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Blaqk – “Moving from A to B” Exhibition (Recap)

“Lo strano caso del Dottor Jekyll e del signor Hyde” è tra i romanzi probabilmente più conosciuti. L’opera di Robert Louis Stevenson, è stata nel corso degli anni riarrangiata su medium differenti, con il protagonista in particolare, che è diventato una vera e propria icona letteraria e cinematografica.

La doppia e ben nota personalità del Dottor Jekyll, rifletteva, in senso spirituale, morale ed intellettuale, sull’essere umano. In particolare sulle differenti sfaccettature emotive e psicologiche dell’uomo, amplificandone e raggruppandone l’impeto, attraverso due opposti come il bene ed il male.

È innegabile come Jekyll ed Hyde siano in verità la stessa persona, o meglio un estremizzazione a due poli opposti, parti però di un unica entità. Questa è portata alla deriva da azioni meschine, nate, controllate e sepolte nel subconscio del primo, raccolte, esplose e catalizzate dalla violenza del secondo. Si tratta però dello stesso ed unico soggetto, è bene ricordarlo questo, attraversato però da impulsi differenti ed in questo caso contrari. Positivo e negativo, caos ed ordine, bene e male, bianco e nero.

Nell’ambito dell’arte urbana il concetto di duplice identità giunge attraverso una differente interpretazione. Non si tratta di uno sdoppiamento della personalità, non c’è una pozione ad attivare sentimenti ed emozioni che teniamo nel nostro subconscio, quanto piuttosto della volontà di lavorare spesso a quattro mani, riuscendo ad innescare differenti percorsi estetici, influenzati dalle peculiarità di uno e dell’altro autore.

Tra i nomi a cui mi sento maggiormente legato ci sono senza dubbio i Blaqk. Il duo Greco composto da Simek e Greg Papagrigoriou, si congiunge sotto un unico nome, innescando un rapporto simbiotico, generando un’unica figura eterea che vive proprio delle contrapposizioni pittoriche, estetiche e sulle differenti direzioni della ricerca dei due artisti. Opposti che non si respingono, ma che anzi attraendosi, generano una pittura che raccoglie il meglio delle differenti ricerche portate avanti in solitaria.

La pozione, il meccanismo di innesco, per i Blaqk, risiede proprio nella volontà di unificare, di lasciar interagire le due differenti anime, libere di spaziare singolarmente eppure, se unite, capaci di acquistare maggiore vigore. A differenza del Dottor Jekyll, la miscela o pozione, agisce come catalizzatore ed aggregatore.

Di combo, o di lavori in coppia ci siamo spesso interessati. In questa tipologia di opere gli autori coinvolti coniugano le differenti estetiche andando a creare un immagine armonica e capace al tempo stesso di ereditare differenti identità eterogenee degli artisti coinvolti. La differenza sostanziale risiede nella scelta in cui due autori di unire gli sforzi per produrre un progetto, con un idea, una ricerca ed una identità, congiunti, figlia però delle differenti esperienze e ricerche.

La duplicità del tratto, dell’estetica e della ricerca, crea inevitabilmente un differente tipo di equilibrio. I fattori da considerare non sono più unicamente legati ad una specificità o singolarità, quanto piuttosto alla capacità dei due artisti di far convivere nello stesso spazio le differenti e personali visioni. Inevitabilmente in questo processo deve esserci un punto di contatto, un intersezione tra due cerchi differenti che possa farli coesistere razionalmente ed esteticamente.

Ambedue le identità dei Blaqk partono da un preciso punto di partenza, l’astrazione della forma. Se questo è lo starting point, la successiva strada intrapresa da Greg Papagrigoriou e Simek, è decisamente differente e molto personale.

Nonostante le differenti intenzioni pittoriche, è interessante sottolineare come in questi anni, gli autori siano riusciti a far evolvere la loro personale ricerca ed al tempo stesso mantenere inalterato l’equilibrio tra le differenti identità che compongono le loro produzioni congiunte.

Quello che poteva essere un deterrente per l’amalgama ricercata dai due autori Greci, diviene quindi un eccezionale propellente in grado di confermare la bontà del progetto pittorico dei due, ma soprattutto proporre una pittura in costante mutamento. Esattamente come avviene con qualsiasi autore, e di talento aggiungo io, il processo e la ricerca vengono costantemente stimolati per raggiungere risultati inediti e diversificati.

