Black Circle Festival 2014 – The Works
Ci spostiamo di nuovo all’interno del campo “Skalka” nei pressi di Uzhgorod in Ucraina per andare a dare un occhiata approfondita ai lavori realizzati per questa nuova edizione del Black Circle Festival, la particolare rassegna Ucraina che tanto ci ha impressionato.
Con i lavori di Alberonero, Tybet, 108, Blazej Rusin, Dima, Hir, MH, 7906, 3M, Mok, Viska, Stas Turina, Anton Varga, Orma, un bello spaccato dall’Italia e soprattutto dalla scena locale, il Black Circle Festival fa senza dubbio della particolare location e dello sviluppo artistico la sua principale peculiarità.
Come detto gli artisti sono riuniti dal 19 al 25 Agosto per una intensa sessione all’interno ed all’esterno delle particolari strutture del campo Skalka, tutti in tenda e sostenuti dal fuoco per quanto concerne il mangiare. Si tratta quindi di una esperienza atta ad uscire completamente dagli standard attuali cambiando le carte in tavolo e proponendo finalmente qualcosa di fresco, dinamico e capace soprattutto di mettere in primo piano il valore artistico dell’esperienza, un uscita con forza da dinamiche cittadine per andare a creare piuttosto un collante emotivo unico all’interno di una cornice visiva che sa di totale immersione.
Ieri vi abbiamo mostrato le immagini della vita durante gli intensi giorni di Agosto che hanno accompagnato gli artisti scelti all’interno di questa splendida location con alcune fasi di lavoro (Covered), oggi vogliamo concentrarci proprio sui risultati finali. Andando ad analizzare un gruppo di lavoro notiamo anzitutto come il denominatore comune sia senz’altro un approccio su muro legato ad una spinta decisamente astratta, eccezion fatta per pochi interventi, la quasi totalità delle opere realizzate, alcune dipinte a più mani, sono state impostate seguendo la personale ricerca stilistica di ciascuno degli interpreti dalla quale emergono differenti studi sulla forma, sulla linee insieme ad interessanti. È interessante notare come proprio lo sviluppo delle opere sia voluto per tentare sia di imbastire un rapporto intrinseco con il luogo sia con gli stessi partecipanti al progetto laddove proprio le combe rappresentano il valore aggiunto dei lavoro, per noi che osserviamo, mentre l’esperienza in sé, per coloro che hanno partecipato.
Null’altro da aggiungere vi lasciamo piuttosto ad una ricchissima serie di scatti con tutti i dettagli dei lavori realizzati, dateci un occhiata.