Axel Void – New Mural in Szopienice Part 2

Andiamo a dare uno occhiata approfondita al secondo intervento realizzato da Axel Void a Szopienice, periferia di Katowice in Polonia, con il quale l’interprete prosegue il suo fitto dialogo con il tessuto sociale di questa zona.

Portando avanti il personale lavoro con la sua serie “Mediocre”, Axel Void insiste nel sviluppare un corpo pittorico intrinsecamente legato a spunti e riflessioni sul luogo, sulla sua gente e sulle sue difficoltà, per quella che spesso abbiamo definito come una corposa analisi antropologica. Non è mai stato semplice il confronto con le pitture dell’autore, sempre piuttosto potenti dal punto di vista tematico, coadiuvate da una pittura profonda, viscerale e capace quanto capace mai di scuotere ed arrivare a toccare le corde più sensibili del nostro animo. L’interprete raccoglie dall’esperienze, dalle storie e dalle difficoltà dei luoghi che visita, tutti questi elementi vengono filtrati attraverso una sintesi visiva dedita a colori tetri, oscuri, in grado più che mai di richiamare una forte senso di malinconia.

Esattamente come il precedente intervento (Covered), anche quest’ultima fatica è un omaggio alla classe operaia e gente comune in Szopienice e torna a proporre una riflessione su questo luogo e sul suo motore sociale ed economico. L’opera prende vita sulla facciata opposta dello stesso edifico della precedente pittura, si tratta di uno stabile, in cui vivono tre famiglie, situato accanto ai binari della stazione e di fronte alla famosa fabbrica di zinco Uta Uthemann.

Il nome della fabbrica deriva da Anton Uthemann, proprietario e strettamente coinvolto con molte delle miniere di carbone in Slesia, ma soprattutto figura di spicco grazie alla sua lotta per migliorare la vita dei lavoratori. Distrutta a seguito di un incendio nel 2011, dopo la chiusura avvenuta nel 2008, la fabbrica, che ha sempre rappresentato il centro di gravità economico e sociale dell’intera zona, diviene per l’interprete simbolo di una forte dicotomia.

Esattamente come nel precedente lavoro, Axel Void riflettere sulla doppia valenze delle cose, di come possano essere curative e dannose proprio come lo zinco, minerale vitale ma che in grandi quantità diviene tossico. Ancora una volta l’autore parte da qui per sviluppare una forte analogia con la vita quotidiana di queste persone.

Questa seconda fatica mostra un grande ritratto di Uthemann, ispirato alla statua di metallo presente nele vicinanze dell’edifico, nel mezzo una grande striscia con una raffigurazione del parco con i tre laghi, situato nelle vicinanze, dove i bambini vanno a giocare quando c’è bel tempo.

Come consuetudine ad accompagnare il nostro testo una bella e ricca serie di scatti con tutti i dettagli di quest’ultima fatica, dateci un occhiata e restate sintonizzati qui sul Gorgo.

Thanks to The Artist for The Pics