Sia singolarmente, sia in coppia, i Blaqk quindi funzionano. Merito di una ricerca personale fortemente radicata e di una duplice e comune sensibilità, che sfrutta proprio le divergenze estetiche, per generare un impianto pittorico tipico e facilmente riconoscibile.

Nella contrapposizione tra forme così personali, così fortemente radicata nelle pitture dei Blaqk, un altro punto di contatto risiede nella scelta di lavorare esclusivamente attraverso il bianco ed il nero.

La volontà di utilizzare queste due uniche variabili tonali, alimenta il senso di pulizia e sintesi ed al contempo, permette a chi osserva di cogliere al meglio le divergenze tra la mano di Simek e quella di Greg Papagrigoriou, e di conseguenza, dello loro personali ricerche.

L’antitesi delle due identità dei Blaqk vive quindi sia nella differente generazione di forme proposte, sia nella comune esigenza di dispiegare le stesse attraverso una comune chiave cromatica, in grado di sottolinearne le differenze ed al tempo di equilibrarne l’associazione. È quindi importante anzitutto separare i percorsi del duo, per comprenderne al meglio l’amalgama innescata nella combinazione finale.

L’operato di Simek è scandito da una profonda attrazione geometrica. Le figure dell’autore Greco, sin dalle prime evoluzioni, risultano dirette ed incisive, irregolari nel loro aspetto. Volontà dell’interprete è quella di sviluppare un percorso pittorico dove l’essenzialità, la pulizia e lo spirito geometrico, vengono elaborati attraverso la costruzione e decostruzione di volumi eterogenei.

Nell’idea dell’artista, attraverso un dialogo con lo spazio di lavoro, la sperimentazione di tonalità differenti, la generazione di elementi opposti e contrari, vi è la volontà di porre in essere un forte senso percettivo. Le figure proposte emergono all’interno dello spazio attraverso continui e ripetuti effetti di tridimensionalità e profondità. C’è una costante ricerca di ordine ed equilibrio, espresso attraverso una processo di decostruzione e costruzione perenne. Simek è quindi la parte più razionale.

D’altro canto Greg Papagrigoriou agisce attraverso una differente spinta pittorica. La ricerca dell’autore parte da una impostazione maggiormente viscerale. È l’istinto che prende vita, che si forma, confluendo in un personale spirito calligrafico. L’idea dell’interprete è quella di non sottrarsi alle sensazioni del momento, quanto piuttosto di sviluppare una pittura altamente emotiva e personale che ne assecondi le sensazioni. Il gesto ed il processo pittorico sono quindi il risultato degli stati percettivi dell’interprete che, combinandosi con una sintesi estetica personale, generano figure eterogenee.

La calligrafia di Greg Papagrigoriou si plasma in forma, diviene ruvida nelle pennellate, in netta contrapposizione con i volumi pieni di Simek. Il moto gestuale accompagna il processo, diventando principale impulso creativo e pittorico.

Sono cinque anni che i Blaqk sperimentano e sviluppano nuove e differenti alterazioni della forma all’interno dello spazio.

Aperta lo scorso 12 di Febbraio “Moving From A to B” rappresenta un punto di fermo, un momento di riflessione sul lavoro fin qui portato avanti da due identità differenti, unite sotto un’unica estetica.

Lo show, ospitato all’interno degli spazi dello splendido Optimism Psinakis di Calcide in Grecia, è composto da una nuova serie di tavole che rappresentano al meglio l’evoluzione compiuta dai due interpreti in questi anni. È l’ultimo approdo, maggiormente sintetico e puliti, capace di ereditare al meglio i processi estetici di entrambi gli interpreti. È un punto fermo sul dialogo portato avanti dal duo, che emerge qui in tutta la sua profondità e sensibilità.

Le opere esposte, intercettano il senso di equilibrio, pulizia e combinazione, che caratterizzano il percorso dei Blaqk. Le forme, ora linee sintetiche e piene di Simek, si intrecciano con le frazioni calligrafiche, ora ‘sporche’ e ‘grezze’ di Greg Papagrigoriou.

Si tratta di costruzioni sensate, a cavallo tra razionalità ed istinto, visioni criptiche che si lasciano osservare, ammaliandoci, spingendoci ad osservarne l’apertura, lo sviluppo e la chiusura, forme che restituiscono un senso di galleggiamento e che intaccano, stuzzicandole, le corde più sensibili di chi osserva.

