fbpx
GORGO

La mercificazione degli street artists nell’installazione di Biancoshock per Outdoor Festival 2018

Si rinnova l’appuntamento con l’Outdoor Festival, la rassegna romana dal 14 aprile al 12 maggio apre le porte del ex Mattatoio di Testaccio con una nuova edizione.

Il 2018 è l’anno europeo dedicato al Patrimonio Culturale ed “Heritage”, ovvero il Patrimonio, è il tema centrale dell’Outdoor Festival 2018. Le differenti discipline artistiche del festival quest’anno indagano sulla cultura popolare di oggi attraverso diversi percorsi pensati per porre lo spettatore al centro dell’esperienza artistica e rendendolo di conseguenza protagonista.

Curati da Antonella Di Lullo e Christian Omodeo i percorsi del padiglione arte (Disobedience, Lightspeed, Retromania e Total Recall) sono interamente realizzati dal collettivo di architetti romani Orizzontale e risultano caratterizzati da differenti interventi di artisti italiani ed internazionali.

La line-up di Disobedience vede coinvolti Paolo Buggiani, Mathieu Tremblin, Berlin Kidz, Wasted Rita e Biancoshock, artisti di diverse generazioni accomunati dalla comune volontà di lottare e sognare un mondo diverso e capace di non riprodurre gli errori del passato, da una disobbedienza capace di ricercare quelle discontinuità legate al racconto storico. Per Outdoor Festival Biancoshock ha presentato una nuova e tagliente installazione intitolata “B.Toy”.

L’artista italiano riflette sul successo della street art e su quei meccanismi che stanno rendendo gli artisti degli strumenti economici. Per Biancoshock lo street artist sta sempre più diventando un ‘giocattolo’ all’interno di un mercato interessato all’economia dell’attenzione così come alla vendita di opere d’arte. In questo contesto l’artista diventa un eccellente prodotto a basso costo capace di distrarre, divertire, fare tendenza e attrarre followers e like, il tutto senza grandi pretese economiche e con tempistiche immediate vista l’ampia offerta artistica.

Partendo da questa riflessione B.Toy rappresenta una denuncia su quelli che sono i meccanismi economici alla base del precariato moderno. L’opera, caratterizzata dalla peculiare ironia che da sempre caratterizza le produzioni di Biancoshock, riproduce lo starter kit di un perfetto street artist armato di rullo, bomboletta, secchio e asta.

Il giocattolo imprigionato in scatola diventa il simbolo dell’insoddisfazione dell’artista a cui viene negata la possibilità di sperimentare, di sviluppare il proprio percorso artistico o di farsi portatore di messaggi di difficile assorbimento. L’opera assume le proporzioni di un ritratto per tutti quegli artisti che si guardano allo specchio per rimanere fedeli a loro stessi nonostante la spinta all’omologazione che il crescente successo dell’arte urbana sta imprimendo a ciascuno di loro.

L’intervento rappresenta per noi un occasione per riflettere su alcune questioni legate all’arte urbana: gli artisti stanno davvero beneficiando della grande mole di festival, progetti e pitture murali? In che modo le istituzioni, le gallerie, i media e la necessità di vendere ne stanno influenzando e modificando la ricerca? E soprattutto la grande quantità di offerta artistica presente in questo momento è davvero necessaria o rappresenta un ostacolo/limite alla qualità?

Outdoor Festival – Mattatoio Testaccio
Piazza Orazio Giustiniani, 4
00153 Roma RM

Photo Credit: Alberto Blasetti

La mercificazione degli street artists nell’installazione di Biancoshock per Outdoor Festival 2018

Si rinnova l’appuntamento con l’Outdoor Festival, la rassegna romana dal 14 aprile al 12 maggio apre le porte del ex Mattatoio di Testaccio con una nuova edizione.

Il 2018 è l’anno europeo dedicato al Patrimonio Culturale ed “Heritage”, ovvero il Patrimonio, è il tema centrale dell’Outdoor Festival 2018. Le differenti discipline artistiche del festival quest’anno indagano sulla cultura popolare di oggi attraverso diversi percorsi pensati per porre lo spettatore al centro dell’esperienza artistica e rendendolo di conseguenza protagonista.

Curati da Antonella Di Lullo e Christian Omodeo i percorsi del padiglione arte (Disobedience, Lightspeed, Retromania e Total Recall) sono interamente realizzati dal collettivo di architetti romani Orizzontale e risultano caratterizzati da differenti interventi di artisti italiani ed internazionali.

La line-up di Disobedience vede coinvolti Paolo Buggiani, Mathieu Tremblin, Berlin Kidz, Wasted Rita e Biancoshock, artisti di diverse generazioni accomunati dalla comune volontà di lottare e sognare un mondo diverso e capace di non riprodurre gli errori del passato, da una disobbedienza capace di ricercare quelle discontinuità legate al racconto storico. Per Outdoor Festival Biancoshock ha presentato una nuova e tagliente installazione intitolata “B.Toy”.

L’artista italiano riflette sul successo della street art e su quei meccanismi che stanno rendendo gli artisti degli strumenti economici. Per Biancoshock lo street artist sta sempre più diventando un ‘giocattolo’ all’interno di un mercato interessato all’economia dell’attenzione così come alla vendita di opere d’arte. In questo contesto l’artista diventa un eccellente prodotto a basso costo capace di distrarre, divertire, fare tendenza e attrarre followers e like, il tutto senza grandi pretese economiche e con tempistiche immediate vista l’ampia offerta artistica.

Partendo da questa riflessione B.Toy rappresenta una denuncia su quelli che sono i meccanismi economici alla base del precariato moderno. L’opera, caratterizzata dalla peculiare ironia che da sempre caratterizza le produzioni di Biancoshock, riproduce lo starter kit di un perfetto street artist armato di rullo, bomboletta, secchio e asta.

Il giocattolo imprigionato in scatola diventa il simbolo dell’insoddisfazione dell’artista a cui viene negata la possibilità di sperimentare, di sviluppare il proprio percorso artistico o di farsi portatore di messaggi di difficile assorbimento. L’opera assume le proporzioni di un ritratto per tutti quegli artisti che si guardano allo specchio per rimanere fedeli a loro stessi nonostante la spinta all’omologazione che il crescente successo dell’arte urbana sta imprimendo a ciascuno di loro.

L’intervento rappresenta per noi un occasione per riflettere su alcune questioni legate all’arte urbana: gli artisti stanno davvero beneficiando della grande mole di festival, progetti e pitture murali? In che modo le istituzioni, le gallerie, i media e la necessità di vendere ne stanno influenzando e modificando la ricerca? E soprattutto la grande quantità di offerta artistica presente in questo momento è davvero necessaria o rappresenta un ostacolo/limite alla qualità?

Outdoor Festival – Mattatoio Testaccio
Piazza Orazio Giustiniani, 4
00153 Roma RM

Photo Credit: Alberto Blasetti