura a cui appartiene, le opere si fanno così ricche di spunti per un dibattito sano, articolato e profondo ma sopratutto offrono una visione reale, che non possiamo fare a meno di notare manchi un pochino nel nostro modo di pensare, immaginare e relazionarci con queste culture così distanti. La stessa scelta dei colori non è affatto casuale, saturi e belli densi mirano proprio a cercare l’impatto quanto mai più forte con chi ci si trova di fronte. Fermarsi un attimo quindi a riflettere è quanto mai la base essenziale del lavoro portato avanti dall’artista.

Per il Festival BR1 approfitta di questo spazio destinato ad un cartellone pubblicitario per elaborare la propria opera, l’interprete sceglie di allontanarsi un pochino dalla figura classica della donna medio orientale per abbracciare quella di una donna africana, cambia il colore della pelle e anche l’abbigliamento, i concetti espressi però rimangono inalterati e vanno direttamente ad approfondire uno dei temi caldi nella città in provincia di Reggio Calabria. A Rosarno infatti lo sfruttamento di mano d’opera africana ha un forte impatto in termini economici, gli stessi migranti vengono utilizzati per la coltivazione intensiva di agrumi e le loro condizioni di vita sono però a dir poco disumane, vivono infatti in edifici fatiscenti e sporchi, luoghi malsani e zeppi di rifiuti non adatti ad ospitare una vita dignitosa.

Da questo spunto BR1 elabora la propria opera, cambiando e ribaltando totalmente le dinamiche sociali, la donna africana da sfruttata diventa desiderio per l’uomo europeo ricco e vestito bene che si abbassa a baciarle la mano, tutto chiaro no?

Thanks to The Artist for The Pics