Optimist Ψινάκης
Κριεζώτου 5 – Calcide

Thanks to The Artist for The Pics
Pics by Dimitris Vasiliou


Blaqk – “Moving from A to B” Exhibition (Recap)

“Lo strano caso del Dottor Jekyll e del signor Hyde” è tra i romanzi probabilmente più conosciuti. L’opera di Robert Louis Stevenson, è stata nel corso degli anni riarrangiata su medium differenti, con il protagonista in particolare, che è diventato una vera e propria icona letteraria e cinematografica.

La doppia e ben nota personalità del Dottor Jekyll, rifletteva, in senso spirituale, morale ed intellettuale, sull’essere umano. In particolare sulle differenti sfaccettature emotive e psicologiche dell’uomo, amplificandone e raggruppandone l’impeto, attraverso due opposti come il bene ed il male.

È innegabile come Jekyll ed Hyde siano in verità la stessa persona, o meglio un estremizzazione a due poli opposti, parti però di un unica entità. Questa è portata alla deriva da azioni meschine, nate, controllate e sepolte nel subconscio del primo, raccolte, esplose e catalizzate dalla violenza del secondo. Si tratta però dello stesso ed unico soggetto, è bene ricordarlo questo, attraversato però da impulsi differenti ed in questo caso contrari. Positivo e negativo, caos ed ordine, bene e male, bianco e nero.

Nell’ambito dell’arte urbana il concetto di duplice identità giunge attraverso una differente interpretazione. Non si tratta di uno sdoppiamento della personalità, non c’è una pozione ad attivare sentimenti ed emozioni che teniamo nel nostro subconscio, quanto piuttosto della volontà di lavorare spesso a quattro mani, riuscendo ad innescare differenti percorsi estetici, influenzati dalle peculiarità di uno e dell’altro autore.

Tra i nomi a cui mi sento maggiormente legato ci sono senza dubbio i Blaqk. Il duo Greco composto da Simek e Greg Papagrigoriou, si congiunge sotto un unico nome, innescando un rapporto simbiotico, generando un’unica figura eterea che vive proprio delle contrapposizioni pittoriche, estetiche e sulle differenti direzioni della ricerca dei due artisti. Opposti che non si respingono, ma che anzi attraendosi, generano una pittura che raccoglie il meglio delle differenti ricerche portate avanti in solitaria.

La pozione, il meccanismo di innesco, per i Blaqk, risiede proprio nella volontà di unificare, di lasciar interagire le due differenti anime, libere di spaziare singolarmente eppure, se unite, capaci di acquistare maggiore vigore. A differenza del Dottor Jekyll, la miscela o pozione, agisce come catalizzatore ed aggregatore.

Di combo, o di lavori in coppia ci siamo spesso interessati. In questa tipologia di opere gli autori coinvolti coniugano le differenti estetiche andando a creare un immagine armonica e capace al tempo stesso di ereditare differenti identità eterogenee degli artisti coinvolti. La differenza sostanziale risiede nella scelta in cui due autori di unire gli sforzi per produrre un progetto, con un idea, una ricerca ed una identità, congiunti, figlia però delle differenti esperienze e ricerche.

La duplicità del tratto, dell’estetica e della ricerca, crea inevitabilmente un differente tipo di equilibrio. I fattori da considerare non sono più unicamente legati ad una specificità o singolarità, quanto piuttosto alla capacità dei due artisti di far convivere nello stesso spazio le differenti e personali visioni. Inevitabilmente in questo processo deve esserci un punto di contatto, un intersezione tra due cerchi differenti che possa farli coesistere razionalmente ed esteticamente.

Ambedue le identità dei Blaqk partono da un preciso punto di partenza, l’astrazione della forma. Se questo è lo starting point, la successiva strada intrapresa da Greg Papagrigoriou e Simek, è decisamente differente e molto personale.

Nonostante le differenti intenzioni pittoriche, è interessante sottolineare come in questi anni, gli autori siano riusciti a far evolvere la loro personale ricerca ed al tempo stesso mantenere inalterato l’equilibrio tra le differenti identità che compongono le loro produzioni congiunte.

Quello che poteva essere un deterrente per l’amalgama ricercata dai due autori Greci, diviene quindi un eccezionale propellente in grado di confermare la bontà del progetto pittorico dei due, ma soprattutto proporre una pittura in costante mutamento. Esattamente come avviene con qualsiasi autore, e di talento aggiungo io, il processo e la ricerca vengono costantemente stimolati per raggiungere risultati inediti e diversificati.

