Canemorto
Cha sensazione suscita l’immagine di una cane privo di vita e riverso in strada?
Attivo dal 2007 Canemorto è un trio di artisti Italiani devoti alla Txakurra. La divinità, ideata dagli stessi autori come spunto narrativo per la loro pratica artistica, guida ed influenza in modo fittizio lo sviluppo della produzione in strada e di quella in studio. Attraverso questo particolare espediente il terzetto ha gettato le basi di una personale e riconoscibile narrativa, non lasciandosi sfuggire l’occasione per prendere di petto alcuni dei temi più delicati del sempre acceso dibattito sull’arte di strada. La figura dell’artista, la convivenza e commistione tra arte di strada e arte contemporanea sono ad esempio alcuni dei temi affrontati.
Ma il fascino dei Canemorto risiede nel forte impatto della loro produzione. Vicini ai graffiti, legati all’art brut, ai cartoni animati e alle sottoculture giovanili e fedeli ad un approccio da outsider, l’immaginario del trio è caratterizzato da una pittura spontanea, grezza e brutale un cui emerge un senso di deriva e dove i personaggi raffigurati rappresentano l’ideale contrasto a questo momento storico.
I characters esprimono infatti tutto il disagio, la volontà di non essere sottomessi od omologati attraverso un alfabeto visivo rapido e caratterizzato da sferzate di colore e linee crude. Sono i figli dell’antiestetica, in totale antitesi con il culto del bello e la ricerca della perfezione che caratterizzano questo periodo, rappresentano una personale riflessione su tutte quelle brutture, contraddizioni e fragilità che caratterizzano l’essere umano, ora finalmente vive, pulsanti e capaci di prendere forma nei corpi e nei volti rappresentati dal terzetto.
Canemorto
Cha sensazione suscita l’immagine di una cane privo di vita e riverso in strada?
Attivo dal 2007 Canemorto è un trio di artisti Italiani devoti alla Txakurra. La divinità, ideata dagli stessi autori come spunto narrativo per la loro pratica artistica, guida ed influenza in modo fittizio lo sviluppo della produzione in strada e di quella in studio. Attraverso questo particolare espediente il terzetto ha gettato le basi di una personale e riconoscibile narrativa, non lasciandosi sfuggire l’occasione per prendere di petto alcuni dei temi più delicati del sempre acceso dibattito sull’arte di strada. La figura dell’artista, la convivenza e commistione tra arte di strada e arte contemporanea sono ad esempio alcuni dei temi affrontati.
Ma il fascino dei Canemorto risiede nel forte impatto della loro produzione. Vicini ai graffiti, legati all’art brut, ai cartoni animati e alle sottoculture giovanili e fedeli ad un approccio da outsider, l’immaginario del trio è caratterizzato da una pittura spontanea, grezza e brutale un cui emerge un senso di deriva e dove i personaggi raffigurati rappresentano l’ideale contrasto a questo momento storico.
I characters esprimono infatti tutto il disagio, la volontà di non essere sottomessi od omologati attraverso un alfabeto visivo rapido e caratterizzato da sferzate di colore e linee crude. Sono i figli dell’antiestetica, in totale antitesi con il culto del bello e la ricerca della perfezione che caratterizzano questo periodo, rappresentano una personale riflessione su tutte quelle brutture, contraddizioni e fragilità che caratterizzano l’essere umano, ora finalmente vive, pulsanti e capaci di prendere forma nei corpi e nei volti rappresentati dal terzetto.