Sia singolarmente, sia in coppia, i Blaqk quindi funzionano. Merito di una ricerca personale fortemente radicata e di una duplice e comune sensibilità, che sfrutta proprio le divergenze estetiche, per generare un impianto pittorico tipico e facilmente riconoscibile.

Nella contrapposizione tra forme così personali, così fortemente radicata nelle pitture dei Blaqk, un altro punto di contatto risiede nella scelta di lavorare esclusivamente attraverso il bianco ed il nero.

La volontà di utilizzare queste due uniche variabili tonali, alimenta il senso di pulizia e sintesi ed al contempo, permette a chi osserva di cogliere al meglio le divergenze tra la mano di Simek e quella di Greg Papagrigoriou, e di conseguenza, dello loro personali ricerche.

L’antitesi delle due identità dei Blaqk vive quindi sia nella differente generazione di forme proposte, sia nella comune esigenza di dispiegare le stesse attraverso una comune chiave cromatica, in grado di sottolinearne le differenze ed al tempo di equilibrarne l’associazione. È quindi importante anzitutto separare i percorsi del duo, per comprenderne al meglio l’amalgama innescata nella combinazione finale.

L’operato di Simek è scandito da una profonda attrazione geometrica. Le figure dell’autore Greco, sin dalle prime evoluzioni, risultano dirette ed incisive, irregolari nel loro aspetto. Volontà dell’interprete è quella di sviluppare un percorso pittorico dove l’essenzialità, la pulizia e lo spirito geometrico, vengono elaborati attraverso la costruzione e decostruzione di volumi eterogenei.

Nell’idea dell’artista, attraverso un dialogo con lo spazio di lavoro, la sperimentazione di tonalità differenti, la generazione di elementi opposti e contrari, vi è la volontà di porre in essere un forte senso percettivo. Le figure proposte emergono all’interno dello spazio attraverso continui e ripetuti effetti di tridimensionalità e profondità. C’è una costante ricerca di ordine ed equilibrio, espresso attraverso una processo di decostruzione e costruzione perenne. Simek è quindi la parte più razionale.

D’altro canto Greg Papagrigoriou agisce attraverso una differente spinta pittorica. La ricerca dell’autore parte da una impostazione maggiormente viscerale. È l’istinto che prende vita, che si forma, confluendo in un personale spirito calligrafico. L’idea dell’interprete è quella di non sottrarsi alle sensazioni del momento, quanto piuttosto di sviluppare una pittura altamente emotiva e personale che ne assecondi le sensazioni. Il gesto ed il processo pittorico sono quindi il risultato degli stati percettivi dell’interprete che, combinandosi con una sintesi estetica personale, generano figure eterogenee.

La calligrafia di Greg Papagrigoriou si plasma in forma, diviene ruvida nelle pennellate, in netta contrapposizione con i volumi pieni di Simek. Il moto gestuale accompagna il processo, diventando principale impulso creativo e pittorico.

Sono cinque anni che i Blaqk sperimentano e sviluppano nuove e differenti alterazioni della forma all’interno dello spazio.

Aperta lo scorso 12 di Febbraio “Moving From A to B” rappresenta un punto di fermo, un momento di riflessione sul lavoro fin qui portato avanti da due identità differenti, unite sotto un’unica estetica.

Lo show, ospitato all’interno degli spazi dello splendido Optimism Psinakis di Calcide in Grecia, è composto da una nuova serie di tavole che rappresentano al meglio l’evoluzione compiuta dai due interpreti in questi anni. È l’ultimo approdo, maggiormente sintetico e puliti, capace di ereditare al meglio i processi estetici di entrambi gli interpreti. È un punto fermo sul dialogo portato avanti dal duo, che emerge qui in tutta la sua profondità e sensibilità.

Le opere esposte, intercettano il senso di equilibrio, pulizia e combinazione, che caratterizzano il percorso dei Blaqk. Le forme, ora linee sintetiche e piene di Simek, si intrecciano con le frazioni calligrafiche, ora ‘sporche’ e ‘grezze’ di Greg Papagrigoriou.

Si tratta di costruzioni sensate, a cavallo tra razionalità ed istinto, visioni criptiche che si lasciano osservare, ammaliandoci, spingendoci ad osservarne l’apertura, lo sviluppo e la chiusura, forme che restituiscono un senso di galleggiamento e che intaccano, stuzzicandole, le corde più sensibili di chi osserva.

Optimist Ψινάκης
Κριεζώτου 5 – Calcide

Thanks to The Artist for The Pics
Pics by Dimitris Vasiliou